Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  giugno 27 Venerdì calendario

DA TESTIMONE A TESTIMONIAL PIF NON CI GUADAGNA


Sempre la solita storia: il troppo, come si dice, stroppia. Le esagerazioni non pagano quasi mai. Prendete Pif, che non è il personaggio creato da José Cabrero Arnal, ma quello creato da Pierfrancesco Diliberto e rapidamente diventato cocco dell’intellighentia oltre che, pareva, anche del pubblico. Prima un programma antiretorico, Il testimone su Mtv. Poi un film antimafia, La mafia uccide solo d’estate . Poi il diluvio. Apparizioni.
Premi. Applausi. Benedizioni. Pif si è trasformato in un «legittimatore» che consacra gli eventi. In sostanza, si è spalmato ovunque. Sui palinsesti televisivi grazie alla colossale e pagatissima campagna della Tim a qualsiasi ora su qualsiasi canale. Su tutti i giornali.
E sugli eventi chic (da segnalare lui in giacca e cravatta di fianco a Stefania Sandrelli ai David di Donatello, tempio del conformismo). Ora gli tocca pure una rubrica su Radiorai. Poi uno si chiede: ma come fa a seguire tutto? Da testimone, Pif è diventato testimonial. Testimonial di se stesso. E lo ha fatto anzitempo perché, insomma, una tale lenzuolata di apparizioni te la puoi permettere solo con una carriera pluridecennale alle spalle, non con qualche anno di belle intuizioni.
Insomma, già la sua rubrica Sanremo & Sanromolo al Festival aveva scatenato pochi entusiasmi sinceri. Ma poi peggio. Si sperava che lui (o il suo staff, visto che è gestito dall’abile Beppe Caschetto) lo frenassero, consigliandogli più cautela nell’esporsi. Perché Pif è diventato Pif? Perché era una sorpresa per il grande pubblico già scoperta e apprezzata dal pubblico più curioso. Una sinergia solitamente inarrestabile che è cemento armato nella costruzione di qualsiasi carriera credibile.
Invece qualcosa ha iniziato subito a traballare perché, nell’epoca dell’esposizione h24,tra fama e sopportazione c’èsoltanto una sottilissima linea rossa. Il primo termometro, spesso il più credibile ma comunque sempre il più sensibile, sono i social network: lo ha investito una valanga di sarcasmo, nel quale spicca il feroce tweet di Gabriele Parpiglia, uno che sa fiutare l’aria che tira («Lo stimo, ma è diventato un prezzemolino.
Gli manca di condividere il trono con Gianni Sperti»).
E anche il nervosismo di Mtv è da non sottovalutare. Spieghiamo.
Qualche giorno fa la direttrice di Mtv, la brava Antonella Di Lazzaro, ha ammesso che ebbene sì, dopo lo sbarco globale di Pif, «magari qualcosa di più ci si poteva aspettare» all’interno della raccolta pubblicitaria comunque ottima della rete. Insomma, la sesta edizione de Il testimone testimonia che il feedback degli investitori pubblicitari, e quindi del pubblico, è inferiore alle aspettative (la notizia è stata riportata anche da Italia Oggi ). Ieri Mtv Italia ha precisato a Tv Blog di essere «tutt’altro che delusa dai risultati de Il Testimone» lasciando però intendere che, come spesso accade, una precisazione rischia solo di essere una notizia data due volte.