1/7/2014 (Dagospia), 1 luglio 2014
APPUNTI PER GAZZETTA - SARKOZY FERMATO DAI GIUDICI
REPUBBLICA.IT
PARIGI - L’ex presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy è stato fermato oggi dall’ufficio anticorruzione della procura francese in un caso di traffico d’influenze. L’interrogatorio è in corso, i reati ipotizzati sono traffico d’influenze illecite e violazione del segreto istruttorio.
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Ora la polizia ha fino a 48 ore di tempo per decidere se indagarlo ufficialmente. Secondo fonti giudiziarie, Sarkozy è stato messo in stato di fermo per ragioni procedurali, perchè la sua audizione dovrebbe durare più di 4 ore.
Sarkozy è stato portato negli uffici di Nanterre, nei pressi di Parigi, su una vettura nera con vetri oscurati. L’indagine riguarda il presunto tentativo di Sarkozy di ottenere da un alto magistrato informazioni su un’inchiesta che lo riguardava, offrendo in cambio un posto di prestigio.
Nell’ambito della stessa inchiesta ieri erano stati fermati l’avvocato di Sarkozy e presunto intermediario, Thierry Herzog, e il giudice coinvolto, Gilbert Azibert, avvocato generale della corte di cassazione. Stato di fermo anche per Patrick Sassoust, due avvocati generali della Corte di Cassazione ascoltati. Il fermo di Herzog, Azibert e Sassoust è stato prolungato di 24 ore.
Le indagini si basano su alcune conversazioni intercettate tra l’ex inquilino dell’Eliseo e Herzog avevano evidenziato che i due erano a conoscenza di alcune procedure giudiziarie relative alle inchieste sui casi Bettencourt e Tapie/Lyonnais. A fornire loro le informazioni sarebbe stato Azibert, avvocato e amico di Herzog. In cambio il magistrato avrebbe chiesto di essere nominato per un incarico a Monaco. Le abitazioni e gli uffici di Azibert ed Herzog erano già stati perquisiti da inizio marzo, mentre telefono cellulare e materiale informatico erano stati sequestrati all’avvocato.
È la prima volta che un ex capo di Stato francese viene messo in stato di fermo ma non è la prima volta che Sarkozy o il suo entourage hanno problemi con la giustizia. La custodia cautelare permetterà agli inquirenti di poter trattenere e interrogare Sarkozy per un periodo di 24 ore, eventualmente prorogabile di altre 24.
La tegola odierna arriva nel momento peggiore per Sarkozy, visto che nelle ultime settimane era atteso l’annuncio del suo ritorno in politica, per riprendere la testa del suo partito, l’Ump, ora all’opposizione. Il partito è stato travolto da uno scandalo legato a false fatture.
Clamorosa svolta nell’inchiesta sulle intercettazioni che vede per la prima volta nella storia della Repubblica francese Nicolas Sarkozy, un ex Capo di Stato, in arresto. Nessuno prima di lui ha subito l’umiliazione della custodia cautelare. Sarkozy denuncia "accanimento giudiziario", ma per il governo è solo "un cittadino come tutti gli altri"
CASO BETTENCOURT
PARIGI - Il passato tira per la giacca Nicolas Sarkozy e lo riporta alla sgradevole situazione di un uomo normale, costretto a fare i conti anche con la giustizia : un giudice istruttore di Bordeaux ha messo sotto accusa ieri l’ex presidente per circonvenzione d’incapace. Un avviso di garanzia che riguarda la vicenda di Liliane Bettencourt, la miliardaria proprietaria dell’Oréal, considerata da Forbes la donna più ricca del mondo. Una storia di soldi e di odio-amore tra madre e figlia, con sullo sfondo molti personaggi che hanno approfittato della debolezza della donna, accettando senza ritegno le sue larghezze. Fra loro, adesso, c’è anche Sarkozy, sospettato di aver fatto finanziare illegalmente la sua campagna elettorale del 2007 : il tesoriere del partito e della sua campagna all’epoca dei fatti, l’ex ministro Eric Woerth, è anche lui sotto inchiesta.
