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 2014  giugno 21 Sabato calendario

PIACERE MIO

Quando la giovane artista americana Sophia Wallace ha esposto al Leslie Lohman Museum di New York Cliteracy – crasi tra clitoride e “literacy”, cultura – non si aspettava reazioni del pubblico così entusiaste. In mostra fino al 3 agosto, Cliteracy, di fatto una celebrazione multimediale del bottoncino nascosto tra le gambe delle donne, una volta postato su Tumblr è diventato virale. In galleria la gente sgomitava per leggere su un’installazione di 10 metri per 15 le «100 leggi naturali e inalienabili», da «Dì la verità. Le donne non saranno mai uguali agli uomini fino a quando faranno del sesso scadente e mentiranno», a «Il clitoride non è un bottone ma un iceberg».
In effetti in un happening di street art questa parte del corpo è diventata un destriero da rodeo, gigante e dorato, che ha scatenato il divertimento di uomini e donne: «Non la smettevano di guardare, toccare, cavalcare», riprende Wallace. È stato allora che si è resa conto di aver sfiorato non solo il centro del piacere ma anche un nervo scoperto. «Il clitoride è stato esaminato nella sua interezza solo nel 1998. Ed è molto più grande di quello che si pensa. Quello che si vede è la punta di un iceberg lungo 9 centimetri, irradiato da 8.000 nervi. Ma esiste una enorme ignoranza in materia. Si parla di “vagina”, letteralmente un fodero, quindi qualcosa da riempire, come se ci mancasse qualcosa, e mai del clitoride, l’unico organo preposto esclusivamente al piacere della donna».
Sempre a New York, la femminista storica Betty Dodson, 85 anni, ha ripreso a condurre con la socia Carlin Ross workshop di masturbazione collettiva (ma esistono anche sessioni private per le più timide), come negli anni 70. Ce n’è ancora bisogno? Apparentemente sì. Secondo Dodson, che nel ’73 presentò le prime diapositive di vagine diverse nel contesto della Now Sexuality Conference di NY, la generazione post Sex and the City, che in un famoso episodio diede il via alla mania della “brasilian wax”, «non ha mai visto i propri genitali allo specchio. Appena glieli mostri reagiscono con un “eek!” o un “ugh”!». Conoscere l’anatomia invece rimane la chiave per la liberazione e, in particolare, la masturbazione è il fondamento di tutta la sessualità umana, dice Dodson: «Dobbiamo onorare questa attività umile e smetterla di ossessionarci con ideali basati su favole di mitici principi». E aggiunge che la considera persino – assieme all’erba e all’aglio crudo – un elisir di lunga vita.
Lunga vita anche alla vagina: il fotografo australiano Philip Werner, un’attivista pacifista di Brunswick, sta facendo il book tour negli Stati Uniti con il suo gigantesco 101Vagina: 101Women and 101 Stories, 101 foto in bianco e nero corredate da altrettante storie e commenti di donne dai 18 ai 78 anni, che mostrano con uno sguardo neutrale l’enorme varietà dell’anatomia femminile. L’intento dell’artista, che dice di essersi liberamente ispirato ai Dialoghi della Vagina di Eve Ensler, è politico: «Credo che molti problemi sociali siano collegati alla repressione sessuale. Le culture in cui la sessualità è apertamente accettata come normale e naturale sono in genere più pacifiche e meno violente». L’omaggio a quella che Courbet dipinse come L’origine del mondo non finisce qui. A Brighton, nel Regno Unito, lo scultore Jamie McCartney ha costruito The Great Wall of Vagina, un polittico bianco di 100 metri composto dai calchi di 400 vulve di donne dai 18 ai 76 anni.
