Federico Rampini, la Repubblica 21/6/2014, 21 giugno 2014
PAGE, L’ANARCO-TYCOON
Da qualche tempo e’ diventato “il miliardario muto”, per una malattia rara che gli paralizza le corde vocali, e gli impedisce di prendere la parola nella tele-conferenze con gli analisti finanziari. Ciò non toglie che Larry Page resti uno degli uomini più potenti dell’economia digitale, cioè dell’economia tout court. 41 anni, 32 miliardi di patrimonio personale, che ne fanno il 19esimo imprenditore piu’ facoltoso d’America, il fondatore e chief executive di Google ha un’influenza che non si lascia misurare nelle cifre. Neppure Microsoft, Apple o Facebook hanno visto il proprio marchio societario trasformarsi in un verbo: to google nel linguaggio corrente (e nei dizionari) significa ormai “cercare su Internet”.
Il suo motore di ricerca è talmente ubiquo, onnipresente, indispensabile, che ha trasformato Google in una superpotenza geostrategica, contro la quale la Cina ha messo in atto dal 2010 una cyberguerra strisciante. Oltre all’algoritmo di ricerca ci sono GoogleMap, il software Android che “anima” gli smartphone di tutte le marche (salvo Apple), poi tanti progetti futuribili come l’occhiale Glass o l’auto senza guidatore. Google ha inventato un nuovo modo di lavorare, nel suo campus Googleplex nella Silicon Valley californiana vedi ragazzi in bermuda e T-shirt che giocano a beach-volley e la mensa “bio” fu fondata dall’ex cuoco della banda rock Grateful Dead. È la fusione tra tecno-totalitarismo e cultura hippy, codificata nel motto aziendale “don’t be evil” (non fare del male), che il romanziere Dave Eggers mette al centro della sua satira orwelliana The Circle. Un misto di valori anarco-libertari uniti alle pulsioni monopolistiche del capitalismo più spietato. Come aggregatore di contenuti (informazione, libri, musica, video) Google è stato spesso accusato di saccheggiare la creatività e di calpestare il diritto d’autore. Page nasce figlio d’arte. Suo padre è considerato uno dei pionieri dell’informatica in America già nella seconda metà degli anni Sessanta. Larry cresce in una casa piena di computer, quando ancora sono oggetti rari. Da bambino è il primo scolaro delle elementari che si presenta in classe con un compito fatto su un “word processor”. Dopo il padre la figura che ha avuto più influenza su di lui è stato il suo guru all’università di Stanford, il celebre Terry Winograd. Quando Page era ventenne, Winograd lo incoraggiò a perseguire
quello che allora sembrava un folle sogno: costruire un algoritmo capace di “catturare” la Rete intera. Missione compiuta.