Paolo Siepi, ItaliaOggi 27/6/2014, 27 giugno 2014
PERISCOPIO
Alessandra Mussolini: «Il Partito popolare europeo non mi vuole per via del mio cognome». ’Sti froci. Spinoza. Il Fatto.
Alfano è un soprammobile in casa Renzi. Matteo Salvini, segretario della Lega Nord. Corsera.
Nel vuoto delle ideologie spunta una certezza: essere di sinistra, oggi, significa schierarsi per Balotelli. Jena. la Stampa.
«I cinque stelle si sono incontrati con Renzi». «Dopo Farage, non gli fa più schifo niente». Vignetta di Vauro. Il Fatto.
Renzi è scaltro, mi lascia un po’ perplesso. Ma se riuscisse a sterilizzare il potere di ricatto della Cgil e a restituirci un sindacato «tedesco» allora avrebbe fatto il miracolo, e l’Italia avrebbe fatto un enorme passo avanti. Alberto Bombassei, patron di Brembo, deputati di Scelta civica. Corsera.
Il mio stipendio è di 258 mila euro lordi l’anno. Non ho premi di risultato, non ho buonuscita. E non ho autista personale. Guido un’azienda con oltre 9 mila dipendenti, con la responsabilità morale e giuridica del trasporto di 1.300 persone a bordo di un treno ogni 130 secondi. Il cda ha compensi ridotti del 60% rispetto al precedente. Bruno Rota, presidente dell’Atm, l’azienda milanese dei trasporti. la Repubblica.
L’eccesso di tenerezza prepara ferocie che una moderata e tempestiva severità previene, ed è pericoloso, oltre che stupido, identificare l’autoritarismo con la puntualità dei treni e la democrazia con lo sfascio dei trasporti. La cultura politica italiana non ha ancora ripescato dalla spazzatura, dove li ha gettati negli anni Settanta, due principi elementari che riguardano tutti, cittadini e stato, capitale e lavoro. Il primo principio è che una società tende lentamente a sfasciarsi se oltre alla persuasione non ricorre alla dissuasione; perché, se è sciocco comminare innumerevoli divieti (come accade in Italia), è però suicida non farne rispettare nessuno. Il secondo principio confuta la pretesa sindacale che le poste siano il problema dei postini, i trasporti urbani i problemi dei tranvieri, la sanità il problema degli operatori sanitari e così via. Certo, i problemi di tutti i servizi sono in parte anche i problemi di chi li fa funzionare, ma sono soprattutto problemi di chi li deve usare. Il che significa che non basta soddisfare le richieste degli insegnanti per arrestare lo sfacelo della scuola. Saverio Vertone, L’ultimo manicomio - Elogio della Repubblica italiana. Rizzoli. 1992.
La definizione più bella di Adriano Celentano la diede Giorgio Bocca: «Un cretino di talento». Celentano ha un intuito infallibile nel cavalcare le mode pseudoculturali. Nei pistolotti che declama vi sono le stesse ovvietà di cui sono infarcite le sue canzoni: l’ecologia, i prati che non ci sono più, il cemento che avanza, la bontà del Signore, la fedeltà. E l’amore. Che, si sa, è sempre preferibile all’odio. Solo un genio riesce a dire tante banalità terrificanti spacciandole per pillole di saggezza grazie a un tono ispirato, profetico, da santone. Dopodiché la moglie Claudia Mori, un falchetto nel ramo affari, passa all’incasso. E che incasso: milioni di euro. «Siamo la coppia più bella del mondo e ci dispiace per gli altri». Mi sa che hanno ragione. Come predicatore, Celentano fa venire il latte alle ginocchia. Come cantante, mi pare un po’ stonato. Come genitore, sorvoliamo per carità di patria. Come editorialista, non ne parliamo: solo lo stomaco da struzzo del mio amico Ferruccio de Bortoli riesce a digerire gli originali sgrammaticati, senza capo né coda, che il Molleggiato invia al Corriere in occasione di eventi da lui considerati epocali. Vittorio Feltri e Stefano Lorenzetto, Buoni e cattivi. Marsilio.
Bisogna andarci dentro, a queste colline del Monferrrato, nell’ora più calda dei giorni attorno al solstizio, per tuffarsi dentro l’estate. Per berla, quasi, come acqua fresca in una giornata bollente; per inebriarsi del profumo di fiori di campo, di tiglio e di polvere, che sale dalle strade riarse. Colline verdi o del colore dell’oro, nei campi di segale imbionditi dal sole; e dolci, e morbide come un corpo di madre. Colline come onde di un antichissimo mare, solidificate in un istante remoto alla parola di un Creatore. Scendo per la sterrata che porta nel prato grande. Che gran silenzio a quest’ora, mentre il sole sale degli ultimi gradi ed ecco, è allo zenit, e da lassù irraggia trionfante. Chiudo gli occhi e come quando ero bambina vedo il rosso vivo della luce abbagliante, che filtra attraverso le palpebre. Estate, finalmente. I passi lenti sui sentieri svelano un mondo. Le more acerbe e dure fra i rovi, e le ciliegie selvatiche che luccicano come gioielli. I girasoli non sono ancora fioriti, ma lo stelo è già alto e forte, e la corolla leonina si prepara a schiudersi. Mi incanta il tronco contorto di un vecchio gelso, mastodontico e come impietrito dagli anni: quanti solstizi d’estate, e quante gelide notti d’inverno sono rapprese nella sua grinzosa corteccia? Marina Corradi. Avvenire
Crediamo in un mucchio di fole, che i dittatori sono liberatori e gli economisti ne imbroccano una, ma guai a credere che esiste un Paradiso per chi santamente è stufo, un Purgatorio per chi vuole spassarsela anche da quelle parti, un Inferno per chi pensa che sia meglio di niente. Guai fantasticare l’Aldilà, raccontarlo, sognarlo, piantumarlo; suona assai poco chic e ancora meno ragionevole. Bravi, bravissimi, intanto col trionfo dell’atea medicina sulla teologia, la vita si è allungata di vent’anni ma si è accorciata un’eternità. Umberto Silva, psicanalista. Il Foglio.
Gli uomini sono disposti a tutto pur di andare a letto, anche ad amare; le donne sono pronte a tutto per amare: anche andare a letto. Se il discorso fra uomo e donna è oggi sullo stesso piano, la pratica non lo è; e non può esserlo perchè il desiderio riposa su questa differenza. La nostra epoca è schizofrenica perchè ha fatto dell’uguaglianza un dogma sacro e mette in scena un desiderio sessuale ossessivo che non può sopravvivere senza l’idea arcaica fondatrice. Bladine Pènicaud. Les rèvolutions de l’amour.
Just because you do not take an interest in politics it doesn’t mean politics won’t take an interest in you! Pericles (430 B.C.).
«Fammi del male!» dice il masochista. «No!» risponde il sadico. Gino Bramieri, Barzellette. Euroclub.
Dire di sì a tutti significa non riscuotere la stima di nessuno. Roberto Gervaso. il Messaggero .
Paolo Siepi, ItaliaOggi 27/6/2014