Fulmini 25/6/2014, 25 giugno 2014
REGOLE/1
«Giocare sull’erba mi piace, non le regole di Wimbledon, come doversi vestire di bianco o seguire certi rituali. Ma mi rendo conto che ogni tanto le regole vanno rispettate e se lo dico io...» (Fabio Fognini).
REGOLE/2 «Se voglio entrare in politica? Nell’accezione semantica, in qualità di espressione della Polis, sicuramente sì. Se mi viene richiesto un contributo, io con spirito di servizio sono disposto e pronto a darlo anche perché le regole del vivere civile non sono altro che le regole del mondo del calcio» (Claudio Lotito).
MATEMATICA «La verità è che il Portogallo è una squadra limitatissima. Non è un caso che non abbia mai lottato per diventare Campione del mondo. La matematica ancora non ci condanna, ma serve un miracolo» (Cristiano Ronaldo).
NIENTE «Non ho niente da dimostrare, niente da nascondere, niente da perdere. Gioco per me stessa, non per sorprendere qualcuno. Non mi aspetto che nessuno mi ripeta ogni volta che ce la posso fare» (Venus Williams).
TATUAGGI «Ho un rapporto forte con Dio. Prego tutti i giorni, anche prima di mettermi al volante. Ho La pietà di Michelangelo tatuata sulla spalla. Per me i tatuaggi hanno un significato, non sono semplici disegni sulla pelle. Quell’immagine mi ha emozionato e ho deciso di portarla con me» (Lewis Hamilton).
FUTURO «Magari commetterò degli errori, ma all’inizio ci sta. Imparerò strada facendo. Ma i tifosi interisti sappiano che la mia filosofia sarà la stessa che avevo da giocatore: rendermi utile alla squadra. Comunque questo è il mio futuro. Per fare l’allenatore, credo tu debba sentirlo dentro. E io non lo sento. Mi piace più essere il rappresentante di un gruppo» (Javier Zanetti).
DUE «Ho un ottimo rapporto con i ragazzi, il vantaggio di essere il numero due è di non dover fare scelte. Seedorf non mi aveva scelto e forse anche per questo le cose non sono andate bene. E’ stato un rapporto non facile. Per lavorare con qualcuno devi sentirti a tuo agio, io non stavo bene né in panchina né a Milanello» (Mauro Tassotti).
STRONZO «Sì, sono il più pagato della Serie A. Sei milioni e mezzo a stagione. Secondo i tifosi mi dovrei vergognare, quando non gioco bene, come se mi facesse piacere non essere sempre all’altezza. Se un cantante gira in Jaguar è figo, se ci gira un calciatore è stronzo» (Daniele De Rossi).