Chiara Daina, il Fatto Quotidiano 30/6/2014, 30 giugno 2014
“I SOLDI NON SERVONO MA DEVI PARLARE LE LINGUE”
Vado a prendere le sigarette”, ecco la scusa per non tornare più. Non è uno dei pacchetti in vendita nelle agenzie di viaggi. Non esiste il kit del perfetto espatriato. Non c’è una tabella di marcia, un percorso guidato, niente moduli da compilare e spedire. Siamo liberi di plasmare il nostro destino e forse è questo senso inedito di libertà che ci spiazza e spaventa. Non è un caso che in Italia nessuno abbia ancora inventato lo sportello “mollo tutto e me ne vado” e che un suggerimento del genere sia riservato allo spazio virtuale, dove tutto si avvera, second life comprese. “Mi dicono che è un sito di favole. Peccato che i protagonisti siano persone in carne e ossa e vivano la favola sulla loro pelle”: Massimo Dallaglio, 47 anni, fotografo da Reggio Emilia, ha realizzato un piccolo miracolo. Nato per gioco, nel 1998, quando sul sito Mollotutto.com si mette a raccogliere le storie di italiani nel mondo. Prima traduce articoli usciti sulla stampa estera, poi viene contattato dagli stessi emigrati che voglio fare conoscere le loro esperienze.
Oggi ha accumulato oltre mille interviste e la casella di posta elettronica viene presa d’assalto da più di cento italiani alla settimana che chiedono le istruzioni per sbarcare il lunario oltreconfine. In 200 al giorno invece si iscrivono alla newsletter. Dal 2008 Dallaglio ha dovuto assumere 20 collaboratori. “Il sito fa mezzo milione di visitatori mensili e la pagina Facebook nel giro di pochi mesi ha conquistato quasi 150 mila followers”. La vera bussola che orienta cuore e cervelli degli indecisi sono le testimonianze dirette degli italiani partiti per sempre. Come Vittore, da preside di una scuola a mozzo in barca a vela. Francesco, che ha preso la bici ed è scappato in Australia. Ilaria, che ha mollato un posto fisso in ufficio, per cambiare vita in Sri Lanka. Gli Eldorado più gettonati sono Stati Uniti, Australia, Canada, Germania, Francia. In crescita il Medio Oriente, Malesia, Cina e Nord Africa. I nuovi target: disoccupati poco qualificati, padri di famiglia che vogliono investire nei paradisi fiscali, pensionati e chi parte all’avventura senza soldi. Per loro Dallaglio ha creato il sito Viaggiaresenza soldi.com . Tipo Flavio, un grafico freelance di 36 anni, gli ultimi dieci passati a Milano. Stufo di essere appeso a un filo, a maggio si è diretto in Norvegia con un zaino e il pc, barattando competenze per l’ospitalità.
Mollotutto non offre servizi a pagamento, solo consigli e informazioni. C’è la guida per trovare lavoro nei cinque continenti, con ultime tendenze e nuovi business (da quello sulle piattaforme petrolifere o navi da crociera, a wedding planner, skipper o nomadi digitali). Due dritte sull’assistenza sanitaria nei vari Paesi, su visto e permessi di soggiorno, costo della vita, pagamento della pensione Inps, voli low cost. Nella sezione libri, c’è quello di Beppe Bonazzoli, “Fuga per la vita – andare via e vivere felici”, ex giornalista di Milano, volato a Phuket, in Thailandia, dopo due infarti e tanto stress sulle spalle: “Qui sono sempre in tenuta da spiaggia, la gente è gentile. Io con altri giornalisti italiani in pensione abbiamo attivato una filiale dell’Istituto Dante Alighieri per l’insegnamento della lingua italiana”. Alle occasioni immobiliari Dallaglio ha dedicato un portale ad hoc: Mollotutto.info. Con il dominio “net” si accede al social network, in cui expat e migranti sognatori si confrontano. Vista la mole di domande di aiuto, ha lanciato un quarto sito online, Viaggiulisse.com : “L’interessato può verificare in quali Paesi può ottenere un visto permanente da residente – spiega il fotografo -: basta inserire età, disponibilità economica e rendita, tutto in anonimato”. Mollotutto sta uscendo dal web. Sparsi per il mondo Dallaglio ha arruolato una ventina di ambasciatori che assistono gli italiani nei soggiorni di ispezione e nella sistemazione in caso di trasferimento definitivo. Uno di questi è Franco Luigi Tenca, 66 anni, ex camionista di Lecco, dal 2009 a Sofia, in Bulgaria, dove accoglie ogni settimana gruppi di pensionati in spedizione per un sopralluogo. Dopo essere stato intervistato dalle Iene, a gennaio, in dieci giorni gli hanno scritto 1600 mail da tutte le regioni d’Italia. A oggi il trend dei contatti è costante e lui dice di sé: “Non vivo più da barbone come a Lecco, dove al venti del mese dovevo attingere ai risparmi”.
Sulla scia di mollotutto nel 2008 è spuntato Vogliovo verecosì.com . “È una frase propositiva – dice il fondatore Alessandro Castagna, 50 anni -, ci invita a vivere secondo le nostre aspettative, cambiare vita non deve essere un’imposizione”. L’idea gli è venuta mentre viaggiava per lavoro incontrando connazionali espatriati. Un bel giorno ha fatto la svolta pure lui: “Ho ceduto il negozio al mio socio e mi sono trasferito da Verona a Minorca, dove curo una guida digitale sull’isola”. Da tre anni c’è anche Vogliovivereco sìworld.com che registra le metamorfosi degli italiani solo in giro per il mondo. Circa 60 storie al mese, un traffico di 10 mila visitatori al giorno, e sei collaboratori inviati all’estero. Nel 2012 Castagna ha dato alle stampe “Come lasciare tutto e cambiare vita”: “Mi chiedono cosa devono fare per scappare se non sanno le lingue straniere. Io rispondo che conviene imparare almeno un’altra lingua sennò non si va lontano”.
Chiara Daina, il Fatto Quotidiano 30/6/2014