Il Messaggero 1/7/2014, 1 luglio 2014
DALLA MACCHINETTA ALLA GESTIONE, ECCO TUTTI I COSTI DEL POS
ROMA Ci sono mille e cinquecento ragioni per le quali milioni di esercenti e professionisti, quando sentono parlare di Pos, voltano la testa da un’altra parte. Tante quanti sono gli euro da sborsare per entrare nel pianeta del pagamento elettronico e viverci un anno intero. E’ questo il costo di una impresa italiana di medio calibro con un volume di transazioni bancomat o carta di credito da 50 mila euro l’anno. Il costo di installazione e di attivazione del Pos può arrivare fino a 150 euro. E per fortuna si tratta di una spesa una tantum facilmente ammortizzabile nel tempo. Ma poi ci sono i costi di gestione mensili. E quelli sono fissi e duraturi negli anni. Un modello standard varia da 20 a 40 euro, un modello cordless viaggia tra 50 e 70 euro e un gsm parte da 60 per arrivare fino a 80 euro. Poi ci sono le commissioni sulle transazioni. Di regola, con le banche si negozia un’aliquota dell’1,5-2 per cento in favore di queste ultime sul volume degli incassi. Ma ci sono anche formule, alternative, che prevedono una commissione di 0,25-0,40 euro sulla singola transazione.
L’USO DEL CONTANTE
Proprio i costi sono lo scoglio contro il quale rischia di infrangersi il Pos che il governo punta ad estendere a tutti proprio per provare a battere l’evasione fiscale in maniera definitiva. Il tracciamento dei pagamenti può infatti mettere all’angolo i furbi o almeno rendergli la vita più difficile. Del resto poi fonti istituzionali delle banche italiane garantiscono che, con la diffusione della moneta elettronica, «è inevitabile che i prezzi praticati dagli istituti si ridurranno». O che almeno questo è l’obiettivo. Già adesso, ad esempio, è in commercio un modello di Pos light che si aggancia allo smartphone e che taglia i costi per l’installazione. E in questo senso c’è da segnalare un prodotto nato dalla collaborazione Intesa Sanpaolo, Setefi e Vodafone Italia. Si tratta di un piccolo lettore di carte di pagamento che si collega allo smartphone o al tablet grazie ad un’app. Favorire le transazioni elettroniche, peraltro, è una raccomandazione della Ue: in Italia il numero di pagamenti pro-capite con moneta elettronica è di 31,06.
STRADA EUROPEA
Vale a dire la metà della media europea. «In un Paese come l’Italia dove il 90 per cento delle transazioni avviene ancora in contanti – spiega l’esperto di settore Ilario Bolis – vi sono enormi opportunità per sviluppare e far evolvere il mondo dei mezzi di pagamento elettronico, grazie ai quali l’esercente non solo assicura il buon fine delle transazioni che riceve, ma riesce a rispondere alle esigenze di mobilità, rapidità, flessibilità e sicurezza che una società sempre più digitale ci impone».
M.D.B.