l’Unità 25/6/2014, 25 giugno 2014
MA QUANDO SI RINNOVANO I CONTRATTI DI LAVORO?
Nel giorno in cui perfino papa Francesco twitta «Quanto vorrei vedere tutti con un lavoro decente! È una cosa essenziale per la dignità umana», arrivano le oramai solite brutte notizie per i lavoratori italiani.
29 MESI DI ATTESA MEDIA
Sono sempre di più ben 7,9 milioni nel mese di maggio i lavoratori in attesa di rinnovo contrattuale. L’attesa media, per chi ha il contratto scaduto, è salita a circa due anni e mezzo: è in media di 29,3 mesi per l’insieme dei dipendenti e di 15,5 mesi per quelli del settore privato. I numeri dell’Istat certificano e confermano una china sempre più pesante per lo strumento del contratto nazionale. Tra i contratti monitorati dall’indagine si è registrato il recepimento di un solo accordo (radio e televisioni private), mentre nessun accordo è venuto a scadenza.
E se ieri mattina sembrava che fosse stato firmato il contratto dei giornalisti, nel pomeriggio la notizia è stata smentita: la trattativa fra editori – Fieg – e sindacato giornalisti – Fnsi – è tornata in alto mare anche per le polemiche proprio sull’equo compenso previsto – e considerato troppo basso – per i lavoratori precari.
Pertanto, alla fine di maggio, sono in vigore 31 contratti che regolano il trattamento economico di circa 5 milioni di dipendenti che rappresentano il 37,7% del monte retributivo complessivo. Nel settore privato l’incidenza è pari al 51,6%, con quote differenziate per attività economica: nel settore agricolo è del 6,8%, mentre è dell’80,6% nell’industria e del 27,4% nei servizi privati. Complessivamente i contratti in attesa di rinnovo sono 44 (di cui 15 appartenenti alla pubblica amministrazione) relativi a circa 7,9 milioni di dipendenti (di cui circa 2,9 milioni nel pubblico impiego).
Alla fine di maggio i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano il 38,5% degli occupati dipendenti e corrispondono al 37,7% del monte retributivo osservato.
Sul comparto pubblico, che attende dal 2009 il rinnovo, ora alle prese con la riforma varata dal decreto Renzi, si spera che arrivino buone notizie dalla legge di Stabilità: lì il ministro Marianna Madia si è impegnata a trovare le risorse necessarie per sbloccare gli stipendi dei 3,3 milioni di lavoratori statali, che a legge vigente sarebbero bloccati fino al 2017.
Non va meglio sul fronte degli stipendi. A maggio l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie aumenta dello 0,1% rispetto al mese precedente e dell’l,3% nei confronti di maggio 2013. Complessivamente, nei primi cinque mesi del 2014 la retribuzione oraria media è cresciuta dell’l,4% rispetto al corrispondente periodo del 2013. Con riferimento ai principali macrosettori, a maggio le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dell’l,6% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione. I settori che a maggio presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: telecomunicazioni (3,1%); gomma, plastica e lavorazione minerali non metalliferi (3,0%) ed estrazione minerali (2,9%). Si registrano variazioni nulle nel settore edile e in tutti i comparti della pubblica amministrazione.
Tornando alle parole del Papa, sempre su twitter sono state riprese dal segretario generale della Cgil Susanna Camusso, che ha commentato: «Viva le parole di Pontifex_it #lavorodecente per tutti».
#iostoconlunita