Maria Teresa Meli, Io Donna 21/6/2014, 21 giugno 2014
LA BATTAGLIA DEI CERTIFICATI
Lui si chiama Davide Faraone. Renziano, deputato pd, membro della segreteria. Ha una figlia, Sara, anzi, come la chiama lui, Saretta, autistica. Tempo fa l’ha portata a Eurodisney ed è rimasto stupito (piacevolmente stupito, si intende) per come sono trattati lì i bambini diversamente abili. Hanno un ticket speciale (non ci vuole un defatigante tour burocratico per averlo) ed entrano senza fare la fila. «È un diritto, non un segno di cortesia» sottolinea Faraone. «Il sistema italiano, invece, è un generatore di frustrazioni per i bambini disabili e un moltiplicatore di disperazione per le loro famiglie».
E ora Faraone non sta parlando solo dei parchi giochi ma anche «della penosa via Crucis per il riconoscimento della condizione invalidante». Innumerevoli visite all’Inps, all’Asl, revisione ogni due anni o anche meno, «come, chessò, se dalla sindrome di Down si potesse guarire». E, chiaramente, sennò che Italia sarebbe, «i membri delle commissioni di revisione ricevono dei gettoni di presenza». Faraone, in attesa di leggi che semplifichino, vorrebbe fare qualcosa subito: «Bastano semplici provvedimenti amministrativi per avere un solo certificato valido per tutto». Per questo ha deciso di lanciare una campagna di sensibilizzazione in tutta Italia. Vorrebbe che chi ha figli, fratelli, familiari diversamente abili inondasse di e mail il sito del Welfare del Partito Democratico. Non aspetta altro. Sempre che l’italico stagno burocratico sia in grado di muovere le sue acque.