Gian Paolo Serino, Libero 1/7/2014, 1 luglio 2014
I SEGRETI DEL SOLDATI INAMORATO
Presentiamo un’anteprima della sceneggiatura che Mario Soldati trasse dal romanzo di Antonio Fogazzaro Piccolo Mondo Antico.
Un film, proiettato nelle sale nel 1941, che ebbe un enorme successo di pubblico e anche di critica tanto che la protagonista, la giovanissima Alida Valli, vinse il Festival del Cinema di Venezia come miglior attrice protagonista. Una sceneggiatura a oggi rimasta assolutamente inedita e pubblicata soltanto nel libro Piccolo mondo antico, il film di Mario Soldati, dalla sceneggiatura allo schermo (New Press Edizioni, 304 pagine, 24 euro), nella curatela di Alberto Buscaglia, regista e curatore del premio Antonio Fogazzaro, e di Tiziana Piras, italianista e curatrice della recentissima Edizione Nazionale di Piccolo mondo antico, edito da Marsilio. Il libro che viene presentato oggi dai curatori all’Università di Como alle 17 con il direttore della Radio Televisione Svizzera Italiana Maurizio Canetta e il giornalista culturale Alessio Brunialtiè un documento unico non solo per i tanti appassionati di Fogazzaro e di letteratura, non solo per i cultori di cinema, ma anche per il lettore comune che riesce a trovare nel libro la competenza rigorosa dei curatori, l’estrosità di Soldati, ma anche tante curiosità sulla Milano e sull’Italia di quegli anni ‘40.
Questo è il classico libro che ogni accademico (di ogni settore) dovrebbe leggere proprio per l’intelligenza dei curatori nel non annoiare mai i lettori seppellendoli di dati, che pur ci sono, di note, che pur ci sono, e altre amenità e deliri che troppo spesso soffocano i saggisti. Una lezione di stile sul taglio della miglior tradizione saggistica americanache alla ricerca unisce la curiosità di divorare le pagine ricche di aneddoti e curiosità. Perché la nascita del film Piccolo mondo antico è anche la storia di giovani che decisero che il cinema si poteva fare anche a Nord, oltre che a Cinecittà. Decisivo fu l’incontro di Carlo Ponti, avvocato alle prime armi, con Alberto Lattuada, studi di architettura al Politecnico e una grande passione fotografica. È Alberto Lattuada che ricorda di aver incontrato Ponti «nel più elegante bordello di Milano, che era in via San Pietro all’Orto», e lì decidono che vogliono fare il cinema a Milano e non molto tempo dopo ecco primo film Piccolo mondo antico, che diviene l’occasione per riunire attorno a Mario Soldati nel lavoro di sceneggiatura l’amico di sempre Mario Bonfantini, francesista e raffinato letterato.
E poi Alberto Lattuada, già assunto come aiuto regista subito promosso come collaboratore alla sceneggiatura; Emilio Cecchi, il grande critico e anglista. Con Cecchi, Soldati farà accuratissimi sopralluoghi in Valsolda e sul lago di Como per scegliere i luoghi dove girare gli esterni del film. La sceneggiatura fu scritta in nuna grande villa sul lago di Como, a Volesio, affittata da Ponti per «chiudervi» per due mesi Soldati, Bonfantini e Lattuada.
Mentre la guerra infuriava sui fronti europei e balcanici, i tre amici tessevano il racconto di un’altra guerra, quella d’indipendenza, raccontata da Fogazzaro attraverso il filtro delle contrastate vicende familiari e sentimentali di Franco Maironi (Massimo Serato) e di Luisa (Alida Valli), segnate dalla morte della figlioletta e da profondi dissidi religiosi ed esistenziali. Il clima bellico, l’alleanza con la Germania di Hitler, le leggi raziali del 1938, si fecero sentire nella preparazione e lavorazione del film: dal lavoro di comparazione fra sceneggiatura e film montato sono emerse molti passaggi censurati e addirittura riscritture edulcorate e rassicuranti dei dialoghi durante la fase di doppiaggio del film che avvenne a Roma, mentre gli interni furono ricostruiti e girati negli studi FERT di Torino.
Durante le riprese Soldati si innamorò, non ricambiato, della giovane e bellissima Alida Valli, che invece ricambiava con il giovane secondo aiuto regista Dini Risi e che «rese Soldati quasi pazzo... perché la considerava quasi una sua creatura, perché con quel film le dava la chance più grossa della sua carriera», ricordò Lattuada. Una sceneggiatura, dunque, fuori e dentro dalla carta, fuori e dentro dal grande schermo, come solo i veri capolavori sanno diventare. Storia.