Raffaella Cascioli, Europa.it 27/6/2014, 27 giugno 2014
CHI È JEAN-CLAUDE JUNCKER
Il democristiano Jean-Claude Juncker è un veterano dell’Europa delle istituzioni e un federalista ostile a molte delle esenzioni chieste dagli inglesi. Juncker, che è stato nominato oggi presidente della Commissione dal Consiglio Ue, è fautore della costruzione europea in visione federalista che gli è valso nel 2006 il prestigioso premio Carlo Magno per l’unificazione europea.
«Per me l’Europa – ha avuto spesso modo di dire – è un insieme di azioni concrete e di convinzioni forti» anche se «le convinzioni forti non aggiungono niente quando non si dà prova di pragmatismo».
Primo ministro del Lussemburgo per ben 19 anni dal 1995 al 2013, Juncker ha conosciuto tutti i dirigenti europei dai tempi di François Mitterand e Helmut Kohl. Ha dunque vissuto le profonde trasformazioni che in questi anni ha avuto l’Unione europea, il fallimento del trattato costituzionale nel 2005 e l’entrata in vigore del trattato di Lisbona 4 anni più tardi, ma anche la nascita della moneta unica, la crisi del debito sovrano e il salvataggio dell’euro, un obiettivo a cui si è dedicato con grande impegno negli 8 anni passati alla testa dell’Eurogruppo.
Nato il 9 dicembre del 1954 in uno dei sei Stati fondatori dell’Unione, un piccolo paese situato tra la Francia e la Germania, cristiano sociale abituato alle coalizioni con i socialisti con i quali ha sempre governato, ha dato prova in tutti questi anni delle sue abilità di mediatore e negoziatore attento al compromesso.
Figlio di un operaio siderurgico, ha lasciato la guida del governo in Lussemburgo alla fine del 2013, quando uno scandalo legato ai servizi segreti lo ha costretto ad uscire di scena, non è chiaro con quanti rimpianti visto che la sua attività europea eclissava di gran lunga quella nel Granducato.
Sono molti i politici europei che gli riconoscono non solo un’approfondita conoscenza dei meccanismi comunitari ma anche il fatto che non ci sia persona che Juncker non conosca tanto più che è l’unico in questo momento a poter fare una sintesi tra la destra sociale e la sinistra social democratica e ha una doppia cultura sia francese che tedesca.
Il primo ministro inglese David Cameron, che ha condotto una vera crociata contro la sua candidatura, lo accusa di essere un uomo del passato e la peggior persona per guidare l’esecutivo europeo. Oltre manica Juncker è stato al centro di una violenta campagna di stampa: è stato accusato di avere un debole per l’alcool e alcuni tabloids inglesisono arrivati persino a trattare suo padre, arruolato a forza nella Wermacht durante la seconda guerra mondiale, come un nazista.
Rilanciato sulla scena europea dopo la sua esclusione dal potere nel suo paese, Jean-Claude Juncker è apparso all’inizio della campagna come il candidato alla presidenza del consiglio europeo, che nel 2009 non era riuscito a conquistare, piuttosto che della Commissione con i suoi ritmi sfrenati.
Durante la campagna elettorale per le europee Juncker, che era il candidato del Ppe e che compirà 60 anni alla fine dell’anno, ha avuto difficoltà ad entusiasmare nei suoi discorsi. Nel corso degli anni è stato spesso giudicato per il suo umorismo spigoloso e per il suo parlare franco al punto da non esitare di usarlo contro le grandi capitali quando rifiutò il dictat franco-tedesco sull’Europa chiedendo a Parigi di rispettare i suoi impegni in tema di deficit o invitando Berlino a una maggiore solidarietà nei confronti dei paesi in crisi.
Nel giugno del 2005 denunciò «gli interessi meschini e sordidi» che si nascondevano dietro l’opposizione britannica al progetto del suo super Stato europeo, nel corso di un discorso al parlamento europeo considerato come un violento attacco anti britannico.
Tuttavia questo navigato uomo politico europeo ha dato prova di saper coniugare il suo idealismo con un solido senso di realismo, anche se per molti alla guida dell’Eurogruppo ha contribuito a elaborare e a mettere in pratica le politiche di austerità imputate in seguito alla Commissione.