Luciano Capone, Libero 24/6/2014, 24 giugno 2014
EMILIANO ASSESSORE DI PAESE PUR DI NON RIMETTERSI LA TOGA
Il primo a porre l’interrogativo sul futuro di Michele Emiliano era stato oltre due mesi fa su Twitter il direttore del Corriere del Mezzogiorno Antonio Polito: «Ma adesso che Michele Emiliano non sarà più né candidato né sindaco, si dimetterà dalla magistratura o entro 15 giorni tornerà a fare il pm?». Il magistrato in aspettativa, allora sindaco di Bari in scadenza di mandato, aveva da poco rifiutato la candidatura alle elezioni europee dopo la decisione di Matteo Renzi di non posizionarlo più come capolista. L’elezione al Parlamento europeo avrebbe permesso ad Emiliano di poter continuare a godere dell’aspettativa nell’anno che lo separa dalle elezioni regionali in Puglia, suo prossimo obiettivo politico. Senza un salvagente Emiliano dovrebbe tornare a fare il suo lavoro, in una città e in una regione lontana da quella in cui ha fatto politica, cosa che metterebbe una pietra tombale sulle sue ambizioni politiche. Durante la campagna elettorale a Bari era stato paventato il suo rientro dalla finestra in comune, come assessore del suo pupillo Antonio Decaro. «Lo escludo assolutamente» rispose Emiliano glissando però sul rientro in magistratura.
Il paracadute per l’ex sindaco è stato aperto ieri, durante la consegna della fascia al nuovo sindaco di Bari: «Dovevo fare il ministro, il sottosegretario» ha dichiarato Emiliano durante la cerimonia «e invece andrò a fare l’assessore alla legalità a San Severo». L’assessorato nel comune del foggiano è l’uovo di Colombo che gli permetterà di conservare il suo posto in magistratura senza dover rientrare in servizio e quindi di preparare il terreno per la sua candidatura alla presidenza della Regione.
La scelta di un magistrato come assessore alla Legalità è peraltro perfettamente in linea con la moda degli ultimi tempi. Pochi giorni fa è stato nominato assessore del comune di Pompei Diego Marmo, pm del processo ad Enzo Tortora, famoso per la sua requisitoria in cui accusava l’innocente presentatore televisivo di essere un camorrista e un «cinico mercante di morte». Prima di lui è stato assessore a Napoli di un altro magistrato, Luigi De Magistris, il pm Giuseppe Narducci. Ma rispetto ai suoi colleghi Michele Emiliano ha una peculiarità: è un assessore alla legalità incompatibile. Il pm in aspettativa è infatti iscritto al Partito democratico di cui è anche membro dell’Assemblea nazionale e Segretario regionale, una situazione non compatibile con quella di magistrato (ancorché in aspettativa). Sulla questione si è già espressa chiaramente la Corte costituzionale con una sentenza del 2009 che riguardava una altro magistrato, stavolta di centrodestra, Luigi Bobbio, dicendo che «costituisce illecito disciplinare non solo l’iscrizione, ma anche la partecipazione sistematica e continuativa a partiti politici». Esattamente la condizione del democratico Michele Emiliano, l’assessore «illegale» alla Legalità di San Severo.