Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  giugno 27 Venerdì calendario

NEANCHE LA MORTE FERMAVA SAVILE


Londra
Uomini, donne, bambini, bambine, ragazzi e ragazze. Non buttava via niente, Jimmy Savile. Neanche i morti, si scopre ora. Le vittime avevano dai 5 ai 75 anni, rivelano le indagini sul defunto dj di Top of the Pop, il popolare programma britannico della Bbc, morto nel 2011. Si era parlato finora di uno dei casi più clamorosi di pedofilia mai scoperti al mondo. Ora arrivano altri dettagli agghiaccianti che rivelano anche la passione per i morti. Un predatore sessuale insaziabile, lo definiscono i giornali britannici, che non risparmiava nessuno. E anzi, sfruttava la debolezza delle vittime e la sua posizione di potere e notorietà, per molestarle.
Gli ultimi sviluppi dell’indagine raccontano particolari inediti e terribili. Noto per le sue attività di filantropo e benefattore, Savile entrava e usciva dagli ospedali pubblici britannici senza nessun tipo di controllo. Avrebbe compiuto atti osceni e molestie in ben 28 strutture, senza distinzione di genere ed età. Pazienti, visitatori e membri dello staff, per lui era lo stesso. Ma la cosa ancora più scioccante è quanto è accaduto all’obitorio di Leeds, dove Savile era molto amico del capo della camera mortuaria, oggi pure lui defunto. Grazie alla sua protezione, Savile entrava indisturbato nell’obitorio e “interferiva” con i cadaveri dei pazienti. Una ex infermiera ha raccontato agli investigatori che il dj si vantava di aver fatto sesso con i morti e di averli messi in posa per foto in posizioni oscene. Particolari raccapriccianti che rivelano una mente perversa e cattiva, a tal punto spavaldo e sicuro della propria impunità che ha anche rubato gli occhi di vetro dei cadaveri e ne ha fatto dei gioielli. Un altro testimone racconta di avergli chiesto una volta cosa fossero quei grossi bulbi montati sugli anelli d’argento che sfoggiava nel suo colorito abbigliamento e ha risposto: “Sono occhi di vetro dei cadaveri della camera mortuaria di Leeds”. I risultati delle indagini sono stati resi noti in un rapporto presentato ieri al Parlamento di Westminster dal ministro della Sanità, Jeremy Hunt. “Siamo profondamente scioccati”, ha detto un portavoce di Downing Street. E come se tutto questo non bastasse, un patologo del ministero dell’Interno si è addentrato nella dinamica degli atti sessuali con i cadaveri, sul rigor mortis e sulla possibilità di scattare foto da solo. Secondo la sua ricostruzione, tutto sarebbe stato più facile con l’aiuto di qualche complice. Il che fa presupporre che le rivelazioni non si fermeranno qui.

Caterina Soffici, Il Fatto Quotidiano 27/6/2014