Fabrizio Caccia, Corriere della Sera 26/6/2014, 26 giugno 2014
TRA RITARDI E LETTERE SCOMPARSE, SE IL POSTINO NON SUONA PIÙ
Il postino, questo sconosciuto. Invocazioni dalla Sicilia, suppliche dalla Lombardia, preghiere dall’Alto Adige: «Che il postino suoni almeno una volta», ha lanciato l’Sos due settimane fa Giuseppe Di Guardo, della Slc Cgil – parafrasando il celebre film con Jack Nicholson – a nome degli abitanti di Messina, preoccupati di non ricevere più cartoline e raccomandate. «Anche a Varese c’è carenza di portalettere – ha suonato l’allarme Antonio Santacroce, della Cisl Poste –. E il servizio in tutta la Lombardia è a rischio collasso». Per non parlare dei cittadini della Pineta di Laives che, rimasti per tre mesi senza notizie del loro amato postino, hanno scritto una lettera alle Poste di Bolzano: «Mandateci un sostituto». La lettera è arrivata, così come la risposta. Più che laconica: «Il servizio dei postini dipende da Verona». Arrivederci.
Il titolo del film con Jack Nicholson (datato 1981) era, per chi non lo conoscesse, Il postino suona sempre due volte. Solo che qui sembra che le cose vadano molto diversamente. Il postino in Italia non suona più? «Se deve consegnare una raccomandata, imbuca il tagliando per il ritiro, che ci sia o non ci sia qualcuno in casa. Ma io c’ero...», ci ha scritto indignata una lettrice, Rita Rosalio.
E addirittura, tre mesi fa, un portalettere di 28 anni, a Reggio Emilia, è stato fermato dai carabinieri mentre stava per andare a bruciare oltre 2 mila plichi, tra bollette, lettere, raccomandate, cartelle di riscossione dei tributi, cartoline, giornali e riviste varie, relative al periodo luglio-dicembre 2013. Il giovane postino, disperato, ha confessato ai militari dell’Arma: «Mi dispiace, non riuscivo più a consegnare tutta questa posta».
Si dirà (e anzi lo dicono pure i sindacati): «Attenzione a non esagerare – avverte Cinzia Maiolini, segretaria nazionale della Slc Cgil –. La verità è che nel Centro Sud non ci risultano carenze di organico nel settore recapiti. Nel Centro Nord, invece, manca del personale in Lombardia (300 unità), Piemonte (100) Veneto ed Emilia e con l’inizio delle ferie estive, il 15 giugno, il problema della copertura del servizio è reale». E aggiunge: «L’occasione da non perdere, però, sarà il 22 luglio, data in cui il nuovo amministratore delegato di Poste Italiane, Francesco Caio, presenterà il suo piano industriale. Ecco, da lui ci aspettiamo parecchie novità: quel giorno potrebbe arrivare finalmente il rilancio logistico della nostra capillarissima rete di consegna. É tempo, infatti, che il portalettere diventi una figura moderna, visto che con le email, gli sms e i social network ormai la vecchia corrispondenza appare superata. Penso a un postino capace di nuove prestazioni economicamente più produttive come la consegna dei piccoli pacchi (l’e-commerce è in crescita) o come l’accettazione dei pagamenti dei conti correnti...».
Poste Italiane, in realtà, fa sapere che la trasformazione del Postino Moderno è già cominciata: «Il portalettere telematico è già una realtà, col suo zaino hi tech , non più in cuoio, con dentro il palmare e tutto il necessario per riscuotere i pagamenti dei bollettini direttamente a domicilio». Sono 36 mila i portalettere italiani e ogni giorno provvedono al recapito di 13-14 milioni di pezzi. «Nessuna criticità», «nessun accumulo di corrispondenza» risulta all’azienda, «c’è addirittura un numero verde – 803.160 – per concordare la riconsegna a domicilio delle raccomandate non consegnate». Quelli narrati perciò sono solo «casi limite», i «grandi numeri dicono altro». «L’organico è adeguato ai carichi di lavoro attuali – secondo Poste Italiane – e la regolarità del servizio sarà assicurata anche nel periodo estivo» con l’innesto di personale a tempo determinato (trimestrali) «adeguatamente formato». Infine, «il cattivo comportamento di un singolo non può e non deve inquinare il lavoro onesto della collettività».
Enzo Galdo, dei Cobas, dice però che «il vestito è corto», nell’ansia di abbattere i costi l’azienda negli anni avrebbe tagliato il personale e allargato le aree da coprire. Ecco perché la posta non arriva. Ciro Amicone (Uil Poste) suggerisce ora a Caio una svolta nell’organizzazione: «Nuovi orari, consegne a casa anche pomeridiane. E mezzi di lavoro più efficienti: basta motorini con le gomme lisce, palmari che non funzionano, sostituti che ignorano strade e numeri civici. E il postino che sbaglia deve pagare. Invece a me risulta che qualcuno addirittura sia stato promosso».