Marco Bellinazzo, Il Sole 24 Ore 25/6/2014, 25 giugno 2014
LA DÉBÂCLE DEL CALCIO EUROPEO NEL MONDO
Il Calcio europeo resiste alla crisi economica, ma si scopre sempre meno centrale nel panorama internazionale. Il fatturato complessivo dei cinque principali campionati è cresciuto del 5% nel 2012/13, attestandosi a 9,8 miliardi di euro: poco meno della metà dei ricavi dell’intero movimento del Vecchio Continente pari a 19,9 miliardi, in crescita del 2%, a dispetto della recessione che ha azzoppato i sistemi industriali di molti paesi dell’area.
Nonostante queste cifre, il Mondiale brasiliano però sembra segnare la fine di un’epoca sportiva caratterizzata dal predominio dell’Europa (inframmezzato solo dai successi sudamericani di Argentina e Brasile). L’eliminazione delle potenze "coloniali" Inghilterra, Spagna e Portogallo, come quella dell’Italia, e l’ascesa di realtà come Cile, Costa Rica, Stati Uniti, Messico, Costa d’Avorio e Nigeria, in attesa di quella dei team del Golfo, testimoniano un mutamento strutturale degli equilibri del calcio globale nel quale, se non saranno fatti investimenti mirati e scelte chiare sulla "cittadinanza" di società finanziarie e fondi, così come sulla gestione dei vivai nazionali sempre più impoveriti dalla circolazione di giovani talenti stranieri, ancora per poco lo scettro economico resterà in mani europee. Il costo per acquisire i cartellini dei giocatori extra-europei infatti è sempre più alto è questo sta minando pericolosamente la salute dei bilanci dei club del Vecchio Continente.
La vivacità delle principali Leghe europee come si evince dai dati pubblicati dalla Annual Review of Football Finance 2014 di Deloitte dipende, peraltro, da un numero sempre più ristretto di super-squadre e dalla cessione dei diritti televisivi che frutta il 46% dei ricavi complessivi delle principali cinque leghe europee con 4,5 miliardi.
La Premier League comunque resta per distacco leader mondiale in termini di ricavi, con un fatturato di circa 2,9 miliardi di euro, in aumento del 7% nel 2012/13. Oltre il 60% di questa crescita è da attribuire a Liverpool, Manchester City e Manchester United. La svalutazione della sterlina ha però fatto sì che il divario dalla rivale più vicina, la Bundesliga, si sia ridotto a soli 928 milioni di euro. Per la prima volta, il giro d’affari del torneo tedesco ha superato i due miliardi di euro (+8%). Solo Bundesliga e Premier League hanno generato un utile operativo nel 2012/13. I tedeschi hanno aumentato i profitti operativi di 74 milioni (+39%) attestandosi a 264 milioni.
Il gap tra Bundesliga e Liga spagnola è salito di 159 milioni, nonostante i ricavi cumulativi di quest’ultima siano aumentati a 1,86 miliardi. La crescita iberica di 77 milioni è dovuta ai nuovi accordi per la cessione dei diritti tv e alle prestazioni delle squadre spagnole in Champions. In aumento anche i ricavi della Serie A nel 2012/13: i ricavi aggregati arrivano a 1,68 miliardi (+6%) e anche per le società italiane continuano ad essere di importanza capitale i ricavi dovuti alla cessione dei diritti televisivi, che rappresentano il 59% del totale dei ricavi. Una percentuale da record nei cinque principali campionati europei. La Ligue 1 ha invece mostrato il più rapido tasso di crescita, ampliando i propri ricavi del 14% e raggiungendo quota 1,3 miliardi. A guidare i club francesi è il Paris Saint-Germain, il cui reddito è cresciuto di 178 milioni di euro, mentre i restanti 19 club della Ligue 1 hanno subito un calo di 17 milioni.
I rapporti tra monte stipendi e fatturati sono migliorati nel 2012/13 per tre dei cinque principali campionati europei. La Bundesliga si conferma il campionato col maggiore controllo dei costi, con un rapporto stipendi-fatturati stabile al 51 per cento. In Serie A si registra un aumento del costo degli stipendi dell’1%, portando il rapporto tra salari e fatturato dal 74% al 71. Situazione simile in Francia, dove gli stipendi della Ligue 1 salgono del 2% ma, grazie ai maggiori ricavi, il rapporto stipendi-fatturato scende dal 74% al 66. In calo gli stipendi della Liga, anche se solo dell’1%: un risultato che permette al massimo campionato spagnolo di avere un rapporto tra stipendi e ricavi del 56%, dato più basso dal 2000. In controtendenza, invece, la Premier League, che vede aumentare i costi salariali dell’8%, con un rapporto salari-fatturati che si attesta al 71%, il più alto livello di sempre nella storia del calcio inglese.
Russia (896 milioni), Turchia (551) e Olanda (452) infine generano i maggiori ricavi al di fuori delle prime cinque leghe europee. La Football League Championship si conferma la migliore seconda divisione europea, nonostante un calo dei ricavi nel 2012/13 a 508 milioni di euro. Al di fuori dell’Europa, il leader è la Serie A brasiliana, con 850 milioni di ricavi.
Marco Bellinazzo