Sarkozy non è il primo ex presidente a finire nel mirino della magistratura. Jacques Chirac è stato processato e condannato a due anni di carcere con la condizionale per i finanziamenti illeciti al suo partito negli anni Novanta. Ma Chirac aveva concluso la sua carriera politica, mentre gli amici di Sarkozy continuano ad alimentare le voci su un suo possibile ritorno sulla scena politica in vista delle presidenziali del 2017. Ma un procedimento giudiziario (e un’eventuale condanna) potrebbero bruciare le supposte speranze dell’ex capo dello Stato.
Sarkozy è stato confrontato ieri a Bordeaux al maggiordomo e ad altri membri del personale di casa Bettencourt. Molti di loro hanno detto di aver visto Sarkozy incontrare la miliardaria più volte durante la campagna del 2007, mentre l’interessato ha sempre detto di essersi recato nella villa di Neuilly una sola volta. E’ un punto cruciale, poiché le visite a ripetizione, secondo il magistrato inquirente, avrebbero avuto il fine di spillare soldi per la campagna elettorale. In nero, ovviamente, visto che la legge consente ai cittadini di versare ai partiti una cifra annua non superiore ai 7 mila 500 euro.
Le registrazioni clandestine di alcuni colloqui, effettuate dal maggiordomo, i movimenti bancari sui conti correnti in Francia e all’estero, insieme ad alcune testimonianze hanno alimentato l’inchiesta. Diverse persone sono finite in galera per aver approfittato dell’assenza di lucidità della vecchia miliardaria e sulle vicende private e lo scontro madre-figlia si sono inserite le storie politiche. Il marito della Bettencourt, deceduto nel 2007, è stato più volte ministro con de Gaulle e Pompidou e la famiglia è da sempre vicina alla destra.
E’ stato l’avvocato di Sarkozy, Thierry Herzog, ad annunciare l’avviso di garanzia, subito definito "incoerente sul piano giuridico e ingiusto". Il legale ha annunciato un ricorso alla sezione istruttoria della corte d’appello per chiedere la nullità del provvedimento. La procura di Bordeaux ha confermato l’avviso di garanzia per il reato di " circonvenzione d’incapace commesso nel febbraio 2007 e nel corso del 2007".
(21 marzo 2013)
CASO BOILLON
Parigi, arrestato ex golden boy di Sarkozy
intercettato con 400mila euro in contanti
Boris Boillon, già chiacchierato ambasciatore francese in Iraq e Tunisia e vicinissimo all’ex presidente francese, bloccato mentre saliva su un treno per Bruxelles senza aver dichiarato la somma che aveva con sé. La stampa attacca: "E’ l’eredità di una leadership che mescolava affari e politica"
Lo leggo dopo
Parigi, arrestato ex golden boy di Sarkozy intercettato con 400mila euro in contanti
PARIGI - E’ noto anche al di fuori della Francia come lo storico "golden boy" dell’ex presidente Nicolas Sarkozy: Boris Boillon, ex ambasciatore francese in Iraq e Tunisia, è stato arrestato lo scorso 31 luglio alla Gare du Nord di Parigi. Aveva con sé 350mila euro e 40mila dollari in contanti. La notizia è trapelata solo nei giorni scorsi. L’ex 43enne consigliere del precedente inquioino dell’Eliseo - oggi riconvertitosi nel mondo delle consulenze, presiede la misteriosa Spartago Consulting - stava salendo su un treno Thalys per Bruxelles quando è stato intercettato dai doganieri.
A suo carico è stata aperta un’indagine per "mancato rispetto degli obblighi di dichiarazione" di valuta. All’interno dell’Unione Europea, salvo per le somme inferiori ai 10mila euro, è infatti necessario dichiarare questo genere di movimenti. Secondo il portale Mediapart, che per primo ha svelato l’arresto, Boillon avrebbe spiegato nel corso di un interrogatorio che i soldi sarebbero stati legati alle attività professionali svolte in Iraq, liquidate in contanti a causa delle carenze del sistema bancario locale.
