Nicoletta Pennati, Io Donna 28/6/2014, 28 giugno 2014
«SCHIACCIO SOLO IN CAMPO, MA IN AMORE...»
Quattrocentosessantanove presenze in nazionale. Dal 10 giugno 1995. E oggi, a 35 anni, Francesca Piccinini, detta “Picci”, saràla capitana dei Mondiali di pallavolo che, per la prima volta, si disputeranno in Italia dal 23 settembre. Lei, che ha vinto tutto nella sua carriera (Olimpiadi a parte), ne ha già conquistato uno, l’unico delle azzurre, nel 2002 a Berlino. Con lo stesso commissario tecnico di oggi, Marco Bonitta. Proprio per questo punta in alto. Perché arrivare prima le piace e, negli anni, ha imparato a gestire bene stress e pressioni in campo. Cosi si diverte, allenarsi non le pesa e affronta tutto ancora con grande entusiasmo. Non èuna wonder woman, ma una ragazza semplice e determinata. «Se devo tirar fuori le unghie le tiro fuori» dice. «Non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno». Non ha grilli per la testa. Ma un’araba fenice tatuata sulla schiena, si. Per ricordarsi che dalle ceneri si risorge. Sempre. «Basta crederci» dice. L’abbiamo incontrata nel “buen retiro” estivo storico delle nazionali di pallavolo maschili e femminili (non solo italiane), a Darfo Boario Terme (Brescia), all’hotel Aprica dove da una ventina d’anni si susseguono le nazionali italiane femminili e maschili oltre ad altre nazionali estere. Qui infatti tutto è "su misura": palestra, palazzetto, piscina a portata di pullmino; cibi sani e abbondanti, con tutte le verdurine dell’orto e, lusso solo per campioni, hanno anche i letti piu lunghi del normale, perchéstiano comodi.
A 18 anni ha fatto le valigie e, prima italiana nel mondo del volley femminile, è andata a giocare in Brasile, a Curitiba. Coraggio? Curiosità? Incoscienza?
Chi lo sa esattamente? Ho preso quell’opportunità al volo come ho fatto poi altre volte nella vita se mi si è presentata un’occasione. In quella stagione ho imparato molto. In campo e fuori. In Brasile la pallavolo ha squadre molto forti. Nella mia militavano buona parte delle giocatrici nazionali e l’allenatore era l’attuale ct della nazionale maschile. Ho migliorato la tecnica, le prestazioni atletiche. Sono anche cresciuta più in fretta come donna perché ho imparato a cavarmela da sola.
Consiglia un’esperienza all’estero ai “bamboccioni” italiani?
Sì. Anche se è importante avere una rete di protezione per evitare la caduta libera in caso di errori. Come una famiglia solida alle spalle. La possibilità di avere qualcuno di fiducia cui chiedere consiglio. E oggi con internet e le nuove tecnologie le distanze reali non sono più quelle di una volta.
Regola numero uno per diventare una leader in campo come lei?
Tanto per cominciare non urlo. Quando c’e bisogno pero ci sono. Soprattutto quando le cose vanno meno bene ed èimportante parlare e confrontarsi.
Accetta le critiche?
Mettersi in discussione aiuta a crescere. Se non si fanno errori non si migliora. Nel volley vince la squadra.
Nella vita?
Dipende. Ma si deve saper scegliere. E bisogna farlo in prima persona.
Cosa insegna lo sport?
Quello di squadra insegna a rapportarti con gli altri. A essere umili, avere valori in cui credere, a perdere e a tirar su la testa per vincere la volta dopo.
Il “segreto” di Francesca Piccinini?
Porsi degli obiettivi. Uno dopo l’altro. I miei sono: i Mondiali, le finali di Coppa Italia, le finali scudetto. Poi si vedrà.
E una strategia vincente?
Se ci si mette il cuore, qualcosa di importante arriva.
Com’e seria, una donna tutta d’un pezzo...
Ma no, sono una che ama uscire dalle righe! Sòsorridere, sdrammatizzare. Divertirsi e prendere le cose con leggerezza.
Che rapporto ha con il suo corpo?
Mi piace e lo curo bene. Lo tengo in forma, uso i cosmetici giusti. A tavola sono una buongustaia e non mi privo di niente. Senza esagerare pero.
Èpro o contro la chirurgia estetica?
Chi non si sente a suo agio con il proprio corpo fa bene a ricorrervi. Ma ci vuole buonsenso: impossibile tornare indietro.
Qual èil suo stile d’abbigliamento?
Sono camaleontica. Mi piace vestire elegante, ma so anche essere “aggressiva” con jeans e anfibi.
Non resiste davanti a...
Le scarpe con il tacco. Ne avrò 200 paia. Ma ho il 42, difficile trovarle. Le compro anche più piccole, mi fanno male e non le metto. La felicita di Zoe, la figlia di mia sorella Chiara, che ha 6 anni: le vuole per quando sarà grande.
Altre passioni?
Amo dipingere quadri astratti ad olio. rispecchiano il mio stato d’animo. Tra gli artisti contemporanei ho un debole per Banksy e Pao. Poi ci sono i viaggi. ho girato il mondo con il volley, ma ho visto solo palestre e aeroporti. Appena avrò tempo di fare la turista e fermarmi più di quattro giorni in un posto voglio tornare ovunque sia stata. Cominciando dagli Stati Uniti. Sogno di farli Coast to coast, di visitare San Francisco...
Di recente ha esordito come stilista.
Lo sponsor della mia squadra di Modena, Liu Jo, mi ha dato l’opportunità di creare una capsule collection per una linea casual sportivo glamour: una bella soddisfazione!
Come va il negozio di abbigliamento "Penelope" aperto nel marzo del 2014 a Massa con sua sorella Chiara? Difficile fare l’imprenditrice oggi?
Se non si fa qualcosa muore tutto! Io non mi arrendo mai. Bisogna fare un passo alla volta e andare avanti. Le piace anche lo spettacolo. È stata nel cast di Femmine contro maschi (con Ficarra e Picone), ha condotto una puntata di Colorado e fatto uno spot con Belen.
Ho avuto queste opportunità e le ho colte. Nel tempo libero mi piace provare a fare altro. Lo rifarò se capiterà.
E il mondo dello spettacolo? Ha partecipato al film Femmine contro maschi con Ficarra e Picone, condotto l’ultima puntata di Colorado nel dicembre dl 2012, fatto pubblicità con Belen.
Ho avuto queste opportunità e le ho colte. Nel tempo libero mi piace provare a fare altro. Ma anche qui c’è da allenarsi e io non ho ho avuto il tempo per farlo. Sono scesa i campo e me la sono cavata. Lo rifarò se capiterà, ma la mia prioritá per ora è la pallavolo.
Niente fidanzato?
Dal punto di vista sentimentale sono serena e tranquilla.
Quindi è innamorata?
Penso sia una fortuna avere vicino una persona che rappresenta l’altra tua meta.
L’uomo ideale?
Sono sempre piùesigente. Voglio rispetto e onesta. Dall’esterno tante coppie sembrano perfette, ma non ècosi. Chi avrebbe mai detto che Buffon e la Seredova si sarebbero lasciati? E se ci si assomiglia troppo poi ci si annoia.
Voglia di un figlio?
Si. Nel 2005 ho scritto un libro, La Melagrana (Insigna Editore) che parlava della mia vita da atleta. E l’ho dedicata a mio figlio/figlia. Pero bisogna farlo/a con la persona giusta. Dopo i Mondiali sarebbe un bel regalo.