Federico Rampini, la Repubblica 24/6/2014, 24 giugno 2014
GENIALI E MILIONARI, I MATEMATICI SUPERSTAR
La scorciatoia per diventare ricchi? È la matematica. Non la matematica applicata alla finanza, non i complessi algoritmi usati per speculare in Borsa con lo High Frequency Trading. Neppure la matematica applicata all’informatica che può procurare un posto ben remunerato nella Silicon Valley. No, è proprio la matematica pura, la ricerca di base, quella che equivale a un biglietto della lotteria. Accade negli Stati Uniti, con la proliferazione dei premi multimilionari per gli emuli di Pitagora, Euclide, Wittgenstein.
Dietro, è vero, ci sono le “spalle larghe” della Silicon Valley, i cui miliardari possono permettersi ogni sorta di mecenatismo. Ma con le munificenze elargite ai matematici puri, i capitalisti dell’economia digitale tentano di rispondere a un’accusa rivolta proprio a loro: quella di essere spesso vissuti di rendita intellettuale, trasformando in profitti privati le scoperte generate dalla ricerca universitaria finanziata coi fondi pubblici (quella che fu all’origine della stessa Rete). Adesso l’ultima passione tra i capitalisti della New Economy sono i premi ai matematici. E non solo americani: tra i beneficiati ci sono scienziati che lavorano in Europa. Un modo, tra l’altro, per ovviare alla lacuna del Nobel, dove tra le scienze premiate manca proprio la matematica. Ma le risorse del lascito di Alfred Nobel amministrate dall’accademia svedese e norvegese sono poca cosa rispetto a quel che possono mettere in campo gli imprenditori californiani.
Un caso esemplare è quello di Maxim Kontsevich, celebrato sul New York Times come vincitore “seriale”, capofila dei nuovi Paperoni arricchiti dalla matematica. 49enne, ricercatore in Francia, ha dapprima vinto lo Shaw Prize in Mathematical Sciences: un milione di dollari. Poi ha triplicato la posta quando è finito nella rosa dei nove vincitori di un nuovo premio creato da Yuri Milner, un russo che fu tra i primi azionisti di Facebook. Infine, sempre lo stesso Milner ha scelto Kontsevich anche tra i cinque laureati del nuovissimo riconoscimento Breakthrough Prize in Mathematics: a quest’ultimo contribuisce anche Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook. Il Breakthrough letteralmente designa scoperte che «aprono nuove strade» nella ricerca matematica. E le compensa bene: tre milioni di dollari a testa per ciascuno dei cinque vincitori. Dunque, il solo Kontsevich in meno di 48 mesi si è visto piovere addosso 7 milioni di dollari. Rispetto alle borse di studio universitarie, è un bel salto. Lui stesso si è detto “imbarazzato” di fronte a questo diluvio di riconoscimenti danarosi. Milner ci tiene a sottolineare che Kontsevich ha vinto perché fa “matematica pura”. Nella motivazione del premio spicca in particolare la descrizione di questo filone di ricerca: «Una procedura chiamata interval exchange transformations (letteralmente: trasformazioni nello scambio di intervallo), che equivale a prendere una corda, tagliarla a pezzettini, poi riordinarli in sequenze diverse». La matematica del «tagliare e ricomporre a caso» ( reshuffling), secondo quanto spiega la giuria del premio, fa parte di una nuova area dell’algebra astratta e viene usata anche in alcuni modelli di fisica teoretica.
Le descrizioni degli altri matematici premiati sono altrettanto affascinanti per la loro… astrattezza. Si va dal 36enne Jacob Lurie di Harvard al 56enne Simon Donaldson che insegna all’Imperial College di Londra, tutte le generazioni sono rappresentate. Il giovane Terence Tao, 38 anni, origini cinesi, ma residente a Los Angeles, oltre ai 3 milioni del Breakthrough ha ricevuto anche una borsa MacArthur da mezzo milione, nonché la Fields Medal. Tao si occupa di problemi legati ai numeri primi e alle «equazioni del flusso fluido». Lui è stato il più esplicito nell’esternare perplessità su tutto quel denaro che arriva ai matematici: «La dimensione di questi premi è esagerata». Ha deciso che utilizzerà quei soldi per aiutare a sua volta matematici più giovani, per esempio finanziando delle riviste scientifiche gratuite (attualmente sono su abbonamento, a tariffe elevate) nonché dei progetti di ricerca collaborativa online.
Milner sta raccogliendo alleati nella comunità imprenditoriale della Silicon Valley e dintorni. Ad aprire il portafoglio per rimpinguare i fondi di dotazione dei nuovi premi, oltre a Zuckerberg ci sono anche Sergey Brin co-fondatore di Google, e perfino il cinese Jack Ma che dopo una formazione americana ha creato nel suo paese Alibaba (l’emulo cinese di Amazon e Ebay, in corso di collocamento a Wall Street). Dietro questo nuovo filone del mecenatismo c’è un disegno preciso. Milner è convinto che la società in cui viviamo è troppo generosa nel remunerare celebrità come gli sportivi, gli attori di Hollywood, o anche i magnati del capitalismo; mentre le gerarchie del valore sociale e dell’utilità collettiva dovrebbero indurci a incentivare molto di più la scienza. «Dobbiamo enfatizzare — sostiene — l’importanza della scienza di base per il nostro mondo».
Poi c’è il problema dell’equilibrio tra scienza pura e ricerca applicata al business. Come ha dimostrato di recente l’economista italo-americana Mariana Mazzucato (Lo Stato innovatore , Laterza), tutte le ultime rivoluzioni tecnologiche hanno avuto all’origine una ricerca pura finanziata dallo Stato; ma negli ultimi anni anche in America le risorse pubbliche per la scienza si sono impoverite, a vantaggio dei laboratori delle grandi aziende dove si fa pochissima ricerca pura. Tra i “colpevoli” di questa involuzione ci sono proprio loro, i big della Silicon Valley, le cui ricchezze private non esisterebbero senza uno sforzo di ricerca finanziato dai contribuenti (come nel caso Darpa-net, l’antenato di Internet; ed anche in tanti esempi più recenti). Ora almeno una piccola parte dei profitti privati della Silicon Valley servirà a finanziare degli scienziati che non si preoccupano di partorire invenzioni dall’applicazione commerciale immediata.
Come nella tradizione dei Nobel, anche per il Breakthrough Prize in Mathematics le procedure sono trasparenti. E chiunque può sottoporre dei candidati che ritiene meritevoli, segnalandoli sul sito breakthroughprize. org. In fretta, però: la scadenza per le candidature alla prossima pioggia di milioni è il 30 giugno.
Federico Rampini