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 2014  giugno 25 Mercoledì calendario

GRILLO HA SCELTO FARAGE PER INCASSARE 10 MILIONI



Euroscettici, ma non quando si tratta di ricevere gli eurofinan­ziamenti. Nell’abbraccio Fara­ge- Grillo al Parlamento Ue c’è anche, oltre alle comuni idee sull’Europa da cambiare, una convenienza pratica. Anzi, economica. Con l’ingresso del M5S nel gruppo Efd (Europa della Li­bertà e della Democrazia) presieduto dal britannico Farage, i diciassette europarlamentari Cinque stelle guadagnano anche il diritto al finanziamento che Bruxelles stanzia per i suoi gruppi parlamentari, una percentuale del bilancio Ue destinata all’Europarlamento che per il 2014 vale attorno ai 25 milioni di euro. Strasburgo stabilisce alcune regole per l’ammissibilità di un gruppo e per l’accesso al finanziamento. Primo, «ciascun gruppo politico deve essere composto da 25 eurodeputati provenienti da almeno 7 Stati membri». Quindi i 17 deputati M5S non avrebbero potuto creare un gruppo a sé, ma neppure i 24 dell’Ukip (United Kingdom Independence Party) di Nigel Farage. Seconda regola Ue, per essere finanziato il gruppo politico «deve essere rappresentato in almeno un quarto degli Stati membri da membri del Parlamento europeo o da membri dei Parlamenti nazionali o regionali, o nelle assemblee regionali». Ergo, tocca mettersi insieme ad altri. Ed è quello che ha fatto appunto il M5S di Grillo, entrando nell’Efd, che sommando tutti i suoi componenti arriva a 48 eurodeputati, di varie nazionalità (anche lituani, svedesi, lettoni...), e dunque soddisfa tutti i requisiti per ottenere il finanziamento pubblico previsto dalla Ue. C’è un’altra regola, implicita nelle due precedenti: se si resta fuori da un gruppo, e dunque si rientra nei «Non iscritti», niente fondi. 
Sì, ma quanto entra all’anno al gruppo Grillo-Farage? Nel rendiconto del 2012 l’Efd dichiara 2 ,5 milioni di euro di «grant» (trasferimenti) dal Parlamento Ue. Nella scorsa legislatura però il gruppo contava meno deputati, 32 contro i 48 attuali. E la parte maggiore del fondo (l’85%) varia appunto in ragione della numerosità del gruppo. Dunque l’Efd del nuovo Parlamento Ue (che si insediail 1˚ luglio) avràdirittoapiù fondi, da ripartire poi pro quota tra le sue componenti politiche: l’Ukip di Farage e il M5S, i due partiti maggiori. Una stima è stata fatta dal think tank Open Europe, secondo cui nei cinque anni di legislatura all’Efd spetteranno circa 28 milioni di euro, pari a 5,6 milioni l’anno. Al M5S toccherrebbe una bella fetta, 2 milioni di euro l’anno, che non ci sarebbe stata senza l’alleanza (discussa all’interno del Movimento) con Farage e gli altri partiti che compongono il gruppo «Europa della Libertà e della Democrazia». Lo stesso Beppe Grillo, sul blog, ha pubblicato un post («Nigel Farage, la verità») dove si spiegano i vantaggi dell’adesione all’Efd: «È una scelta strategica e pragmatica al fine di ottenere posizioni nelle commissioni del Parlamento Ue, per ottenere finanziamenti , tempo di parola in Parlamento, e un segretariato esperto e professionale ». 
I soldi in arrivo, specifica Bruxelles, possono essere usati solo per alcune categorie di spese: «riunioni e conferenze, pubblicazioni, studi e pubblicità, spese amministrative, spese per il personale e spese di viaggio, spese per le campagne relative alle elezioni europee ». Molti di più i soldi che spettano ai gruppi più grossi: al Ppe toccano 9,4 milioni di euro, al Pse, che ha 30 deputati in meno, 6,3. Parecchi soldi per tutti. Anche a costo di allearsi con la «destra xenofoba».