M. Gal., Corriere della Sera 25/6/2014, 25 giugno 2014
GLI SHERPA E IL POTERE DELLE STANZE D’ALBERGO
Il peso e il potere di un Paese sono anche nel numero delle camere prenotate. Quando la Merkel prende il suo vino rosso francese, all’una di notte, di ritorno dal Consiglio europeo, in un angolo del bar dell’hotel Amigo, almeno 30 camere accolgono lo staff che la cancelliera si porta dietro in Europa. Lei beve Bordeaux, i suoi giovani consiglieri in prevalenza acqua minerale, alle sette del mattino sono già al lavoro.
Le dimensioni della Francia sono un tantino ridotte: anche Hollande, come prima Sarkozy, alloggia spesso nell’edificio che fu prigione della città, affaccio sulle guglie della Grand Place. Discrezione ed eleganza invitano i capi di governo a rinnovare le prenotazioni, il camino e le terrazze della suite assegnata alla Merkel (una volta Napolitano chiese quanto costava, rimase impressionato e preferì cambiare camera) assicurano un ambiente ideale per la Signora della Ue, ma nei numeri di Parigi c’è la differenza di peso nell’influenzare le istituzioni europee: non più di 20 camere per l’Eliseo. Renzi a Bruxelles ha scelto un altro albergo, le prime volte andava al Sofitel Louise, che accoglieva anche Letta, poco istituzionale molto di tendenza, ora al Metropole, meno elegante e meno costoso. Per il cerimoniale di Palazzo Chigi perfetto per le esigenze del nostro premier, non lontano dalla Borsa. Lo staff? Le camere? Non più di 15. Trenta, venti, quindici: la metafora disegna gradazioni di influenza non lontane dal vero.
Il numero delle camere è l’ufficio allargato di un premier quando viaggia. Monti e Letta avevano un consigliere per gli affari europei, oltre che un ministro dedicato all’argomento, Renzi ha tenuto il membro del governo, ma non ha più l’assistente. Gli sherpa del nostro premier sono sostanzialmente tre e tutti di estrazione prodiana.
Armando Varricchio, già ambasciatore a Belgrado, già nel gabinetto di Prodi quando il Professore era al vertice della Commissione di Bruxelles, è il consigliere diplomatico, l’ombra di Renzi in ogni contesto internazionale. Stefano Sannino è il nostro ambasciatore presso la Ue, anche lui un passato nel gabinetto europeo di Prodi, sostituì proprio Varricchio, gli viene riconosciuta grande competenza e grande serenità di carattere. Sandro Gozi sta infine a Renzi come Moavero stava a Monti e Letta: sottosegretario, delega agli Affari europei, anche lui della nidiata diplomatica che si fece le ossa nel gabinetto del Professore. Ora, in queste ore, aiutano Renzi a raggiungere il massimo degli interessi italiani nel contesto europeo. Cercando di colmare la differenza di peso o, se volete, di camere.
M. Gal.