Antonietta Demurtas, Lettera43 24/6/2014, 24 giugno 2014
UN SEMESTRE LOW COST
Mancano meno di 10 giorni all’inizio del semestre italiano. E i preparativi fervono alla stessa velocità delle polemiche. Dal primo luglio l’Italia riprende la guida della Ue (la quinta degli ultimi 30 anni), subentrando alla Grecia, ma per ora le informazioni sono state date con il contagocce. Non c’è ancora un calendario definitivo, il sito www.italia2014.eu è arenato all’homepage. E il programma ufficiale di quello che per ora sembra essere il semestre più travagliato della storia sarà presentato il 2 luglio nell’aula di Strasburgo dal presidente del Consiglio Matteo Renzi. «Fino ad allora tutto è in progress», dicono gli addetti ai lavori.
I ritardi dovuti al cambio di governo Letta-Renzi hanno fatto slittare infatti i tempi di preparazione della presidenza. Il fatto poi che cada nel periodo in cui c’è il rinnovo di tutte le istituzioni Ue, ha rischiato di far sfumare l’occasione per l’Italia di incidere a Bruxelles.
A cavallo tra l’inizio dell’ottava legislatura del parlamento europeo (il 2 luglio), la nomina della nuova Commissione (entro il primo novembre), la designazione del nuovo presidente del Consiglio europeo (in carica dal primo dicembre), quello italiano era destinato a diventare solo il semestre delle nomine. E Renzi avrebbe potuto giocare al massimo a fare il mediatore. Un ruolo davanti al quale ha cercato di sfuggire sin dall’inizio trincerandosi dietro lo slogan: «Prima i programmi, poi i nomi». Per ora l’apertura a una maggiore flessibilità da parte della Germania di Angela Merkel sembra dargli ragione.
L’obiettivo - in mancanza di un potere legislativo effettivo – è infatti quello di trasformare il semestre italiano in una presidenza strategica e politica che incida e decida l’agenda europea dei prossimi cinque anni. A partire dai temi più caldi: crescita e occupazione, immigrazione ed energia.
Ma per riuscirci servono uomini e mezzi. Ed è su questo che finora l’Italia ha mostrato le maggiori debolezze. Basta pensare che per la presidenza, la squadra azzurra è formata da circa 180 persone tra la rappresentanza e la delegazione. Quest’ultima fa capo alla Farnesina, che è responsabile dell’organizzazione di tutti gli informali e per la quale lavorano 80 figure assunte con contratti temporanei per gestire i rapporti con le singole delegazioni.
Per rafforzare la rappresentanza a Bruxelles sono stati presi 22 impiegati, «ma alla fine non si arriva a 200 unità, quasi quanti sono gli spagnoli in regime ordinario», commenta chi sta seguendo i lavori di preparazione e riconosce un ritardo non solo logistico.
Una situazione determinata soprattutto dall’esigenza di rientrare in un budget che per tutto il semestre arriva a 68 milioni di euro. Risorse con le quali la presidenza italiana deve coprire le spese di logistica, promozione e organizzazione eventi. Non solo i costi in quanto alla guida dell’Ue ma anche quelli delle missioni dei singoli ministeri come Paese membro.
Pochi soldi se si considera che la Lettonia, che prenderà il posto dell’Italia nel primo semestre 2015 ha già stanziato 100 milioni di euro, la Polonia ne spese 110 e la Francia arrivò a 171. Ma in tempi di crisi, come insegna la Grecia che per l’attuale presidenza ha un budget di 58 milioni, anche l’Italia ha preferito tagliare.
Per questo il semestre è ancora definito under construction. A partire dalla comunicazione: la procedura di nomina di Federico Garimberti, il responsabile dell’informazione strategica della presidenza italiana, non è ancora stata perfezionata (per ora è stato firmato solo un decreto con cui si istituisce la struttura di missione dedicata alla comunicazione del semestre, ndr). E Garimberti, giornalista preso in prestito dall’agenzia Ansa e già al lavoro da mesi, ha uno staff di appena sette persone. Che devono seguire il nuovo sito, i social, i media tradizionali italiani ed esteri. Ad affiancarlo da Bruxelles c’è Michelangelo Nerini. Per l’attuale presidenza greca ci sono 15 addetti alla comunicazione e cinque ai social media, più i traduttori. E le differenze si vedono. «Entro il primo luglio però il sito della presidenza italiana sarà pronto», assicurano.
Per ora infatti definirlo incompleto è un eufemismo. Anche qui i motivi sono tanti e vanno al di là dei problemi tecnici: in Italia il cambio del governo ha inevitabilmente rallentato nomine e organizzazione, a ciò si aggiunge «la scelta della presidenza di non entrare nel dibattito politico durante le elezioni europee», spiegano, «cosa che la presentazione del programma e un sito di informazioni avrebbe inevitabilmente condizionato, oltre a invadere lo spazio dell’attuale presidenza greca». Dal 25 maggio però è passato un mese e i progressi non sono stati tanti. La Lettonia ha già messo online un sito con informazioni e contatti.
Altro piccolo qui pro quo è rappresentato dalla scelta delle due lingue usate nel sito: italiano e inglese. Così aveva deciso Letta, che pur essendo francofono e francofilo voleva un semestre morigerato e quindi la scelta della terza lingua avrebbe comportato un costo maggiore e innescato la polemica per la mancanza del tedesco: terza lingua ufficiale dell’Ue. Così sono state evitate le spese di traduzione, ma non le polemiche.
Ora si sta valutando di inserire la versione anche il francese, «soprattutto per evitare strumentalizzazioni» da parte dei transalpini.
A non cambiare per ora è invece la squadra al vertice: dopo Renzi, c’è il sottosegretario Sandro Gozi con delega alle Politiche europee e al coordinamento del semestre e l’ambasciatore rappresentante permanente dell’Italia presso l’Ue Stefano Sannino.
A parte le riunioni nelle sedi istituzionali europee, i principali eventi del semestre e le sessioni informali del Consiglio graviteranno su Milano, non solo per dare una continuità tra la presidenza italiana e l’Expo 2015, ma per risparmiare.
Tra settembre e ottobre sono in agenda il Gymnich (l’incontro informale dei ministri degli Esteri europei, così chiamato dallo Schloss Gymnich, il castello vicino a Colonia che ospitò per la prima volta l’appuntamento nel 1974), il vertice sull’occupazione – il terzo, dopo quelli di Berlino e di Parigi - e il vertice Asem (Asia-Europe Meeting), dove saranno presenti diversi leader asiatici.
C’è chi infine chi spera che il governo italiano riesca anche a inserire tra gli obiettivi del semestre l’accordo di libero scambio Usa-Ue (Ttip, Transatlantic Trade and Investment Partership). Ma i tempi sono ristretti per ipotizzare la conclusione di un negoziato così complesso entro la fine dell’anno.
Tutto però può succedere, d’altronde ancora oggi il programma della presidenza greca è un provisional programme. La guida dell’Ue, spiegano, è un processo in fieri e rimarrà tale nel corso del semestre. A parte i dossier legislativi che l’Italia dovrà portare avanti, «il contenuto politico sarà annunciato da Renzi e dal ministro dell’Economia Padoan». Un processo anche questo che si svolgerà giorno per giorno.