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 2014  giugno 29 Domenica calendario

MALCOLM X: «SENZA VIOLENZA IL NERO È SCHIAVO»

Signor Malcolm X qual è il suo primo ricordo di bambino?
Guardi, la cosa che ho più viva nella memoria, se ripenso alla mia giovinezza, è quando la nostra casa nel Michigan fu bruciata dal Ku Klux Klan. Avevano i cappucci coi grandi fori davanti agli occhi, mantelli rossi e lunghi fucili. Gridavano. A quel tempo noi vivevamo in un quartiere bianco. Anche allora, come adesso, i bianchi, la società bianca, era contraria a ogni forma di integrazione, e così incendiarono la nostra abitazione e ci costrinsero ad andare via. Questo non accadeva nel profondo Sud, ma nel Michigan, in uno degli Stati più a nord di questa nazione. Non l’ho mai dimenticato.
Lei parla con grande proprietà di linguaggio, dove ha studiato?
Sono nato a Omaha, nel Nebraska, nel 1925, anche da quelle parti il Ku Klux Klan era molto forte. Diedero a mio padre l’ordine di partire, e così ce ne andammo. Per me fu una grande umiliazione. Pensai che mio padre avrebbe dovuto comportarsi diversamente, reagire, poi negli anni compresi che non avremmo potuto fare nulla e che mio padre volle semplicemente proteggere la nostra famiglia. Ho frequentato solo le prime classi, quello che so l’ho imparato vivendo quotidianamente a contatto con la disperazione del nostro popolo. Da mio padre ho imparato a parlare agli altri, lui era un predicatore battista, lo sapeva fare molto bene.
Lei è stato in carcere.
Sì, sono stato in carcere perché avevo commesso un crimine, anzi, parecchi crimini: droga, estorsione, rapine e tanti altri. Fui preso e condannato, allora avevo vent’anni, ma è stata la società, la società dei bianchi, la società occidentale, con tutte le oppressioni che esercita sui neri che mi ha mandato dentro; e fa sì che la più alta percentuale di detenuti sia nera, perché noi neri dobbiamo ricorrere al delitto per vivere. Siamo in guerra: il Mississippi è come il Congo, Harlem come il Vietnam. Qualcuno cade.
È per questo che è diventato musulmano?
Mi sono convertito quando ero in prigione. Sono nato cristiano, poi ho avuto diversi anni di agnosticismo, e dopo essere stato anche ateo capii che la religione dell’Islam è la verità e l’accettai. Allah è giusto, mentre i cristiani sono ipocriti, per questo ho deciso di convertimi alla grandezza dell’Islam. Mio fratello Reginald, mentre ero in carcere, mi chiese di aderire alla National of Islam di Elijah Muhammad, perché la maggior parte degli africani, prima di essere presi e ridotti in schiavitù, erano musulmani. Tutti i neri devono convertirsi all’Islam.
Signor Malcolm X, lei crede nell’integrazione?
I neri devono, ogni volta che intendono prendere una decisione, rivolgersi ai bianchi per sapere quali sono le cose che possono comprare, dove, e in quale quartiere devono andare a vivere. I neri hanno bisogno di avere un permesso per qualsiasi iniziativa intendono prendere. I musulmani che seguono Elijah Mohamed non credono in nessuna forma di integrazione. La parola integrazione pronunciata dai bianchi è una menzogna anche quando viene detta da un presidente degli Stati Uniti o da un bianco che è socialmente impegnato. Se la legge o la Corte Suprema o gli altri organismi giuridici facessero sul serio per l’uguaglianza tra bianchi e neri, condannerebbero chi impedisce l’integrazione, e noi neri non dovremmo continuamente manifestare per i nostri diritti. Se la legge nazionale firmata dal presidente Lyndon Johnson fosse reale e non una grande ipocrisia, quando i neri manifestano per l’integrazione non verrebbero arrestati perché, come sta scritto nella legge, sono dalla parte della giustizia, è nel loro diritto. La polizia, invece, dovrebbe arrestare chi discrimina. È stupido da parte dei neri dimostrare per farsi arrestare credendo nella legge. I neri non si devono esporre così ingenuamente al nemico. Noi musulmani siamo contro l’integrazione, crediamo che la separazione sia la sola via percorribile. Quando vediamo la nostra gente brutalizzata e sottomessa dai razzisti pensiamo a quanto è stupida a farsi sottomettere senza reagire. La violenza quando è usata per proteggersi, non solo è necessaria, è giustificata. Tutti i neri dovrebbero credere nel diritto di difendersi da chiunque. Se durante una manifestazione un cane, lanciato da un poliziotto, morde un nero, lui dovrebbe avere la possibilità di uccidere il cane. L’animale viene lanciato contro il nero, che non sta facendo altro che esercitare un diritto, il poliziotto che lo ha lanciato dovrebbe pagare per questo atto violento e non giustificato.