Potrebbe sembrare voyeurismo all’ennesima potenza su una materia ampiamente esplorata. Infatti cosa c’è di più esposto e sessualizzato del corpo femminile per eccitare l’immaginario collettivo, pubblicizzare e vendere qualsiasi cosa? L’aveva fatto qualche anno fa anche Oliviero Toscani per lo “scandaloso” calendario del Consorzio Vera Pelle. Ma il progetto di Werner e quello di McCartney hanno piuttosto lo stile del documentario e lo scopo opposto. Giovani, vecchi, discreti o esagerati, con i peli o rasati quei pubi raccontano il mondo così com’è, senza giudizi. Potrebbero diventare un manuale di educazione sessuale per tutte quelle che confrontandosi con gli standard impossibili del porno – vulve tutte uguali, associabili più a delle bambine che a delle donne – non sanno più che cosa è normale.
È per questo che, imbarazzate e confuse sulla propria immagine, sempre più donne sono attirate dalle promesse della vaginoplastica e della labioplastica. In Italia è ancora un intervento di nicchia, ma la ricerca delle vagina perfetta è un fenomeno in rapida crescita: secondo l’Aicpe (Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica) l’anno scorso sono stati realizzati 2.946 interventi di ringiovanimento vaginale, con un balzo in avanti del 24% dal 2011 al 2012 (in Usa è del 50%). «Di solito si richiedono piccole labbra simmetriche e che non fuoriescano eccessivamente dalle grandi labbra», segnale di giovinezza, ma semplicemente una caratteristica individuale. Probabilmente il modello di riferimento sono le attrici dei film a luci rosse».
«Trovo triste che molte cerchino questo tipo di intervento
perché a causa della rappresentazione di vari media, credono di non essere belle», commenta Werner. Anche Betty Dodson da ragazza era convinta di essere deforme “lì sotto” ed è stato grazie al partner Grant Taylor, professore alla New York University e più esperto di lei che scoprì non solo di essere nella norma ma anche come funzionava il suo clitoride. Con lui ha poi abbracciato il sesso libero che raccomanda nel suo blog, Liberating Women One Orgasm at a Time, “Liberare le donne un orgasmo alla volta”: via libera al potere del clitoride e alle fantasie sessuali più spericolate, estrema cautela nei confronti dell’amore romantico, «la droga più pesante che c’è, sotto i cui effetti prendiamo pessime decisioni». Persino Disney oggi sarebbe d’accordo. In Maleficent, la riscrittura de La bella addormentata, l’amore tra uomo e donna porta ad atroci delusioni. E la strega cattiva si redime grazie alla sorellanza.
Piacere a 360 gradi, insomma, meglio se separato dall’amore. «Per fortuna oggi si riconosce che la sessualità femminile è potente e vorace quanto quella degli uomini», dice Wallace. «E che il clitoride è un organo molto più forte in termini di performance del pene. È un fatto. Ma esiste ancora disparità nell’orgasmo. Un uomo lo raggiungerà tutte le volte, per una donna non è scontato. Quel che è peggio, farà
finta o chiuderà un occhio, un uomo non lo farebbe mai. Il sesso è il modo in cui le donne sono ancora controllate e soggiogate». Anche per questo in una delle “100 leggi naturali” Wallace ringrazia il medico francese Pierre Foldes, che grazie a diverse ricerche ha trovato il modo di riparare il danno causato dall’infibulazione, scoprendo il clitoride interno e restituendo il piacere. «Abbiamo fatto passi avanti sull’accesso alla contraccezione, alla pillola del giorno dopo e agli aborti non chirurgici», sostiene Ross. «Ma bisogna ancora combattere sul fronte dell’immagine del corpo, dell’imbarazzo dei
genitali e dell’ignoranza sull’orgasmo. Condividere queste
informazioni fa sì che nessuna si senta più sola». Bisognerà andare a New York? Dice Dodson: «Nei nostri workshop condividiamo l’orgasmo col gruppo controllando il clitoride. Guardiamo tutti questi corpi nudi e sono belli. Impariamo coi nostri occhi che ogni vulva è unica e meravigliosa e questo legame produce una sorellanza autentica».