Carlo Antini, Il Tempo 24/6/2014, 24 giugno 2014
UN MILIONE E MEZZO PER IL CENTRAL PARK
Il milione e mezzo del Central Park di New York sembra davvero uno sproposito ma non c’è dubbio che sulle quote d’affitto dei luoghi appetibili per un concerto rock si è detto tutto e il contrario di tutto.
Cifre alla mano basta fare un confronto internazionale per rendersi conto che c’è una bella differenza tra gli 8 mila euro dell’affitto del Circo Massimo per una sera e i 250 mila che servono per assicurarsi lo stadio Olimpico di Roma. E ancora i 15 mila euro per usare il nuovo Centrale del Foro Italico, ormai spazio prediletto anche per festival e rassegne musicali in diretta tv. A onor del vero, queste sono medie ponderate, visto che il prezzo per l’affitto dello Stadio Olimpico e del Centrale del Foro Italico variano in base alla percentuale sugli incassi della serata. Se all’Olimpico il palco è montato in Sud allora la percentuale è dell’8%, in Tevere sale al 10% e solo in curva al 12%. Percentuale fissa al 15%, invece, per il Centrale del Foro Italico. Nel caso del Central Park, gli organizzatori di eventi rock devono anche provvedere a coprire i costi della sicurezza.
Quando a New York hanno cantato Simon & Garfunkel o Andrea Bocelli, insomma, non è bastato allestire solo palco e luci. «A New York ci sono prescrizioni molto precise - spiega David Zard - Il sindaco Marino ha fatto bene a concedere il Circo Massimo ai Rolling Stones ma fa ridere quando sostiene che il giro d’affari per la città sia stato di 25 milioni di euro. Ogni persona del pubblico dovrebbe aver speso 350 euro al giorno. Il che sembra francamente improbabile. Sono cifre fuori dalla matematica anche perché il pubblico degli Stones ha comprato prevalentemente panini».
Una cosa è certa. Il costo dell’affitto del Circo Massimo è tra i più bassi ma non bisogna dimenticare che, anche gli organizzatori del concerto dei Rolling Stones, hanno dovuto far fronte a tutte le altre spese straordinarie. «L’accordo col Comune - spiega Sergio Giuliani, uno degli organizzatori del concerto al Circo Massimo - prevedeva circa 180 mila euro di costi aggiuntivi per coprire gli straordinari dei vigili urbani, le metropolitane, l’allestimento dei bagni pubblici e le pulizie aggiuntive».
E si pone un interrogativo da non sottovalutare. «Mi chiedo - prosegue Giuliani - perché quando giocano le squadre di calcio e di rugby o ci sono i mega raduni politici nessuno paga queste spese? Perché a loro sì e a noi no? Noi investiamo in prima persona sulla città e non meritiamo di essere trattati così. A Roma le grandi rock band non ci vogliono venire perché l’Italia è la periferia d’Europa e Roma è la periferia d’Italia. Al contrario, operazioni come quella dei Rolling Stones danno lustro al nostro Paese e rendono la Capitale più appetibile per le band di tutto il mondo». Gli organizzatori dei Rolling Stones mettono in evidenza le grandi risorse che possiede la Capitale. «Di spazi come Tor Vergata ne è pieno il mondo - attacca Sergio Giuliani - Il valore aggiunto di una città come Roma risiede proprio nell’unicità dei suoi spazi. Altrimenti tanto vale organizzare gli show a Dubai. Anche perché qui in Italia abbiamo pagato 600 mila euro di Iva e 400 mila euro di diritti d’autore».
Sullo stesso punto prende la parola David Zard. «L’immagine dei Rolling Stones a Roma ha girato il mondo - spiega Zard - In un momento di crisi come questo è importante. È questo l’indotto di cui bisogna tenere conto. Sarebbe stato un peccato se gli Stones non fossero venuti a Roma. Ricordo quando il Circo Massimo lo chiesi io ma il sovrintendente mi disse no perché c’erano le rovine. Ma quello è uno spazio che deve essere goduto dal pubblico».