Nicola Pinna, La Stampa 29/6/2014, 29 giugno 2014
IL FICCANASO COL DRONE, ULTIMO INCUBO DELLA COSTA SMERALDA
Per la più grande esclusiva del gossip gli spioni della Costa Smeralda si sono nascosti dentro uno scatolone. Era il 30 agosto del 1997 e in quei giorni Lady Diana trascorreva in Sardegna le vacanze col suo nuovo amore Dodi. Vicino alla pista dell’aeroporto di Olbia, sul tetto di un prefabbricato, un fotografo e un cineoperatore si erano mimetizzati alla perfezione.
E l’ultimo sorriso della principessa, prima del tragico schianto a Parigi, lo hanno immortalato senza farsi notare. In un attimo, poi, quelle immagini hanno fatto il giro del mondo. Ora le tecniche sono cambiate. Quest’anno in Sardegna decollano i droni. Telecamere e macchine fotografiche, vip e ricconi, se le ritroveranno direttamente sulla testa. Difendersi è impossibile: sorridere, prego.
Un impiccione non molto pratico con il telecomando è stato scoperto qualche giorno fa nella zona di Pantogia, alla periferia di Porto Cervo. Il suo drone, con tanto di telecamera ad alta definizione, è precipitato nel giardino della villa di una ricca imprenditrice milanese. La donna sospettava già di essere spiata e così ha avvisato subito i carabinieri.
Il ragazzino, ancora minorenne e senza la licenza per velivoli a comandi radio, si è giustificato dicendo che voleva solo fare qualche immagine della sua villa, che guarda caso è accanto a quella della signora. «I nostri clienti esigono servizi eccellenti ma soprattutto pretendono riservatezza – dice il direttore di uno hotel nella zona del Pevero –. Difendersi dalle macchine fotografiche con elica sarà molto più complicato che creare barriere per tenere alla larga i soliti fotografi».
Per ripararsi dai paparazzi quest’estate non basteranno i grandi cespugli fatti crescere intorno alle ville. Poco potranno fare le auto con i vetri scuri o i bodyguard con bicipite da pugile e non sarà utile neppure il sistema di schermatura installato su molti degli yacht ormeggiati in rada. Mettere il naso sulle vacanze delle star sarà molto più facile.
I rischi, comunque, non mancheranno. Perché le regole valgono anche per i droni. Non come per aerei ed elicotteri ma quasi. E non sarà un caso se le norme le ha stabilite direttamente l’Enac. Il regolamento è in vigore dal 30 aprile ed è ancora visibile sulla home del sito dell’Ente nazionale aviazione civile. I sistemi Apr (a pilotaggio remoto) sono distinti in due categorie: quelli che pesano meno e più di 25 chili.
Per pilotare i droni, come per guidare l’auto, bisogna essere maggiorenni e sarà necessaria una sorta di patente. Chi si mette ai comandi dovrà seguire una scuola di specializzazione e ottenere un brevetto. In più dovrà essere esperto di meteorologia, dovrà studiare le principali regole aeronautiche e dovrà conoscere alla perfezione il motore del mezzo e il suo funzionamento. Per i velivoli radiocomandati, che si trovano a cento euro su internet e in quasi tutti i negozi di elettronica, sarà necessaria un’assicurazione. Tanto più se si utilizza un Apr professionale, uno di quelli che arrivano a costare anche cinquantamila euro.
L’unica difesa possibile, per i vip in vacanza, resta sempre la legge sulla privacy. «Il vincolo insuperabile – ricorda un agente immobiliare – è quello che vieta di riprendere ciò che succede nelle pertinenze private, cioè dentro casa e nei giardini. La regola vale per tutti, paparazzi tradizionali e armati di drone. Nel dubbio, comunque, i nostri clienti chiedono che le ville siano super protette». In spiaggia e in barca, però, c’è poco da fare. L’unico antidoto può essere il maestrale.