Lei è per la violenza mentre Martin Luther King è per la pace, per la non violenza come Gandhi. Non siete d’accordo tra di voi e questo vi rende
Caro Biagi, prima o poi arriverà il tempo in cui i neri si sveglieranno e diventeranno indipendenti intellettualmente da pensare solo a se stessi come fanno gli altri esseri umani. Solo allora i neri avranno un pensiero comune. Quel giorno quando uno attaccherà un nero attaccherà tutti i neri. Più i bianchi saranno brutali con i neri, prima arriverà quel giorno. I neri devono fare da sé e per sé, non sarà grazie a una legge o alla Corte Federale se riusciranno a ottenere l’uguaglianza. Gandhi era l’elefante nero che schiaccia il topo bianco, mentre Martin Luther King è un topino bianco sotto le zampe di un elefante bianco. Noi non abbiamo bisogno di avere l’autorizzazione dei bianchi per poter manifestare, come ha fatto lui, per la marcia su Washington, che ha chiesto l’autorizzazione all’Amministrazione.
Lei ha accusato Martin Luther King di essere pagato dai bianchi, lo crede veramente?
Il reverendo King continua a insegnare ai neri a essere indifesi, questo non aiuta la nostra causa.
Non ha timore delle conseguenze che queste sue parole potrebbero portare?
Se lei si riferisce alla mia persona, credo di essere già un uomo morto. Io mi batto perché è importante che si capisca la natura del movimento islamico, la sua psicologia, per raggiungere l’obiettivo di portare l’uguaglianza tra neri e bianchi: solo quel giorno riusciremo a essere uniti. Oggi se qualcuno venisse da me a dirmi quello che io vado predicando nelle piazze delle città o in questo momento con lei, senza che io sia a conoscenza della verità e della psicologia che i bianchi usano contro di noi, avrei una reazione violenta, sarei disposto a uccidere. Per questo ci battiamo: per fare capire ai neri quello che sta realmente accadendo.
Lei sostiene addirittura il principio della superiorità dei negri.
Maometto ci insegna che l’uomo di colore è l’uomo originale, l’uomo dal quale derivano gli altri uomini. La biologia e la genetica spiegano che la pelle nera, i capelli neri, gli occhi neri, sono dominanti. La pelle bianca e gli occhi azzurri sono riflessivi, cioè passivi. Maometto ci insegna che i neri possono generare i bianchi mentre i genitori bianchi non possono avere una discendenza negra. Se c’è stato un momento nella storia del mondo in cui vi era una sola persona, questa persona doveva essere nera; la prima gente al mondo doveva essere nera e da quei neri vennero tutti gli altri, compresi i bianchi. Noi crediamo in questo. Siccome l’uomo nero è stato il primo sulla terra, Maometto ci insegna che il nero sarà il primo anche alla fine.
Nessuna razza è superiore a un’altra. Lei dice dei neri esattamente quello che i bianchi hanno detto dei neri per molte generazioni.
