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 2014  giugno 27 Venerdì calendario

«KILL KIM». E LUI VUOLE VENDETTA

Attori e giornalisti sono stati spesso usati come copertura per azioni dei servizi segreti. Così la Cia ha pensato di arruolare l’anchorman di un talk-show per assassinare il dittatore nordcoreano Kim Jong-un durante un’intervista. Calma: questa storia non è reale, è la trama di un film di Hollywood. Ma la reazione di Pyongyang è vera: «È un atto di guerra, se il governo americano permetterà l’uscita di questo film pazzo e malato le nostre contromisure saranno spietate», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri in un comunicato pubblicato dalla Kcna , la Korean Central News Agency.
La pellicola della Columbia Pictures che ha scatenato l’ira funesta di Pyongyang è The Interview , nelle sale il prossimo ottobre: James Franco interpreta un conduttore di talk-show che ottiene un’intervista con Kim Jong-un, ma prima della partenza viene contattato dalla Cia che gli propone di rendere un grande servizio alla nazione: sfruttare l’occasione unica dell’incontro ravvicinato per uccidere il capo del regime stalinista. Prima della missione, una analista della temuta agenzia di intelligence Usa spiega a James Franco e al suo produttore, interpretato da Seth Rogen: «State per entrare nel Paese più pericoloso del mondo, dove la popolazione crede a qualunque cosa dice la propaganda, compreso che Kim sa parlare ai delfini ed è tanto puro da non urinare e defecare».
Visto il trailer su Youtube (censurato in Corea del Nord ma evidentemente seguito con attenzione dai controllori del regime), Pyongyang ha definito il regista americano «un gangster» e ha aggiunto che la notizia ha provocato «uno scoppio di odio e rabbia» tra le forze armate e il popolo nordcoreano. Una faccenda seria. Anche se Seth Rogen, che oltre a comparire come attore è sceneggiatore e regista di The Interview , ha risposto su Twitter: «La gente di solito non vuole uccidermi per uno dei miei film fintanto che non ha sborsato una dozzina di dollari per andare al cinema».
Rogen ha spiegato di essere stato ispirato da alcuni veri giornalisti che hanno potuto visitare il «regno eremita» di Kim Jong-un: «Ho ascoltato discussioni della gente sul fatto che gli inviati speciali possono avere accesso ai personaggi più pericolosi del mondo e ipoteticamente potrebbero trovarsi nella posizione di assassinarli».
The Interview , nelle intenzioni dei produttori hollywoodiani, è una commedia. Però non c’è dubbio che nessun governo sarebbe felice di vedere il suo leader oggetto di un piano di eliminazione, anche se cinematografico. La Corea del Nord, dove il culto della personalità della dinastia Kim fondata dal vecchio Kim Il-Sung nel 1948 è alla base dell’unità nazionale, è particolarmente sensibile e reattiva. Recentemente è diventato un caso diplomatico la pubblicità di un barbiere londinese che prometteva uno sconto sul taglio con un poster di Kim Jong-un e la scritta: «Avete bisogno di una bella aggiustata?». Il giovane Kim esibisce una sfumatura da ultimo dei mohicani e un ciuffo spartito sui due lati che in Occidente suscita perplessità. Ma i diplomatici nordcoreani non l’hanno presa bene: una protesta ufficiale è stata presentata al Foreign Office britannico. Ora la grana del film con tentativo di assassinio. E pensare che il papà di Kim Jong-un era appassionato di cinema, si dilettava a fare il regista e aveva tutta la collezione di James Bond.