Andrea Montanari, MilanoFinanza 27/6/2014, 27 giugno 2014
FININVEST IN ROSSO. NIENTE CEDOLA
La crisi del mercato pubblicitario, le ristrutturazioni delle aziende controllate con i relativi oneri, le svalutazioni (in particolare quella sul 50% detenuto in Mondadori) e soprattutto l’effetto del Lodo Mondadori hanno mandato in profondo rosso i conti di Fininvest. E, come già anticipato da MF-Milano Finanza lo scorso 10 giugno, la holding della famiglia Berlusconi ha deciso di non distribuire il dividendo agli azionisti dopo i 93 milioni di cedola garantiti lo scorso anno attingendo dalle riserve.
Ieri l’assemblea della finanziaria presieduta da Marina Berlusconi ha approvato i conti del 2013, che a livello consolidato si sono chiusi con un fatturato di 4,716 miliardi (-8,5% rispetto al 2012), un mol di 1,24 miliardi (-1,6%), un ebit negativo per 485,9 milioni, in linea con il dato dell’anno precedente, e una perdita di 428,4 milioni rispetto al rosso di 284,5 milioni del 2012, L’indebitamento è sceso da 1,88 a 1,53 miliardi grazie anche alla generazione di cassa (157 milioni) e l’avanzo finanziario è stato di 345,6 milioni su un patrimonio netto consolidato di 4,76 milioni. Sull’ebit e sulla perdita, in particolare, hanno inciso sensibilmente gli oneri non ricorrenti (723,8 milioni) riferibili alla sentenza del Lodo Mondadori (favorevole alla Cir dei De Benedetti) e le svalutazioni. «Escludendo l’impatto di queste poste, il risultato operativo è positivo per 237,9 milioni», si legge nella nota Fininvest. E anche il risultato netto, escludendo tali fattori, sarebbe positivo per 91,7 milioni.
A livello di spa il 2013 si è chiuso con una perdita di 382,8 milioni. A pesare, specifica il comunicato, «i 491,3 milioni di oneri rilevati a seguito della sentenza definitiva per il Lodo» e svalutazioni per 124 milioni riferibili principalmente alla partecipazione in Mondadori. La capogruppo però l’anno scorso ha beneficiato della plusvalenza netta di 234 milioni relativa al collocamento, avvenuto a fine anno, del 5,61% della partecipazione in Mediolanum (ora vicina al 30%). «Escludendo questi effetti, il risultato netto della spa registra un sostanziale pareggio», fanno sapere da via Paleocapa. Questi numeri hanno fatto propendere i soci per la non distribuzione del dividendo alle holding di Silvio Berlusconi e dei figli Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi.
È stato infine nominato il nuovo cda, che vede la conferma dei vertici (Marina Berlusconi, presidente e Pasquale Cannatelli, amministratore delegato) e degli altri consiglieri. Esce invece il vice presidente Maurizio Costa, che dal 1° luglio assumerà l’incarico di presidente della Fieg, e rientra Pier Silvio Berlusconi in qualità di consigliere.
Andrea Montanari, MilanoFinanza 27/6/2014