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 2014  luglio 02 Mercoledì calendario

GIUSTIZIA/1

«Io dico sempre sì alla giustizia nel calcio. E la tecnologia a questo punto è fondamentale. Ho sempre pensato che la moviola sarebbe stata nel calcio dei nostri figli: forse si sta accelerando» (José Mourinho e l’introduzione della moviola n campo).

GIUSTIZIA/2 «Se Andreotti fosse stato giudicato con i criteri della giustizia sportiva, avrebbe preso l’ergastolo. E l’ex ministro della Sanità, De Lorenzo, sarebbe stato fucilato. E Cirino Pomicino l’avrebbero mandato in Siberia» (Giampiero Mughini).

VENDETTA «Il giorno della finale del Mondiale 2010 è stato il peggiore della mia vita. Ma il calcio ti dà sempre la possibilità di vendicarti. È la sua bellezza» (Wesley Sneijder).

MENO «Sulla carta non c’è partita tra me e Froome o Contador, ma nello sport si gareggia proprio perché nulla è scontato. Io so di avere qualcosa meno di loro, ma so anche di essere in possesso di una testa e di un cuore che non è meno di loro» (Vincenzo Nibali).

ITALIANO «Va detto che Balotelli è un giocatore che fa discutere e che, da quando è nato, vive una situazione non facile perché ha origini africane, è stato adottato ed è cresciuto in Italia, ma non tutti lo hanno fatto sentire italiano» (Leonardo).

CASA «Sono arrivata in Florida a 8 anni per giocare a tennis. È stato uno choc per la mia famiglia. Non eravamo mai stati in America, non parlavamo la lingua, non ci siamo adattati facilmente. Ora però la Florida è casa mia» (Maria Sharapova).

SCHIAFFI «Quanti schiaffi presi, sentiti, patiti. Fanno parte di me, piacerebbe a tutti avere un cancellino, fare finta che nulla sia capitato, se guardo indietro, risento lo schianto. Ero un’adolescente incerta e insicura, non sapevo quale strada scegliere. E poi non mi sentivo libera» (Carolina Kostner).

TALENTO «Bisogna avere il coraggio di uscire dalle vecchie logiche politiche. Qui bisogna rimettere il calcio al centro di tutto. In particolare la tecnica, sono avvilito quando vedo i ragazzini imbrigliati negli schemi. Il calcio italiano è stato grande grazie al talento. Ora non siamo più né carne né pesce» (Sandro Mazzola).

NONNO «Ho cominciato a 4 anni con le minimoto dei miei cugini. Poi ho proseguito grazie a mio nonno. Siamo stati sempre complici, insieme abbiamo fatto cose che se raccontassi oggi mia mamma finirebbe per arrabbiarsi parecchio. Quindi è meglio che lasciamo perdere…» (Romano Fenati).