Maria Antonietta Calabrò, CorriereEconomia 30/6/2014, 30 giugno 2014
IOR CHI SONO GLI UOMINI CHIAVE DELLA NUOVA FINANZA VATICANA
Sarà sicuramente un caso, una coincidenza, anzi, una pura coincidenza. La scelta del Torrione di San Giovanni, come sede, da poche settimane del nuovo dicastero della Curia romana, dalla nuova Segreteria dell’economia, affidata al cardinale australiano George Pell, che il Papa ha soprannominato «il Ranger».
Costruito nell’848 da Leone IV per difendere la basilica di San Pietro dalle incursioni dei musulmani, la Torre culmina alla cima del monte ed è situato all’estremità occidentale della Città- Stato, nei giardini vaticani.
Proprio dall’altra parte ad Est, c’è la «Torre di Niccolò V», che ha meno della metà degli anni (1453), e che ospita dal 1942 la sede dell’Istituto per le Opere di Religione. È piantata al centro, proprio addossata al Palazzo Apostolico, dove fino a Bergoglio viveva il Papa, come a sostenerlo dal basso. Mentre in più di mezzo secolo di storia, ne ha varie volte minato l’autorevolezza, se non l’autorità.
La Torre di Niccolò è vicina al varco della Porta Sant’Anna, cioè a quel «confine» con l’Italia, che segna una prossimità con il nostro Paese che nel bene e nel male ne ha condizionato la vita, con una serie infinita di scandali.
Ecco, a vederla così la disfida dei due Torrioni, può sembrare che la Torre di San Giovanni, periferica, lontano dal Palazzo, lontana dall’Italia, incarni meglio della Torre dello Ior, la visione delle finanze vaticane di Papa Francesco. Un’immagine certamente suggestiva, se si limita a questo.
Appuntamenti
Domani, 1 luglio, e per quattro giorni, si svolge il quarto C8 (Consiglio) dei Cardinali, cioè la riunione dei porporati consiglieri di Papa Francesco. E verrà fatto un nuovo punto-situazione sull’amministrazione e le finanze della Santa Sede, dopo che il Pontefice, ad aprile, ha deciso che lo Ior dovesse continuare ad esistere (una sua chiusura tout court era stata troppo frettolosamente annunciata). Al C8, i cardinali Pell e Reinhard Marx (il coordinatore del Consiglio per l’economia) presenteranno anche il business plan dello Ior. Sul tavolo anche i tanti cambiamenti nei rapporti di forza nelle finanze vaticane.
C’è una posta enorme in gioco: chi gestirà gli investimenti delle grandi proprietà mobiliari ed immobiliari della Santa Sede: ancora in parte lo Ior o tutto finirà nelle mani della Segreteria per l’economia? Oppure, lo Ior si limiterà a fornire solo servizi finanziari per gli enti religiosi sparsi in tutto il mondo?
Sul tappeto anche i nuovi Statuti che il monsignore inglese Brian Ferme è stato incaricato di elaborare per la Segreteria e per il Consiglio. Da quanto verrà messo nero su bianco e approvato dal C8, dipenderanno molte cose. Nel Torrione di San Giovanni svolge un ruolo strategico e di leadership , «il Maltese», cioé Joseph Zarha governatore della Banca centrale isolana, ormai quasi vent’anni fa (92-96), professore anzi lecturer alle Università di Malta e di Messina. Intorno a lui ruota un gruppo di membri della Segreteria a sostanziale prevalenza anglo-tedesca. Consulente della Prefettura degli affari Economici (dal 2011), Zarha è stato poi per quasi un anno presidente della Cosea, la Commissione d’inchiesta sulle finanze Vaticane, decisa da Francesco alla fine del luglio scorso.
Ordinario di Economia aziendale proprio a Messina, l’unico italiano, Francesco Vermiglio, fino al 2007 docente alla Luiss. Ci sono poi tra, i personaggi di spicco, il francese Jean-Baptiste De Franssu, presidente della società di advisory Incipit, ex presidente di Efama, associazione europea di management dei fondi e degli asset. Nel Consiglio c’è poi John Kyle, canadese. Mentre Pell ha nominato un laico australiano, Danny Casey, finora semplice amministratore di una Diocesi, per quanto importante come quella di Sidney, e organizzatore della Gmg 2008, project manager della Segreteria dell’ Economia.
Nelle ultime settimane il ruolo di vigilanza sulle attività finanziarie che in base al Motu proprio Fidelis dispensator et prudens viene attribuito alla nuova Segreteria dell’economia, secondo autorevoli fonti italiane, potrebbe addirittura mettere in questione il percorso di trasparenza certificato, nello scorso dicembre da Moneyval, perché nel processo finanziario vaticano si è inserito un nuovo soggetto, che finora non è mai stato valutato dal Comitato del Consiglio Europeo che applica le direttive del Gafi (Gruppo di azione finanziaria) in materia di antiriciclaggio e contrasto al finanziamento al terrorismo.
Bankitalia
Il C8, in realtà, negli ultimi mesi è diventato un C9, visto il ruolo crescente — anche sulle questioni economiche — del segretario di Stato Pietro Parolin, membro della Commissione cardinalizia di controllo sullo Ior, e che è stato chiamato dal Papa a partecipare ai due precedenti C8.
Ad di là della sostituzione di un gruppo di potere con un altro, la vera cartina al tornasole sarà costituita dai rapporti con l’Italia: sarà questo a segnare in qualche modo il prossimo futuro. Un capitolo corposo di questo dossier è costituito dai conti misti dello Ior presso le banche italiane (dove sono congelati — dopo le indagini antiriciclaggio della magistratura partite con il blocco di 23 milioni di euro nel settembre 2010 — da un minimo di 150 milioni ad un max di 300 milioni di euro) e quello dell’attività dell’Apsa (l’Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica), attraverso i cui conti in Italia, il Vaticano ormai paga gli stipendi dei propri dipendenti, a motivo del congelamento dei «conti misti». Si tratta di pagamenti anomali, (non essendo l’Apsa autorizzata all’attività bancaria), finora tollerati per bypassare il blocco dei conti misti. Il direttore generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi, nel recente convegno di Milano per i trent’anni dell’Associazione banche straniere ha ribadito che anche nella prospettiva dell’Unione bancaria, la vigilanza sulle filiali italiane e le attività degli istituti extracomunitari qual è Ior continuerà ad essere di Banca d’Italia.