Patrizia Simonetti, Il Fatto Quotidiano 26/6/2014, 26 giugno 2014
LA SERIE CARCERARIA CON VIBRAZIONI SAFFICHE
Piper Chapman è un’ex lesbica, ma il suo errore di gioventù non è stato certo amare una donna quanto aver trasportato per lei una valigia zeppa di narcodollari, così dopo 10 anni si consegna alle autorità e se ne va in galera per 15 mesi. Un ultimo amplesso con il fidanzato Larry, non prima di aver singhiozzato un po’ seduta sul water, e al mattino è lui ad accompagnarla nella prigione femminile di Litchfield e a lasciarla lì come si lascia una madre anziana in un ospizio e tra lacrime e baci “tieni aggiornato il mio sito” gli bisbiglia lei. Orange is the new black, la dramedy cult prodotta da Netflix, adattata da Jenji Kohan (Weeds) dal libro di Piper Kerman, due episodi diretti da Jodie Foster, tre Choice Television Awards e rinnovata per una terza stagione, è già su Infinity con la prima, ma vista “l’alta qualità della serie” dicono a Mediaset, il debutto in tv è fissato per il 23 settembre su Mya, ad inaugurare il palinsesto autunnale con le prime due stagioni di fila.
In carcere Piper (Taylor Schilling) vive a colpi di flashback: lo striptease per Alex (Laura Prepon) che “vieni con me a Bali” le sussurra e poi la coinvolge nei suoi affari sporchi, la proposta di matrimonio di Larry (Jason Biggs) “anche se sei un’ex lesbica e stai per andare in prigione” le dice amorevole e le regala l’anello della prozia. Un’altra vita. Ora lo streap lo fa per la carceriera grassa che la perquisisce e le parole più dolci sono quelle del responsabile del carcere, tipo “stai lontana dalle lesbiche” e “non vomitare fuori dal secchio”. Le detenute si chiamano per cognome e non dormono “nel letto, ma sul letto” le spiega subito De Marco, ma “ci aiutiamo tra noi” la tranquillizza porgendole Kleenex e spazzolino Morello, che ha provato ad ammazzare il suo ex con la ragazza. Jones invece era ubriaca e coltivava marijuana quando ha sparato a un ragazzino scambiato per un cervo, ora insegna Yoga e le consiglia di vivere l’esperienza come un mandala; la suora Ingalls si è legata a un palo di un sito per test nucleari, la tossica filosofa Nichols già sente “vibrazioni saffiche” tra loro, la trans Sofia, una Laverne Cox nel ruolo di se stessa che gli è valso la copertina del Times, si offre di tingerle i capelli. In cucina c’è Reznikov detta Red, che dispensa yogurt come premi e offesa dalle sue critiche le fa servire un sandwich al Tampax usato. Poi c’è Caputo, la guardia che se piangi ti fa telefonare dal suo ufficio, ma quando esci si masturba. E toh, c’è pure Alex.
Patrizia Simonetti, Il Fatto Quotidiano 26/6/2014