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 2014  giugno 28 Sabato calendario

IL TRAMONTO DEI SURGELATI ESPULSI DAL FREEZER PER COLPA DEGLI CHEF IN TV


ROMA.
Da New York a Roma si torna ai fornelli. Per gusto, salute e risparmio. Sedotti da trasmissioni televisive culinarie come Masterchef e La prova del cuoco, italiani e americani sembrano decisi a snobbare sempre di più i piatti pronti congelati per andare a caccia di ricette in rete. Decisi a mettere le mani in pasta, la creatività ai fornelli e il pane in forno, comprando sempre più prodotti freschi a discapito dei frozen. Lo scrive il Wall street journal , spiegando con la ricerca di buoni sapori, l’amore per il bio e uno stile di vita salutista, l’inversione di rotta nei consumi statunitensi dopo anni di boom del surgelato che ha portato a 40 chili il consumo annuale procapite di questi prodotti.
Ipotesi confermata anche dai dati italiani sul mercato del cibo sottozero. Dopo 25 anni di crescita la crisi anche qui ha cambiato le scelte a tavola: le vendite di pasti pronti sono crollate del 12 per cento, le paste semilavorate hanno visto un meno 17 per cento nel 2013. Prodotti che rappresentano una nicchia di un mercato che ci vede consumatori di 15 chili di congelati l’anno. Ma l’intero settore è comunque in calo: gli acquisti di prodotti frozen nel 2013 sono scesi del 2 per cento rispetto all’anno precedente, passando da 534.195 tonnellate di venduto a 523.951.
Se i dati sono più contenuti rispetto all’America è anche perché lì il piatto pronto dilaga. Perché è la storia, la tradizione a fare la differenza, anche a tavola. Eppure anche da noi se bisogna risparmiare non si comprano più i minestroni preconfezionati o le zuppe elaborate con ricette (meno 6 per cento rispetto al 2012) ma si fanno semplicemente in casa cercando in internet o nei libri della nonna la formula giusta che dosa spezie e sapori.
Resistono, anzi crescono gli amanti del buon cibo, conferma Vanni Codeluppi, docente di Sociologia dei consumi allo Iulm, che si confessa pessimo cuoco ma buona forchetta. «C’è evidente il bisogno di ritrovare in cucina una cultura che si è in parte persa da quando è mancata la trasmissione del sapere generazionale. Le mamme dagli anni Settanta in poi lavorano fuori e hanno poco tempo per stare ai fornelli, per questo motivo molti giovani guardano la tv e si appassionano alle serie che insegnano a farsi da mangiare. Poi tra la crisi che lascia più tempo libero e porta a tagliare i cibi più costosi (e i pasti pronti lo sono), e la voglia crescente di cibo naturale e biologico, i prodotti congelati a volte perdono terreno perché il sottozero viene vissuto come industriale nonostante sia di ottima qualità».
La crisi ha fatto tagliare in media di oltre il 3 per cento la spesa alimentare degli italiani, più di quanto hanno mediamente ridotto gli acquisti di prodotti surgelati, sottolinea Bruno Piraccini, direttore di Orogel che snocciola le cifre del mercato nazionale dove i prodotti ittici hanno visto un calo del 4,5 per cento, come sono in calo le carni bianche e quelle rosse mentre un altro record negativo spetta alla frutta congelata (meno 15 per cento).
Ma poi Piraccini precisa: «La realtà è che metà degli acquisti sottozero sono composti da verdura che praticamente costa come quella fresca se si conta il tempo risparmiato e quanto si riducono gli sprechi alimentari tenendo le scorte in freezer».

Caterina Pasolini, la Repubblica 28/6/2014