Francesco Grignetti, La Stampa 28/6/2014, 28 giugno 2014
LA PITTRICE MANAGER CON LA GRANDE PAURA DELLO STALKING
Raccontano che sia una donna d’affari come poche, Maria Stella Giorlandino, la presidente di Artemisia Lab, un gigante della sanità privata nella Capitale. Una che entra in ufficio al mattino e ne esce alla sera. Ma la signora Giorlandino è anche una personalità eclettica, architetto di formazione e pittrice per passione. La sua ultima mostra s’è tenuta un anno fa nei prestigiosi saloni del Vittoriano, a Roma, con superlative critiche. «L’Arte- scriveva nell’occasione - è il mezzo con il quale si può trasmettere al resto del Mondo la propria diversità per affrontare la vita e lasciare un messaggio definitivo».
La signora vanta buone frequentazioni nella politica e nell’economia cittadine e frequenta i salotti, come è quasi d’obbligo in certo fastoso ambiente romano. Maria Stella Giorlandino è però anche una donna animata da forte carica civile, vedi la Artemisia Onlus, un’associazione che finanzia con i proventi dei laboratori diagnostici e che ha aperto in città diversi sportelli gratuiti contro lo stalking.
Pare anzi che il fenomeno dello stalking fosse divenuto un assillo per la signora Giorlandino. Recentemente aveva denunciato per atti persecutori «dei brutti ceffi che la seguivano in motorino», per dirla con le parole del marito, e in passato anche le istituzioni pubbliche. Persino i Nas dei carabinieri che avevano controllato i suoi laboratori d’analisi.
E ancora era ricorsa alla categoria dello stalking per i vigili urbani che avevano voluto ispezionare la sua fantastica villa sull’Appia antica, rivoluzionata di recente, dove erano stati ipotizzati abusi edilizi. Lei quell’ispezione l’aveva presa malissimo. «Ho subito negli ultimi anni grosse minacce, - disse in un’intervista - pressioni a livello di ispezioni di ogni tipo che hanno creato nella mia vita privata un grosso handicap psicologico. Noi donne siamo costantemente penalizzate e colpite con ogni forma di violenza morale e psicologica».
Un paio di anni fa aveva denunciato per stalking persino il fratello Claudio, medico neonatologo, presidente della Società di diagnosi prenatale. Ma quella era piuttosto una brutta lite di famiglia seguita alla morte del capostipite, il lungimirante Giuseppe che nel 1970 aveva dato vita alla società. Una Dinasty dei Parioli.
È un fatto che dopo la rottura e la denuncia per «stalking familiare», le strade dei fratelli Giorlandino si erano separate. Lei a capo della Artemisia Lab, che vanta ora ben 9 centri di diagnostica tra Roma e Lazio, convenzioni con l’università La Sapienza e il Bambin Gesù, l’illustre genetista Bruno Dallapiccola alla guida del comitato scientifico. Lui in una struttura più piccola, la ex Artemisia, ribattezzata Altamedica, sostenuta dall’omonima fondazione nata nel 2013. «La creazione del marchio distintivo - spiegava Claudio Giorlandino - ci assicura distinzione da laboratori operanti nelle medesime aree e nelle stesse città con nomi simili che possono generare confusione e dai quali risulta necessario differenziarci».
Mercoledì la signora aveva molto alzato la voce in una riunione con i manager della società. Il giorno dopo è scomparsa.
Francesco Grignetti, La Stampa 28/6/2014