Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  giugno 26 Giovedì calendario

MORALE

«Questo è il Mondiale di calcio, non il Mondiale della morale da quattro soldi» (il ct dell’Uruguay Oscar Tabarez sulle polemiche per il morso di Suarez a Chiellini).

CHIESA «L’unica cosa simile alla Fifa è la Chiesa: abbiamo entrambi una fede e un unico prodotto» (Joseph Blatter).

PUGILE «Mi sento come un pugile, però non sono suonato. È tutta una sensazione ottica. L’occhio nero, il sangue, la maschera in faccia. Mi è andata bene in quello scontro nelle fasi finali della gara col Ghana. È solo un taglio, niente di più» (l’attaccante tedesco Thomas Muller).

DECREPITO «Come sto oggi? Non va malaccio, tutto sommato. Mi capita ancora di dormire sul pavimento per i dolori alla schiena. Certo è come se avessi già attraversato tre vite e quando una donna mi passa accanto senza notarmi, mi sento decrepito!» (Andre Agassi).

PERICOLI «Il pericolo di chiudere la carriera senza vincere un Mondiale dovrebbe infondere in Messi una motivazione super, perché questo, per età e geografia, è il suo Mondiale, quello che gioca nelle condizioni ideali» (Marcello Lippi).

MANIACALE «È la prima volta che mi capita di essere allenato da uno che ha fatto il mio stesso ruolo. Mi piace, spero che Inzaghi possa insegnarmi tanto. Non abbiamo mai giocato insieme ma ha la fama di essere maniacale» (Giampaolo Pazzini).

TIC «A vederlo dal vivo mi rendo conto che Nadal ha accumulato i tic di tutti i suoi avversari, perfino l’unico tic di Federer, consistente nell’inscrivere la pallina per un attimo nella V del collo della racchetta prima di servire» (lo scrittore Sandro Veronesi).

SOLDATINI «Io i giocatori li rispetto. Li tratto da uomini, non da bambini. Li ascolto, ci parlo, ci scherzo, li striglio se è il caso ma poi il rapporto torna sereno. Sono uomini, non soldatini» (Carlo Ancelotti).

SVOLTA «La svolta nella mia vita è arrivata nel 2011, quando mi sono laureato in economia e nel 2012 mi sono messo a lavorare. Avere due impegni così diversi, dividermi tra il giavellotto e lo studio da commercialista, mi ha sbloccato» (Norbert Bonvecchio).

FRUTTA «In famiglia produciamo frutta, ma non a livello industriale: arance, mandarini, pesche. I miei genitori si sono laureati tardi, quando già lavoravano. Mamma prima era in banca. Adesso insegna. Gente semplice, insomma» (il ciclista Fabio Aru).