I soli bianchi che io conosco sono quelli che ci hanno rapiti e portati in questa terra come schiavi, ci hanno fatto lavorare nei campi come cavalli per quattrocento anni, ci hanno venduti come loro proprietà per trecentocinquanta, e negli ultimi cento si sono comportati da ipocriti, cercando di far pensare al mondo che noi neri siamo stati liberati dalla Guerra di Secessione, mentre invece siamo ancora più schiavi di quello che eravamo sotto il presidente Lincoln e prima della dichiarazione di emancipazione.
Alcuni imprenditori sostengono che l’operaio nero rende meno del bianco.
No, non è assolutamente vero. Posso ammettere che in alcune situazioni i neri non hanno la spinta della promozione a raggiungere un grado più alto, la mira dell’andare avanti con la carriera, oppure non hanno la base dell’istruzione che hanno altri operai e quindi rimangono indietro, ma dove godono di uguali possibilità, dove sono ugualmente preparati, dimostrano le stesse capacità e ottengono gli stessi risultati. Anzi è dimostrato che in certe fabbriche, operai specializzati di colore, producono più dei bianchi.
Parlando con lei ho la sensazione che il suo obiettivo sia quello di diventare il capo dei musulmani neri.
No, io non ho alcun desiderio di diventare capo dei musulmani neri. Non ho mai avuto questo desiderio. Il mio obiettivo è vedere gli afroamericani ottenere i diritti umani che gli sono dovuti. L’Islam può aiutarci a raggiungere questo. È la religione migliore per la nostra gente, perché crea unità, dignità e fiducia razziale. Questo è indispensabile per rendere l’essere umano completo.
Non c’è nessun bianco per il quale lei prova qualche simpatia?
L’esperienza che abbiamo fatto in questa società bianca, non ci permette di camminare per cercare qualche uomo bianco verso il quale dirigere la nostra ammirazione. Non è un problema di individui, è collettivo, è generale. Le buone parole di una o due persone bianche non bastano. Nemmeno il comportamento di una piccola comunità, noi guardiamo a tutta la collettività dei bianchi.
Quali sono, in definitiva, gli scopi del suo gruppo?
Mio padre è stato ucciso nel 1931, quando avevo sei anni, è stato trovato sotto un tram, ce l’avevano buttato i bianchi, i sostenitori della “supremazia bianca”, perché era troppo impegnato a combattere, parlava troppo chiaramente, era contro i compromessi, esortava i neri ad agire da soli. Io porto dentro di me questo insegnamento. Lo scopo dei musulmani neri è quello di portare libertà, uguaglianza, ai venti milioni di fratelli che vivono in questo paese. Noi pensiamo che Allah, il Dio che ci unisce, ci darà la forza necessaria per vivere, per fare quello che è giusto per noi stessi, senza aspettare che l’uomo bianco d’America ci aiuti.
Il suo desiderio quale è?
Nulla di diverso da quello dei musulmani neri. Vorrei che la crudeltà dell’uomo verso l’uomo finisse. Per far questo sono disposto a ricorrere a qualsiasi mezzo. L’America è una grande prigione, basta nascere con la pelle scura ed è come stare nel carcere di Sing Sing. Questo non potrà impedirci di morire da uomini. Noi vogliamo libertà e giustizia e siamo disposti a usare ogni mezzo necessario pur di arrivare fino in fondo. I diritti umani sono qualcosa che abbiamo dalla nascita. I diritti umani ci sono dati da Dio. I diritti umani sono quelli che tutte le nazioni della terra riconoscono. Non crediamo che in un paese come gli Stati Uniti d’America, che si definisce guida nel mondo libero, i cittadini neri debbano aspettare i favori di qualche politico o presidente texano disposto a fare concessioni in tema di diritti civili.
Perché non crede nelle leggi dello Stato?
Al diavolo la politica. Quando parlo ai fratelli neri li esorto a levarsi in piedi e combattere tutte le battaglie necessarie perché, solo così, il bianco imparerà a rispettarci. E se egli non ci permetterà di vivere da uomini, non potrà impedirci di morire da uomini.
Enzo Biagi