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 2014  luglio 01 Martedì calendario

PERISCOPIO


Accordo Renzi-Merkel sulla flessibilità per l’Italia: ora potremo metterci anche in ginocchio. Spinoza. Il Fatto.

Fini al Palacongressi dell’Eur: «Sono qui perché la destra non c’è più». Dal fondo della sala, un contestatore solitario urla: «L’hai uccisa tu!». Corsera.

In Italia si alza ogni giorno di più il pavimento dei diritti e si abbassa il soffitto dei doveri. Giancarlo Cesana. Il Foglio.

Il Supremo Monito Sciamanico che ha fatto cambiare al Csm il parere sullo scontro Bruti-Robledo è stato motivato con «esigenze di funzionalità efficacia, uniformità e ragionevole durata». Cioè: se Bruti dimentica per sei mesi il fascicolo sugli appalti truccati della Sea e proibisce a Robledo di interrogare gli indagati della sua inchiesta sulla piastra Expo, lo fa per la funzionalità, efficacia, uniformità e ragionevole durata? Visto il contenuto della lettera inviata da Napolitano a Vietti (e segretata in un primo tempo) era meglio se la lettera restava segreta. Ora è più chiaro cosa chiede Sua Altezza alla Procura di Milano e a tutte le altre: non disturbare il manovratore. Marco Travaglio. Il Fatto.

A Michele Santoro è riuscito il doppio colpo: diventare imprenditore di se stesso e riuscire a guadagnare più di quel che incassava ai tempi d’oro della Rai. Una volta che la carovana di Santoro si è accasata a La7, passando poi pure da una rivisitazione al ribasso del contratto operata da Urbano Cairo, per il popolare conduttore è iniziata un’altra vita. Lo conferma il bilancio 2013 della sua società di produzione, la Zerostudio’s, la cui maggioranza assoluta del capitale è in mano a Michele e a sua moglie Sanja Podgajski (insieme ne hanno il 66,834%), che ha chiuso i conti con un utile di 1,452 milioni di euro, contro quello di 110.868 euro del 2012 e la perdita di 203.593 euro del 2011, che fu il primo anno vero di attività. Franco Bechis. Libero.

La tv ha deciso di dedicarmi un filmato di un’ora per una nuova serie di ritratti, intitolata I numeri uno. Di essere stato prescelto come numero 1 del giornalismo non mi fa piacere. Ma mi avrebbe fatto gran dispiacere che fosse stato prescelto un altro. Stamani sono venuti a filmare una scena in casa mia per cogliermi «dal vero», cioè mentre detto un articolo alla segretaria passeggiando su e giù sulla terrazza. Io non ho una segretaria, non ho mai dettato neanche un cartolina. Mi scrivo tutto da solo in una stanza con le finestre tappate. Ma la tv ha una sua verità cui qualunque altra va sacrificata. Tutti sono rimasti sbigottiti dalla mia bravura d’attore. Lo sono a tal punto che nessuno ha mai dubitato che lo fossi. Indro Montanelli, I conti con me stesso. Rizzoli, 2009.

La politica, nel Cinquecento, assume la forma che manterrà poi fino a oggi: quella, cioè, della bella chiacchiera vuota di ogni contenuto e perfettamente interscambiabile a seconda delle convenienze, delle opportunità, del bisogno immediato. La politica moderna in Italia non diventa, ma «nasce» come retorica: elegante, vuota, amorale. Fabrizio Rondolino, L’Italia non esiste - Per non parlare degli italiani. Mondadori, 2011.

Nella Tribuna elettorale del 15 giugno 1976, quando arrivò il suo turno, Nino Nutrizio, un grande giornalista di destra che a Milano dirigeva la Notte trasse, da sotto il banco, due pacchetti dal contenuto misterioso. Nello studio si avvertì un brivido collettivo. Che cosa si nascondeva sotto la carta dei due involucri? Un’arma, un prodotto veneficio, insetti maligni destinati a pungere i presenti, compreso Berlinguer? Tonino Tatò, braccio destro di Berlinguer, fece per alzarsi, a tutela del suo leader. Ma si fermò quando Nutrizio aprì i pacchetti e ne rivelò il contenuto: un po’ di riso e una manciata di spaghetti. E spiegò: «Gli spaghetti sono la democrazia, il riso il comunismo. Se li mettiamo a cuocere insieme, nella stessa pentola, ne uscirà una brodaglia inimmaginabile, quella che lei, onorevole Berlinguer, vuole offrire agli italiani con il compromesso storico...». Giampaolo Pansa, Tipi sinistri. Rizzoli, 2012.

Il mondo dell’interdipendenza segnava il tramonto degli Stati e delle economie nazionali. Il nuovo mercato globale nasceva dalla morte dell’epoca keynesiana, dal crollo dei suoi tre pilastri: grande impresa, grande sindacato, grande Stato. E tutti sapevamo che l’esperienza socialdemocratica, il «secolo socialdemocratico» si è retto su quei pilastri. Caduti quelli, cosa restava, cosa resta? Si può continuare a chiamarsi socialdemocratici, se questo è un cordiale che fa bene al cuore, ma non è il caso di guardare oltre? Blair, Schroeder non hanno, anni dopo, guardato oltre? E la stessa disputa fra socialismi nordici e mediterranei della fine degli anni 80 non alludeva già a questo? Massimo De Angelis, Post-Confessioni di un ex comunista. Guerini e associati, 2003.

George Bernard Shaw tornò quasi entusiasta dal viaggio in Urss. Il Sottocomitato fabiano di Londra, di cui faceva parte anche J.M.Keynes, imbarazzato dalle sue affermazioni, affrontò con riluttanza il suo caso: non si capisce se l’uomo mentiva per scandalizzare o era sincero perché matto. In ogni caso era di origine irlandese. Contemporanei maligni asserirono che Shaw fosse attratto più dai dittatori del secolo, a cominciare da Stalin fino a Mussolini, che dalla moglie Charlotte Payne-Tpwnsed (con la quale, infatti, non consumò mai il matrimonio). Sergio Ricossa, Maledetti economisti. Rizzoli, 1996.

Nella chiesa /di Cattolica / atmosfera balneare / fino a un metro dall’altare. / Donne in pantaloni, / uomini in shorts, / Cristo in slip. Marcello Marchesi, Essere o benessere. Rizzoli, 1962

In merito a un tafferuglio avvenuto davanti alla sede del Partito Radicale, nel corso del quale un energumeno ha picchiato l’onorevole Cicciomessere, un deputato democristiano ha interrogato il ministro degli interni per sapere come si sono svolti i fatti. Il ministro ha specificato che Cicciomessere ha ricevuto uno schiaffo, due calci, sei pugni e una capocciata nello stomaco. L’interpellante si è dichiarato soddisfatto. Amurri & Verde, News. Mondadori, 1984.

«Padre, vorrei un metodo per il controllo delle nascite, sicuro, approvato al cento per cento della Chiesa...». «Signora si beva una Coca-Cola fresca»: «Prima o dopo il rapporto?». «Invece, signora, invece!». Gino Bramieri, Barzellette. Euroclub, 1989.

Solo la vita mi ha insegnato a capire quello che avevo imparato a scuola. Roberto Gervaso. Il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 1/7/2014