Tuttavia la stampa francese ha iniziato polemicamente a chiedersi se le intenzioni di Boillon, personaggio noto per la sua strettissima vicinanza all’ex presidente tanto da essere incluso nel parco dei chiacchierati "Sarko boy", fossero quelle di trasferire questi soldi su un conto estero. O ancora se questa grossa somma gli appartenga davvero e se le spiegazioni fornite alla polizia siano attendibili. Quali che fossero gli scopi, sottolineano i giornali, il fatto è comunque emblematico: costituisce un’eredità dell’intreccio fra affari e politica che ha contraddistinto il passato mandato all’Eliseo.
A Boillon erano state affidate varie missioni a partire dall’aprile 2006, poi la nomina a consigliere diplomatico del ministero dell’Interno. In seguito aveva seguito Nicolas Sarkozy, una volta eletto presidente nel 2007, come consigliere per l’Africa del Nord e Medioriente. Nel luglio 2009 il salto: viene nominato ambasciatore di Francia in Iraq e poco meno di due anni dopo in Tunisia, dove inizia il proprio mandato con un durissimo scontro con la stampa locale. Tanto da provocare una vera e propria rivolta popolare con oltre 500 persone scese in piazza per chiederne l’immediata rimozione da quel delicato incarico diplomatico.
Boillon era infatti stato inviato a Tunisi per cercare di ricostruire un’immagine attendibile della Francia dopo la pessima gestione della rivoluzione dei gelsomini dell’ex ministro degli Esteri Michèle Alliot-Marie e che ha portato alla destituzione dell’ex presidente tunisino Ben Ali. Dopo un anno, il pasticcio iniziale e scuse pubbliche in tv, ha fatto le valigie senza ottenere grandi risultati. Altri 365 giorni dopo in quelle valigie i doganieri parigini hanno trovato una montagna di soldi. Tutti da spiegare.
(02 settembre 2013)
Ansa.it
Sarkozy è in stato di fermo per la vicenda intercettazioni. L’accusa è di concussione e violazione del segreto istruttorio.
FRANCIA PRESIDENZIALI IL VOLTO DELLA SCONFITTA DI SARKOZY FRANCIA PRESIDENZIALI IL VOLTO DELLA SCONFITTA DI SARKOZY
L’ex capo dello stato francese è stato convocato questa mattina dai giudici di Nanterre, periferia di Parigi, per essere interrogato sulla vicenda della fuga di notizie sul provvedimento di intercettazione nei suoi confronti nell’ambito dei presunti finanziamenti illeciti da parte della Libia di Muammar Gheddafi alla sua campagna presidenziale del 2007.
Durante l’interrogatorio i magistrati della sezione anticorruzione hanno deciso di procedere con lo stato di fermo.
2. LA PRIMA VOLTA PER UN EX PRESIDENTE - PORTAVOCE GOVERNO, LA GIUSTIZIA DEVE ANDARE FINO IN FONDO
ANSA
L’ex capo dello stato francese Nicolas Sarkozy si trova in stato di fermo nell’ambito delle indagini su una vicenda di intercettazioni con l’accusa di concussione e violazione del segreto istruttorio. E’ la prima volta che in Francia, nei confronti di un ex presidente della Repubblica, protetto dall’immunità fin quando è in carica, viene disposto dalla magistratura lo stato di fermo.
Sarkozy, convocato all’alba dai giudici dell’anticorruzione, è arrivato a Nanterre, periferia di Parigi, con un’auto dai vetri oscurati. Durante l’interrogatorio sulla vicenda della fuga di notizie sul provvedimento di intercettazione nei suoi confronti, nell’ambito dei presunti finanziamenti illeciti da parte della Libia di Muammar Gheddafi alla sua campagna presidenziale del 2007, i magistrati hanno deciso di procedere con lo stato di fermo.
