Giovanni Bucchi, ItaliaOggi 28/6/2014, 28 giugno 2014
SEGRETARIO PUGLIESE PD? NON BASTA
L’incarico da segretario regionale del Pd non gli basta. Per lui è un ruolo troppo burocratico, troppo lontano dai cittadini, una carica prettamente politica e non amministrativa che rischia di confinarlo nel dimenticatoio, a debita distanza dall’interesse dei mass-media. Come se non bastasse, la sola guida del partito in Puglia non gli permette di prolungare la sua aspettativa da magistrato.
Solo con quella mansione, dovrebbe infatti tornare suo lavoro, e probabilmente lontano da casa. Tutti elementi in contrasto con la sua più grande aspirazione: quella di conquistare la Regione Puglia alle elezioni del 2015, dopo aver battuto in un primo momento Nichi Vendola o chi per lui del Sel alle primarie di centrosinistra, e in una seconda fase il candidato indicato da Raffaele Fitto per il centrodestra.
Inutile dire che stiamo parlando di Michele Emiliano, da poche settimane ex sindaco di Bari, uno che di uscire dalla scena o di mettersi per qualche giorno in seconda fila non ne vuole proprio sapere. Non contento di aver oscurato più di una volta il suo delfino ora diventato sindaco, Antonio Decaro, durante la campagna elettorale, il renziano sui generis che ambisce al ruolo di guida del Pd meridionale, s’è inventato due nuovi incarichi che, oltre ad averlo ri-catapultato in pochi giorni sulle prime pagine della stampa pugliese, gli permettono di prorogare l’aspettativa da magistrato. Altrimenti il rischio sarebbe stato quello di tornare a indossare la toga, ma a parecchi chilometri da Bari.
Assessore e consigliere delegato. Sono questi i due nuovi ruoli, entrambi a titolo gratuito, che Emiliano è riuscito a guadagnare in pochi giorni. Il primo riguarda il Comune di San Severo in provincia di Foggia, guidato dal sindaco Francesco Miglio che gli ha assegnato l’assessorato alla Legalità e alla Polizia municipale. Emiliano s’è presentato in Municipio dopo un viaggio in Intercity («ci andrò in treno così capirò anche la vita e le difficoltà dei pendolari» ha detto) con codazzo di giornalisti al seguito e fotografi in stazione pronti a immortalarlo. Tanto per rubare la scena a qualcuno, ancora una volta al povero Decaro, l’ingombrante Emiliano ha annunciato questa sua nuova nomina poco prima di cedere la fascia tricolore al suo successore, durante la cerimonia nel Palazzo comunale di Bari. «Dovevo fare il ministro, il sottosegretario, e invece farò l’assessore» ha scherzato, dimenticando però che doveva fare pure il capolista del Pd alle europee nella circoscrizione Sud, ma il premier Matteo Renzi gli ha poi preferito Pina Picierno.
Non solo assessore, ma pure consigliere delegato del sindaco. In questo caso del Comune di Santeramo in Colle. E’ stato infatti proprio il primo cittadino, Michele D’Ambrosio, a comunicare due giorni fa sulla sua pagina Facebook la nomina di Emiliano a «consigliere del sindaco incaricato per il Piano attuativo dell’Accordo di programma per il rilancio dell’area Murgiana». «E’ una scelta da me fatta perché mi sono reso conto che non è sufficiente aver avuto 101 milioni di euro per rilanciare la nostra economia, mantenendo gli stessi livelli occupazionali, ma occorre ricercare vie nuove per attrarre gli investitori nella nostra area» ha detto il sindaco. Ma perché proprio Emiliano? «Occorreva individuare – incalza D’Ambrosio – una personalità di alto profilo perché si proseguisse nella ricerca di contatti importanti con chi potrà trovare convenienza a investire in tutta la Murgia e a Santeramo in particolare», e l’ex sindaco barese «ha un forte prestigio politico che va oltre la Puglia».
In attesa quindi che si definiscano regole e date per le primarie del centrosinistra alle regionali, con Sel pronto a candidare il senatore Dario Stefano anche se c’è ancora chi parla di un Nichi Vendola tentato dal terzo mandato, Emiliano inizia in anticipo la sua campagna elettorale. Che lui miri alla presidenza della Regione non è un segreto, l’ha già chiarito pubblicamente. Ma nel Pd pugliese non sono tutti d’accordo, e già ci si prepara alla controffensiva per arginare lo strapotere dell’ex sindaco, eletto segretario regionale senza alcun contendente e ora reinventatosi assessore e consigliere di due Comuni minori pur di restare sulla breccia e non tornare a lavorare.
Giovanni Bucchi, ItaliaOggi 28/6/2014