Stefano Giantin, La Stampa 25/6/2014, 25 giugno 2014
SEMAFORO VERDE, DALL’UE L’ALBANIA IN LISTA D’ATTESA
Poco più di vent’anni fa le sgangherate e stracolme carrette del mare traghettavano migliaia di profughi verso i porti italiani. Gli albanesi scappavano dalla miseria, dalle macerie lasciate dal defunto regime comunista e dal caos provocato dalla transizione verso la democrazia. La rotta segnata, quella verso «Lamerica» fin troppo idealizzata. Due decenni dopo il Paese delle Aquile ha fatto passi da gigante. Ed è stato premiato. Ieri, dopo tre tentativi andati a vuoto, i ventotto Stati membri dell’Ue hanno dato luce verde alla concessione a Tirana dello status di Paese candidato all’adesione nel club europeo più prestigioso, un passo che sarà formalizzato venerdì. L’Ue offre a Tirana una possibilità concreta, la premia per le riforme attuate e per la stabilità politica. Oggi l’Albania, nazione fra le più giovani e povere d’Europa, dà segni di vivacità. Il suo Pil crescerà del 2,1% nel 2014, ha previsto la Banca mondiale per poi salire a ritmi sempre più incalzanti negli anni a venire. Cifre che però nascondono ancora un tasso di povertà al 12%, la disoccupazione al 17%, al 31% quella giovanile. E ci sono altre questioni da risolvere, elencate nella corposa lista delle cose da fare compilata dal Consiglio Affari generali dell’Ue. Dalla riforma «dell’amministrazione» e del «sistema giudiziario», alla «lotta alla corruzione» e al «crimine organizzato», fino alla guerra a «coltivazioni di droga e traffico di esseri umani». E finché l’Europa non vedrà altri progressi, i negoziati per l’adesione non inizieranno.
Stefano Giantin