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 2014  giugno 26 Giovedì calendario

“BOSSI VA PROCESSATO, ROSI MAURO NO”


MILANO.
Multe, tasse arretrate, noleggio di auto e riparazioni dal carrozziere, lavori in casa a Gemonio e una laurea in Albania, abbonamenti a Sky e visite dal veterinario. Per quasi 40 milioni di euro sottratti dai fondi pubblici della Lega, il procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e i pm Roberto Pellicano e Paolo Filippini hanno chiesto il processo per un pezzo del vecchio stato maggiore del Carroccio: Umberto Bossi e i suoi due figli, Riccardo e Renzo, l’ex tesoriere Francesco Belsito, e tre ex componenti del comitato di controllo della Lega (Stefano Aldovisi, Diego Sanavio e Antonio Turci) che avrebbero firmato i rendiconti irregolari presentati in Parlamento. A processo andranno anche l’imprenditore Stefano Bonet e il commercialista Paolo Scala, mentre la procura ha deciso di archiviare la posizione dell’ex vicepresidente del Senato Rosi Mauro.
Gli indagati dovranno rispondere a vario titolo di appropriazione indebita e truffa ai danni dello Stato per un totale di 40 milioni tra il 2008 e il 2009, con un elenco sterminato di spese illegittime. Nella ricostruzione della procura, il Senatur avrebbe incassato indebitamente 208mila euro, Renzo 145mila, Riccardo 157mila. Le spese, come era già emerso nel corso delle indagini, sono le più svariate. Il fondatore del Carroccio avrebbe speso migliaia di euro per cartelle esattoriali e multe, ma anche 40mila euro per pagare «i lavori di ristrutturazione della casa di Gemonio». Agli atti anche l’acquisto di un regalo di nozze da 160 euro, 1.500 euro per «cure odontoiatriche », 27mila euro per «acquisti vari di abbigliamento», 2.220 per «l’acquisto di gioielli». Altri 81mila euro sono stati destinati al «pagamento lavori edili abitazione Roma». Il primogenito, Riccardo Bossi, avrebbe invece usato i fondi pubblici per multe, leasing e noleggi di auto, mantenimento della ex moglie, ma anche per pagare l’abbonamento a Sky e le spese del veterinario. “Il trota”, Renzo Bossi, avrebbe avrebbe speso metà dei 145mila euro che gli contesta la procura in cartelle esattoriali e multe, il resto — 77mila euro — per «acquisto titolo laurea albanese presso l’Univeristà Kristal di Tirana». Più consistenti le somme contestate al commercialista Paolo Scala e all’imprenditore Stefano Bonet che, insieme a Francesco Belsito, devono rispondere di spese per 2,4 milioni, e anche di due episodi di appropriazioni indebita per un totale di 5,7 milioni.
Esce invece dall’inchiesta Rosi Mauro, che ha dimostrato attraverso i documenti prodotti in procura di aver utilizzato fondi propri, pari a 99mila euro, per le voci di spesa finite sotto la lente degli investigatori. Non erano stati prelevati dai fondi del Carroccio: Mauro ha spiegato che 16mila euro arrivavano sì dalla Lega, ma per la vendita al partito di un’auto di sua proprietà, e che anche un assegno da 6.600 euro sulla cui matrice vi era scritto “Rosi” era un’iniziativa di Belsito per «ritirare denaro contante attribuendolo ad altri». Prosciolta anche per i 77mila euro spesi per acquistare la laurea albanese al suo collaboratore Pierangelo Moscagiuro: sarebbe stato questo un «pretesto utilizzato da Belsito — dicono i pm — per prelevare denaro della Lega per se stesso».

Sandro De Riccardis, la Repubblica 26/6/2014