Valentina Errante, Il Messaggero 26/6/2014, 26 giugno 2014
TANTI I NODI DELL’INCHIESTA. E SPUNTA UN NUOVO TESTIMONE
L’INCHIESTA
ROMA Omicidio volontario. Si aggrava la posizione di Daniele De Santis, l’ultrà giallorosso arrestato con l’accusa di avere sparato a Ciro Esposito. E se agli atti dell’inchiesta adesso si aggiungono i file audio con la voce di Esposito, che indica De Santis come l’uomo che gli ha fatto fuoco, sono ancora le testimonianze e gli accertamenti tecnici il cuore dell’indagine. Il nuovo atto d’accusa, in un eventuale processo, potrebbe avere soltanto un valore indiziario o, addirittura, risultare inutilizzabile.
Ieri gli uomini della Digos hanno sentito a lungo i genitori e gli zii di Esposito. Ma soprattutto hanno interrogato la criminologa Angela Tibullo, nominata dalla famiglia. È stata lei a “congelare” le dichiarazioni di Ciro, quando ai pm non era possibile, perché gli stessi avvocati della famiglia e i medici ritenevano fosse troppo stressante per il paziente. Oggi l’autopsia consentirà di estrarre il proiettile rimasto per 50 giorni nel corpo del giovane ultrà: sarà consegnato ed esaminato dai periti nominati dal gip in sede di incidente probatorio. Intanto i pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio attendono riscontri su alcune testimonianze che potrebbero contribuire a rafforzare l’impianto accusatorio con l’individuazione degli altri giallorossi che avevano preso parte al blitz contro i pullman del Napoli.
LE PROVE
Gli inquirenti erano già stati informati delle dichiarazioni di Ciro e, ancora prima della morte, avevano fissato gli interrogatori della criminologa e dei parenti. Ma adesso quei file hanno soltanto valore indiziario, sempre che, in un eventuale processo, vengano ammessi. Testimoni dell’accusa saranno sicuramente la criminologa e i familiari, che ieri alla Digos hanno riferito il contesto nel quale Ciro aveva riconosciuto De Santis, se fosse vigile e se avesse avuto tentennamenti. Le parole di Esposito, però, non avranno lo stesso peso che avrebbero assunto se fossero state pronunciate in sede di incidente probatorio o raccolte dai pm.
IL ROMANISTA
Le accuse a De Santis sono supportate da una serie di dichiarazioni e se Raffaele Puzone, il tifoso napoletano supertestimone sentito durante l’incidente probatorio, si è contraddetto davanti al gip Giacomo Ebner, rischiando di finire sotto accusa per rissa, ci sarebbe un’altra persona a riferire che proprio De Santis ha sparato. Puzone ha fornito un racconto «completo», ha ribadito che “Gastone”, assieme ad altri quattro, che indossavano un casco e non sono ancora stati identificati, per sfuggire al pestaggio, aveva fatto fuoco ai tre supporter del Napoli. Davanti al gip, però, ha negato di essere a fianco di Esposito al momento dello sparo, circostanza che aveva invece riferito subito dopo i fatti.
Oggi Costantino Cialella dell’Istituto di medicina legale della Sapienza eseguirà l’autopsia sul corpo di Ciro. Sarà fondamentale l’analisi del proiettile anche per stabilire se sia effettivamente stato sparato dalla pistola trovata al Ciak Village, dove Esposito si è rifugiato dopo la rappresaglia dei tifosi napoletani seguita al blitz giallorosso contro i pullman azzurri. Mentre, in sede di incidente probatorio, l’analisi del proiettile rimasto inesploso, secondo i pm, potrebbe fornire una spiegazione al risultato parzialmente negativo dell’esame dello stub eseguito su De Santis dopo l’arresto. I proiettili artigianali potrebbero essere stati costruiti con sostanze diverse rispetto a quelle individuate dal test.