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 2014  giugno 24 Martedì calendario

IL FASCINOSO FRATOIANNI E QUELLO CHE RESTA DI SEL


Il telegenico Nicola Fratoianni, volto “new fashion” dell’assai vaga stella dell’Orsa del partito di Nichi Vendola, sta cercando in ogni modo di dimostrare, soprattutto dopo la fuoriuscita degli impeccabili Gennaro Migliore, Claudio Fava e altri ancora, che Sinistra ecologia e libertà non è un indirizzo provvisorio o, peggio ancora, non deve essere ingiustamente ritenuta il beauty-case del Pd.
Il fascinoso Fratoianni è nato a Pisa nel 1972, il medesimo anno in cui Sant’Enrico Berlinguer succedeva a Luigi Longo alla segreteria generale del Pci, dunque non gli possiamo in alcun modo imputare una compromissione con la polvere di marmo del tempo politico trascorso a sinistra, dunque neppure le proverbiali traversie post-Cominter care a Rifondazione comunista - Trockij sì, Trockij no - dalle cui stanze il giovane tuttavia giunge. Fratoianni, insomma, potrebbe presto rappresentare nell’ambito della sinistra tout court il corrispettivo umano ed esistenziale di ciò che Matteo Renzi riassume invece rispetto alla vincente Democrazia renziana, ossia a se stesso. Ogni considerazione ulteriore sul pongo politico reale del nuovo personale sarebbe qui una inutile perdita di tempo meno che dialettica.
Accanto a Matteo R., spalmato dai suoi supporter della sciolina del consenso nel pieno della discesa libera con vento in poppa, l’altro, Nicola F., deve invece innalzare, mattoncino dopo mattoncino Lego, la camera con vista di una più che minoritaria forza politica assediata per giunta dalla crudeltà di molti commentatori, accreditati e non, tutti comunque pronti a ritenere Sel una sorta di franchising di Vendola destinato a dissolversi insieme al titolare unico. Un partito circondato da un mandale di cuori ingrati: il caso di Laura Boldrini, miracolata da Nichi, con il suo recentissimo “Sel chi?”, appare più che esemplare. Insomma, sia l’uno, sia l’altro, merito della giovane età, possono vantare tempo e piste a disposizione. Francobollato nel collegamento esterno di Agorà, su Rai3, Fratoianni prova adesso a dimostrare che l’oggetto politico fantasmatico, che lo vede sempre più frontman, esiste per davvero. Nicola prova a piazzare nel gioco mediatico una faccia da ex militante, megafono in mano, pronto a imboccare, sotto le bandiere del chediocelamandibuona, il tratto di strada che da piazza Esedra scivola verso via Cavour, a Roma, il punto esatto dove a giudicare dalla consistenza del corteo la sinistra cerca di intuire a occhio la propria esistenza. Numerica, politica, forse perfino magica.
Blazer d’occasione e cravatta, capelli corti e tuttavia spettinati con grazia attoriale, a Fratoianni manca forse ancora qualche numero televisivo per finalmente esistere con certezza. Tuttavia il piglio, una dose di sobrio narcisismo, tutte queste prerogative che servono a rendersi riconoscibili al telespettatore di talkshow politico, nell’uomo sembra già di intravederle, c’è da sperare che presto sappia anche imparare un po’ di pubblica rabbia che non fa male in un contesto segnato dalle facce di bronzo.
@fulvioabbate

Fulvio Abbate, Il Fatto Quotidiano 24/6/2014