Stefano Montefiori, Corriere della Sera 25/6/2014, 25 giugno 2014
MULTA A BNP: SCONTRO SULLE DATE TRA FRANCIA E USA
Dal 2002 al 2009 Bnp Paribas, la più grande banca francese, ha fatto affari per 30 miliardi di dollari con Iran, Sudan e Cuba, violando l’embargo americano e contravvenendo alla lotta contro il terrorismo. Noto da mesi, nelle ultime settimane lo scandalo ha preso proporzioni sempre più grandi: sia per l’ammontare della sanzione – che probabilmente non sarà inferiore ai 9 miliardi di dollari – capace di mettere in crisi il sistema finanziario francese e forse europeo; sia per le implicazioni politiche. La prima banca della Francia che collabora con il Sudan, uno Stato accusato di genocidio e di sostegno al terrorismo, e lo fa in dollari, aggirando le leggi americane: un colpo durissimo all’immagine della Francia, che proprio sull’affidabilità in politica internazionale e per l’azione contro il terrorismo – dal Mali alla Repubblica Centrafricana – ha basato il rilancio dei suoi rapporti con gli Stati Uniti. La multa record di 9 miliardi di dollari imbarazza sempre di più il governo di Parigi, al di là delle conseguenze catastrofiche per la banca di rue d’Antin. Così il governatore della Banque de France Christian Noyer è andato a New York a perorare la causa di Bnp Paribas presso i magistrati americani, e il presidente François Hollande ha provato a sensibilizzare Barack Obama durante la cena parigina che ha preceduto le celebrazioni dello sbarco in Normandia, ricavando solo questa gelida frase: «La tradizione negli Stati Uniti prevede che il presidente non si immischi delle questioni di giustizia». E ancora, il ministro degli Esteri Laurent Fabius ha giudicato la sanzione «totalmente sproporzionata» evocando ripercussioni sui negoziati per il trattato di libero scambio.