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 2014  giugno 27 Venerdì calendario

TORNA IL PETROLIO DI STATO CON RISERVE PER UN MESE


Da oggi torna il «petrolio di Stato». Le prime centomila tonnellate di greggio sono già state acquistate anche se il finanziamento con Société Générale per chiudere definitivamente l’operazione verrà siglato oggi: si tratta di poco più di 714 mila barili che corrispondono alla quantità di oro nero necessario per far girare l’Italia — industrie comprese — per 24 ore. Ma a regime le scorte statali copriranno il fabbisogno di un mese intero, un’operazione del valore di circa 3 miliardi di euro anche se serviranno anni per centrare l’obiettivo. Certo, non sfuggirà che l’Eni è ancora per il 30% del Tesoro anche se è stata privatizzata a partire dal ‘95. Ma la novità in questo caso è che si tratta di acquisti fatti direttamente attraverso l’Ocsit, l’Organismo centrale di stoccaggio italiano che opera quale divisione dell’Acquirente Unico, a sua volta una società del Tesoro. Sono in questo caso barili pubblici, formalmente e sostanzialmente. Si tratta di riserve petrolifere — da usare per eventuali crisi — che esistevano già: sono state istituite dall’Aie dopo l’Oil shock dei primi anni Settanta, quando gli italiani dovettero rispolverare le biciclette per affrontare il caro-benzina fuori controllo. Il clima oggi è diverso ma il problema di fondo rimane: siamo importatori netti di petrolio, come l’Europa nel suo complesso. E ogni tanto succede che qualche fatto grave metta in crisi temporanea l’oliato meccanismo di approvvigionamento. Per intendersi, l’ultimo risale al 2005 quando l’uragano Katrina mise in ginocchio gli Stati Uniti facendo tremare l’intero mercato del petrolio mondiale. Nel 2009 una direttiva europea introdusse l’obbligo di avere un organismo di stoccaggio e, in effetti, l’Italia era rimasto l’ultimo Paese a non averlo. Per intendersi, la Francia lo ha addirittura da 25 anni.
Dunque, niente paura: il petrolio di Stato non è un atto nostalgico e, anzi, per il pubblico è a costo zero visto che le spese sono a carico delle società petrolifere ben contente di dover stoccare meno dei 90 giorni previsti dagli anni Settanta (a regime, dunque, un mese sarà detenuto dall’Ocsit e due mesi dagli operatori privati). A livello politico fu Mario Monti a recepire quella direttiva come uno degli ultimi atti del proprio governo. E oggi ci siamo.
«L’avvio dell’Ocsit — spiega Paolo Vigevano, presidente e amministratore delegato di Acquirente Unico — che opera in maniera non discriminatoria e pro-concorrenziale riguarda il ruolo che lo Stato deve avere sul mercato. In questo caso interveniamo laddove i privati avevano mostrato di non sapere intervenire. Anche se il nostro profilo è per quanto possibile vicino a quello di mercato. Operiamo come negli altri Paesi come la Germania, la Spagna, la Danimarca, richiedendo dei finanziamenti sul mercato per acquistare il prodotto con la garanzia dello stesso. Si tratta di un meccanismo che viene usato per la prima volta in Italia. La gara per il finanziamento per comprare le prime scorte è stata anche una delle prime concluse con il nuovo codice degli appalti».
Il contratto per l’avvio dell’attività dell’Organismo Centrale di Stoccaggio Italiano sarà siglato oggi. Alla gara per il finanziamento hanno partecipato otto banche tra italiane e estere. Société Générale, aggiudicataria della gara, erogherà un finanziamento di 300 milioni di euro a cinque anni ad un tasso d’interesse variabile equivalente a 30 punti sopra il Btp di uguale durata. Sono stati offerti complessivamente 1,3 miliardi, valore quattro volte superiore rispetto a quanto richiesto. «L’ammontare delle proposte ricevute – ha concluso Vigevano – è un dato davvero importante, in quanto testimonia l’elevato interesse che il debutto di Ocsit ha suscitato all’interno del panorama finanziario europeo». Contemporaneamente alla provvista finanziaria, l’Ocsit ha dato corso alle gare per l’acquisto dei prodotti petroliferi e il relativo stoccaggio. Entro un anno è previsto l’acquisto di scorte per altri due giorni (sostanzialmente sono previsti 100 milioni per ogni giorno di riserve capaci di mandare avanti completamente l’Italia). Poi partiranno le altre gare per i finanziamenti successivi, in maniera da arrivare lentamente alle scorte pari a un mese intero. Tre miliardi di euro in petrolio di Stato.