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 2014  giugno 26 Giovedì calendario

«DA ASTRONAUTA DICO: GLI ALIENI ESISTONO»

[Intervista a Paolo Nespoli] –

La somiglianza con Harrison Ford, alias Indiana Jones, è straordinaria anche se, quando glielo si fa notare per l’ennesima volta, lui risponde: «Sì, ma anche con Patrick Swayze (il protagonista di Ghost , scomparso nel 2009, ndr)». 
Paolo Nespoli è uno dei 6 italiani che ha coronato il sogno di volare nello Spazio. Un’astronauta, insomma. «Era il mio chiodo fisso fin da bambino e sono riuscito a realizzarlo, anche se non più giovanissimo, dopo aver ripreso gli studi, essermi laureato in ingegneria e aver dovuto imparare l’inglese a tempo di record», spiega guardando il cielo terso di Mykonos, l’isoletta greca dove l’abbiamo incontrato in occasione di un evento speciale.
Il discorso scivola subito sulle due esperienze in orbita: la prima, nel 2007, 16 anni dopo essere stato assunto dall’Esa (l’Agenzia spaziale europea), di 15 giorni, con lo Space Shuttle Discovery; la seconda, nel 2010, con la Sojuz Tma-20, rimanendo per 6 mesi sulla Stazione spaziale internazionale. Una sola delusione: aver mancato, per varie circostanze, la passeggiata nell’infinito. Sarà per la prossima missione.
Domanda d’obbligo: ma lei crede ai «marziani»? Ha notato qualcosa di strano lassù? Avete captato qualche segnale radio? «Mai visto cose strane o sentito segnali - risponde Nespoli - ma negli extra-terrestri ci credo».

Ci dica, ci dica, allora. 

«Da qualche parte nell’Universo una qualche forma di vita ci deve pur essere. Provi a raccogliere un mucchietto di sabbia dalla spiaggia e si metta a contare i granellini. Ecco: per approssimarsi al numero dei pianeti dell’Universo si dovrebbero contare tutti i granelli di sabbia di tutte le spiagge del mondo. È mai possibile, a questo punto, che in questa enormità non ci siano forme di vita come la nostra? Io sono convinto di sì».

Già, ma come è possibile scoprirle?

«Il problema è rappresentato dalle distanze. La stella più vicina al nostro sistema solare si chiama Proxima Centauri e dista dalla Terra 4,2 anni luce».

Quanto ci si impiegherebbe per raggiungerla?

«Con le navicelle di oggi 162.000 anni per l’andata e altrettanti per il ritorno. Ecco perché si parla di distanze astronomiche. Se degli extra-terrestri in questo momento si affacciassero sulla nostra galassia, vedrebbe il posto in cui ci troviamo 23.000 anni fa, quanto ci mette la luce a raggiungere il bordo della galassia. E questa è una distanza astronomica minima, un cucchiaio d’acqua nell’oceano». 

Quindi? 

«Una volta risolto, e non so quando, il problema delle distanze, si arriverà forse a trovare nuove forme di vita».

Da Et passiamo alla fede: da 
lassù ci si sente più vicini a Dio? Ci ha mai pensato? 

«Andare nello Spazio amplifica o giustifica le varie credenze. Ma lo Spazio normalmente non ci dá una risposta. Diciamo, piuttosto, che si consolidano le convinzioni di ognuno».

Ha visto il film Gravity ?

«Un film molto bello dal punto di vista tecnico, lasciamo però perdere la trama».

Una trama drammatica, visto che George Clooney alla fine si perde nello Spazio. E lei, in orbita, ha mai avuto paura?

«Guardi, ho avuto più paura durante gli addestramenti».

Perché? 

«Il terrore di non farcela, di non riuscire a coronare il mio sogno. E questo nonostante alla partenza dello Shuttle si è sottoposti a una spinta incredibile. Sembra di trovarsi dentro una bomba atomica». 

La Terra vista dall’alto? 

«Ci si trova a 400 chilometri d’altezza e si gira a 28.000 chilometri orari. In una giornata si vivono 16 albe e 16 tramonti. E hai solo qualche secondo per scattare una foto, per esempio, all’Italia ».

Uno spettacolo, presumo. 

«Già, ma anche la sensazione di grande fragilità della Terra: una palla in equilibrio precario su uno spillo. Basta guardare lo strato dell’atmosfera: sembra una nebbiolina pronta a dissolversi. E poivediquello che l’uomo è riuscito a combinare: fuochi, cave, disboscamenti, fiumi dal corso deviato, isole artificiali. Ma anche lo smog, soprattutto sopra le megalopoli. Si è voluto costringere la natura ad adattarsi a noi. Che sbaglio...». 

Chi porterebbe a vedere tutto questo? 

«Sono contento che lo Spazio si aprirà ai turisti. E renderei quasi obbligatorio ai governanti partecipare a un viaggio in orbita. Sarebbero molto più oculati nelle loro decisioni».

E l’Italia? 

«È bellissima. Si trova a 45 gradi di latitudine.Se fosse un po’ più sotto sarebbe nel deserto, un po’ più sopra un Paese nordico. La posizione - circondata dal mare- e le condizioni atmosferiche- è protetta dalle Alpi- spiegano il suo retaggio storico importante. Ma c’è un particolare: è il Paese più illuminato d’Europa, anche perché la sua densità di popolazione supera quella della Francia e della Germania. Se un extra-terrestre la notasse, riterrebbe si tratti di un Paese ricchissimo. Tutte quelle luci farebbero pensare a immense risorse energetiche, dal petrolio alle centrali nucleari. Invece, non è così. Disperdiamo energia senza renderci conto che sprechiamo risorse che non abbiamo, che costano e che riscaldano il pianeta».