Luca Gualtieri, MilanoFinanza 26/6/2014, 26 giugno 2014
VISCO TOGLIE GLI ADD-ON ALLA BPM
È arrivata in tempi record la decisione della Banca d’Italia sugli add-on della Popolare di Milano. Ieri infatti via Nazionale ha deciso la rimozione dei requisiti patrimoniali aggiuntivi imposti all’istituto dopo l’ispezione del 2011 che, da soli, valgono circa 750 milioni di capitale.
La notizia ha messo il turbo al titolo della popolare milanese che in Piazza Affari ha guadagnato il 6,18% a 0,68 euro. Nel dettaglio le misure disposte dalla Vigilanza erano tre e riguardavano l’esclusione dei benefici connessi alle tecniche di credit risk mitigation previsti per le esposizioni garantite da ipoteche su immobili, l’applicazione della maggiorazione di un terzo all’aliquota di ponderazione ordinaria degli impieghi erogati a società edili e immobiliari, nonché ai fondi immobiliari e il raddoppio del requisito per il credito operativo.
Gli effetti legati alla rimozione degli add-on decorreranno dal 30 giugno. Con la rimozione, l’integrale sottoscrizione dell’aumento di capitale e la parziale cessione della partecipazione in Anima Holding il common equity del gruppo sale dal 7,3 all’11% circa.
«La notizia è positiva, rafforza il capitale e rimuove un potenziale rischio legato all’asset quality review», ha spiegato un analista all’agenzia MF-DowJones.
La rimozione ha comunque sorpreso le sale operative, dal momento che in molti si attendevano una rimozione parziale quest’anno e integrale solo nel 2015. Per quanto riguarda le stime sui risultati finanziari, la decisione di Bankitalia «non cambia niente, dato che avevamo già inglobato» la rimozione degli add-on nelle valutazioni, ha concluso l’analista.
La decisione di Banca d’Italia è avvenuta anche alla luce della corposa documentazione presentata dall’istituto milanese nelle scorse settimane. In quel dossier il management di Piazza Meda aveva fatto il punto sugli interventi posti in essere in materia di rischio di credito, rischio di liquidità e rischi operativi sotto il profilo sia quantitativo che qualitativo.
A favore della rimozione degli add-on ha giocato soprattutto l’esito positivo dell’aumento di capitale da 500 milioni. L’offerta si è conclusa venerdì 23 maggio a un soffio dal proverbiale tutto esaurito (99,48% di adesioni rispetto all’81,7% registrato nel precedente aumento del 2011). Dopo l’asta dell’inoptato non è stato così necessario l’intervento del consorzio di garanzia composto da Barclays, Deutsche Bank, Jp Morgan, Mediobanca, Citigroup e Banca Akros. La ricapitalizzazione ha permesso a Piazza Meda di irrobustire la dotazione patrimoniale e di porre le precondizioni per la realizzazione del piano industriale. Tra gli obiettivi economici tracciati dal consigliere delegato Giuseppe Castagna ci sono il raggiungimento di un utile netto di 295 milioni nel 2016 e il ritorno alla cedola potrebbe arrivare già dal 2014.
Luca Gualtieri, MilanoFinanza 26/6/2014