"La giustizia indaga - ha commentato subito dopo il portavoce del governo, Stephane Le Foll - deve andare fino in fondo, Nicolas Sarkozy è un cittadino come gli altri davanti alla legge". L’inchesta vuole appurare se l’ex capo dello stato abbia promesso ad un giudice una carica di prestigio se questi lo avesse messo al corrente di un provvedimento giudiziario nei suoi confronti, la decisione di intercettare le sue telefonate.
I giudici potranno ora interrogare Sarkozy, che da tempo si dice vittima di accanimento da parte della magistratura, per 24 ore.
Lo stato di fermo sarà prorogabile per altre 24 ore, poi il giudice dovrà rilasciarlo o disporre nuove misure cautelative.
L’iniziativa della magistratura arriva proprio mentre sembrava che la volontà di Sarkozy di tornare alla politica in vista delle presidenziali del 2017 si stesse per concretizzare con un ritorno alla guida dell’UMP.
Thierry Herzog, potente avvocato e storico legale di Sarkozy, è in stato di fermo da ieri, insieme con due magistrati sospettati di essere coinvolti nella vicenda, Gilbert Azibert e Patrick Sassoust. Sullo sfondo della presunta corruzione c’è anche l’imminente decisione della Corte di Cassazione sul sequestro delle agende di Sarkozy, contro la quale avevano fatto ricorso i legali dell’ex presidente.
Le agende sarebbero utili anche per altre ipotesi di reato, in particolare quelle riguardanti in controverso arbitrato del governo durante la presidenza Sarkozy nel caso che opponeva l’uomo d’affari Bernard Tapie alla banca Credit Lyonnais.
sarko gheddafi sarko gheddafi
3. SARKOZY PRONTO A TORNARE IN CAMPO A FINE ESTATE
"NON POSSO LASCIARE IL PAESE NELLE MANI DI HOLLANDE E LE PEN"
ANSA
Nicolas Sarkozy "e’ pronto" a tornare in campo: lo scriveva pochi giorni fa il Journal du Dimanche, sottolineando che l’ex-presidente - uscito dalla scena politica dopo la sconfitta nel ballottaggio delle elezioni presidenziali del 2012 contro Francois Hollande - gia’ riflette "a una nuova organizzazione dell’Ump", il grande partito francese di centrodestra, che nei giorni scorsi ha convocato un congresso in autunno per scegliere il prossimo leader, dopo gli scandali a ripetizione che hanno colpito l’ex segretario dimissionario, Jean-Francois Cope’.
Sarkozy "uscira’ dall’ambiguita’ alla fine del mese d’agosto", scriveva ancora il Journal du Dimanche. Intanto, si gode il periodo estivo e la famiglia. Per esempio si è recato a Barcellona per assistere all’ultimo concerto del tour europeo della moglie Carla. "Per un’ennesima volta un successo straordinario. C’erano anche il presidente della Regione catalana e il sindaco di Barcellona", commenta fiero Sarkozy, citato dal Journal du Dimanche.
Sarko e Gheddafi Sarko e Gheddafi
Quanto a lui, avverte, "non ho intenzione di lasciare la Francia nelle mani del Front National e del Partito socialista. Ci si chiede in che stato Hollande vuole ridurre il Paese. E la mia famiglia politica si sta divorando...". Secondo il quotidiano della domenica, il ritorno dell’ex-inquilino dell’Eliseo passera’ dall’assunzione della presidenza dell’Ump.
Il Figaro Magazine - tradizionalmente vicino ai neogollisti - scriveva poi che Sarkozy "intende reinventare il modello democratico francese. Il nostro modo di fare politica, l’organizzazione delle formazioni e delle idee". Per questo, auspica un "funzionamento decentralizzato" e un’apertura alla societa’ civile e ai social network. Su quest’ultimo punto, afferma: "Ho un milione di amici su Facebook, voglio utilizzarli. E in piu’ non costa neanche un centesimo...". A tre anni dalle presidenziali del 2017, la nuova campagna sembrava gia’ cominciata.