Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  giugno 26 Giovedì calendario

IL CAPPELLANO DELLA CAMERA: COSI’ IL PAPA STRIGLIO’ I POLITICI

«Mi chiamarono fino alla mez­zanotte », rive­la oggi monsi­gnor Lorenzo Leuzzi, per poter par­tecipare a quella messa di Papa Francesco con i parlamentari, cele­brata all’alba del 27 marzo, all’alta­re della cattedra di San Pietro. Se ne contarono 492, al punto che fu ne­cessario rinunciare alla celebrazio­ne nelle Grotte vaticane, che non a­vrebbero potuto contenere tutti quegli autorevoli fedeli. Si era di Quaresima, e chi si aspettava frasi di circostanza uscì stupito. Colpito da quelle parole forti. «Sepolcri im­biancati », «l’interesse del gruppo, del partito, nelle sue lotte interne. E il popolo, là».
Una condanna alla corruzione e un invito alla conversione. Col tempo, di quell’evento si coglie tutta l’im­postazione positiva. Ci ha lavorato su monsignor Leuzzi, vescovo ausi­liare di Roma, patrocinatore di quel­la celebrazione in qualità di Rettore della chiesa di San Gregorio Na­zianzeno alla Camera dei Deputati, e ne è scaturito un agile libretto (’ E­letti per servire, Papa Francesco e i parlamentari italiani , edizioni Can­tagalli), che ripubblica per intero quella omelia di cui tanto si è parla­to. Ma la vera notizia è che ben 41 parlamentari, superato lo choc ini­ziale, accettano di confrontarsi con le parole del Papa, senza distinzio­ne di colore politico, dal leghista Giancarlo Giorgetti al democrati­co Matteo Colaninno, per citarne solo due.
Folta anche la delegazione presente ieri (quasi una trentina) alla sala del­la Regina della Camera, per la pre­sentazione del libro, che alla fine si presta anche a una foto ricordo con monsignor Leuzzi. Un’omelia, quel­la del Papa, che rimanda agli «anti­doti antichi» contro la corruzione, come li definisce padre Francesco Occhetta, della Civiltà Cattolica : «Responsabilità trasparenza, com­petenza, obiezione di coscienza». Quel giorno anche noi giornalisti fummo spiazzati – ricorda Vania De Luca, vaticanista di Rainews24 – ma si trattava di un’omelia, non di una manifestazione pubblica. E quando si rivolge ai credenti il Papa non usa mediazioni». Antonio Polito, diret­tore del Corriere del Mezzogiorno, anche da ex parlamentare si inter­roga su quell’evento che definisce «severo, che evocava la figura dei fa­risei ». Di certo un evento «non for­male », e per monsignor Leuzzi «l’au­gurio è che i parlamentari siano in grado di dare risposte, anche opera­tive ». I dubbi di Polito, però, sono sul piano tecnico: «Non mi pare che le soluzioni scelte siano in grado di riavvicinare la politica al popolo», e il riferimento è sia alla nuova legge elettorale che si profila per la Ca­mera, sia alla elezione ’indiretta’ dei componenti del Senato.