Mario Ajello, Il Messaggero 30/6/2014, 30 giugno 2014
SVOLTA FILO-GAY DI BERLUSCONI: I DIRITTI SONO FATTORE DI CIVILTÀ
IL CASO
ROMA In Forza Italia, pensavano di poter trascorrere una domenica tranquilla. E invece, ieri sera, nelle telefonate tra big e peones azzurri, nei dialoghi tornando dal mare, nelle conversazioni per preparare la settimana politica che si sta aprendo, l’umore dei berluscones è stato riassunto in un ragionamento largamente condiviso: «Se giovedì, all’assemblea dei parlamentati, il presidente ci viene a parlare anche dei diritti civili o di quelle menate lí, rischia di restare solo. Pensi invece a convincerci sulla riforma del Senato e vediamo se il partito lo segue ancora».
IL NUOVO CORSO
Ecco, il Berlusconi modello Pascale non piace granché nel partitone che vive tanti travagli e quello chiamato Francesca vorrebbe evitarselo davvero. Il fatto è che, finora, Berlusconi assecondava, senza appassionarsi troppo, le continue insistenze pubbliche e anche private della sua fidanzata in favore dei diritti civili, delle unioni di fatto e dei matrimoni omosessuali. Ma ieri, a strettissimo giro dall’adesione di Francesca (insieme a Vittorio Feltri) all’Arcigay, Silvio in love (come molti lo chiamano) ha immediatamente rilanciato il punto di vista e la mission di Pascale e lo ha fatto diramando una nota, che sembra dettata dalla non ancora consorte che forse in qualche modo consorte sarà sia pure senza nozze. E insomma: «Quella per i diritti civili omosessuali - annuncia Berlusconi - è una battaglia che in un Paese moderno dovrebbe essere un impegno di tutti. Da liberale ritengo che, attraverso un confronto approfondito, si possa raggiungere un traguardo ragionevole di giustizia e di civiltà».
L’ex Cavaliere sta parlando soltanto delle unioni gay e evita di estendere il discorso alle unioni civili in generale ma il punto vero - come in molti sospettano nel suo partito - è quello del riconoscimento giuridico delle coppie eterosessuali fuori dal matrimonio tradizionale. Ossia: non è che Silvio ci infila in una campagna per le unioni di fatto, che non sono in linea con il nostro Dna politico-culturale, perché ha bisogno di regolarizzare la Pascale senza sposarla e senza far arrabbiare i figli per i quali ha parlato Barbara: «Escludo che mio padre si voglia risposare»? C’é chi dice che queste sono malignità e c’è chi dice che in Silvio - voglioso di accontentare tutti, sia la prole sia la fidanzata - ragionamenti del genere sono tutt’altro che impossibili. Di fatto, alcuni parlamentari del Pd hanno raccolto sfoghi dei loro colleghi berlusconiani, preoccupati all’idea che l’ex Cavaliere intenda intraprendere una crociata a favore dei diritti civili che spaccherebbe Forza Italia più di quanto già non lo sia. In fatto di matrimoni gay, subito è arrivato il freno di Maurizio Gasparri. Così: «Bisogna rispettare i diritti e evitare discriminazioni. Ma resto convinto che matrimoni gay e adozioni da parte di coppie gay siano una scelta sbagliata. Oggi come ieri». Come a dire che per lui non c’è proprio niente di nuovo: la linea a destra è sempre stata una.
LE RASSICURAZIONI
Poi, alle ore 19, in una doppia conversazione telefonica, sia con Gasparri sia con Mariastella Gelmini, Silvio assicura a entrambi: «Sono contrario ai matrimoni gay». Anche se nella nota ha detto l’opposto. Dov’é la verità? Sta nel fatto che sui diritti civili Berlusconi è sempre stato su una posizione diversa rispetto a quella della maggioranza del suo partito. Sta nel fatto che convive con Francesca e ne ascolta le istanze libertarie, le stesse che danno fastidio a molti azzurri che di lei parlano così: «Per esistere politicamente, la Pascale s’è ritagliata questa parte della pasionaria dei diritti universali». Con argomentazioni come questa, che Silvio condivide e che potrebbe rappresentare la sua scappatoia: «Da liberale sono convinta - è il Pascale pensiero - che se due persone non possono o non vogliono formare una famiglia non per questo lo Stato può negare loro il diritto di vedersi riconosciuto il loro legame. Ed è razzismo non rispettare due persone che si amano».
Proprio al Giornale di casa Berlusconi, ieri Francesca ha detto chiaro e tondo come la pensano ad Arcore ormai: «Nel centrodestra l’arretratezza su questi temi è maggiore. È un grave danno al Paese aver lasciato per decenni il monopolio dei temi dei diritti civili alla sinistra. Lo dico da cristiana, cristiana che spesso viene guardata con pregiudizio severo perché al fianco di un uomo che non solo ha cinquant’anni più di me ma è anche pluridivorziato: Dove c’è l’amore ci può essere una famiglia». Le due persone di cui parla Pascale sono Silvio e Francesca?