F. SP., La Stampa 25/6/2014, 25 giugno 2014
INFRONT, L’ARBITRO CHE DIRIGE IL MATCH DELLA DISCORDIA
È l’arbitro di una partita che vale un miliardo di euro, una montagna di soldi. Logico che abbia i fari puntati addosso. Si chiama Infront Italy ed è una Srl a socio unico. Un socio internazionale: la Infront Sports&Media, sede in Svizzera e azionista britannico, il fondo di private equity Bridgepoint, in cerca di un acquirente per monetizzare l’investimento.
Da advisor della Lega Calcio, la Infront Italy ha affiancato la «Confindustria del pallone» nello stilare il bando della discordia. Ed è sua anche la soluzione che rischia di scatenare una ridda di ricorsi. Eccola, questa soluzione: assegnare i diritti per trasmettere sul digitale terrestre le partite delle 8 squadre più blasonate a Sky (che per tale pacchetto ha presentato l’offerta più alta, pari a 420 milioni di euro) e quelli per il satellite a Mediaset, seppure arrivata seconda nella competizione a buste chiuse. Il Biscione si aggiudicherebbe anche le partite dei 12 club con minor audience. Apriti cielo. L’advisor è subito finito sotto la lente di chi, come Sky, è pronta a gridare allo scandalo e combattere in tribunale.
I dubbi dei detrattori si concentrano sui personaggi chiave della società a partire dal suo dominus, Marco Bogarelli, classe 1956, partito nel 1995 fondando la Media Partners Digital, società di marketing sportivo che nel 2006 viene acquisita dalla Infront Sports & Media, spiccando il volo. Bogarelli è il presidente in Italia e siede nel board internazionale. Grande amico dell’ad e vicepresidente del Milan, Adriano Galliani, fino all’agosto 2012 è rimasto contemporaneamente anche nel cda di Milan Channel. A sedere nel cda della filiale italiana con lui ci sono Andrea Locatelli, altro ex consigliere di Milan Channel e con un passato pure in Fininvest, e Giuseppe Ciocchetti, ex direttore finanziario della Sopaf, banca d’affari che ha lasciato nel 2000, molto prima insomma che questa finisse nel crac che ha portato in carcere i fratelli Magnoni.
Ma guai a parlare di vicinanza con il Milan o con Mediaset. Tali accuse (divampate anche con le voci, smentite con decisione, di un contratto di consulenza a Sabina Began proprio con una società della galassia Infront...) vengono respinte dalla società con fermezza, ricordando la moltitudine di contratti che la legano a diverse squadre: recentemente ha chiuso un contratto quadriennale (valore: 80 milioni di euro) con l’Inter di Tohir per sviluppare la sponsorship e la «corporate ospitality» a San Siro, strappando il club meneghino alla gestione di Rcs Sport. L’altra gamba del potere di Infront è proprio la gestione del marketing, degli sponsor e del merchandising di squadre blasonate, come Milan, Lazio, Genoa, Sampdoria, Cagliari, Udinese. In tutto, in Italia, il giro d’affari è pari a 230,6 milioni, con un utile che nel 2013 si è fermato a 11,629 milioni di euro contro i 12,65 di un anno prima. La strategia della società che ha 156 dipendenti, continuerà da un lato «valutando le possibili sinergie ottenibili» dal ruolo di advisor della Lega Calcio «con il resto delle attività dell’azienda». Dall’altro studiando altre aree di business «in ambito sportivo e televisivo» e questo «anche attraverso acquisizioni». Per il resto la Infront è ormai una potenza dei diritti tv (e non solo) anche a livello internazionale con 20 uffici in 10 Paesi che si muove tra vecchie glorie (una per tutte, l’ex giocatore tedesco Günter Netzer) e cognomi pesanti. Tipo quello del presidente, Blatter. Si tratta di Philippe, nipote di Joseph, il potente presidente della Fifa, uno che di porte ne spalanca...