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 2014  giugno 24 Martedì calendario

MENO DIVORZI. NOZZE IN CHIESA TENGONO DI PIU’

Si arresta la crescita delle separazio­ni e il matrimonio religioso è più solido di quello civile. Pur in un contesto ancora molto problematico (con 484 tra separazioni e divorzi ogni mille matrimoni celebrati nel 2012), l’annuale rapporto dell’Istat sulla tenuta delle noz­ze in Italia riserva anche dei dati in con­trotendenza. Dopo molti anni, l’Istituto di statistica osserva un calo di separazioni (-0,6%) e divorzi (-4,6%), rispetto all’anno precedente. In numeri assoluti, le separa­zioni sono state 88.288 e i divorzi 51.319. La durata media del matrimonio è di 16 anni al momento della separazione e di 19 quanto interviene il divorzio. I ricerca­tori dell’Istat hanno però osservato il co­stante aumento della rottura di unioni an­che pluridecennali. Tra il 1995 e il 2012, mentre la fine del legame matrimoniale entro i 4 anni dalle nozze è rimasta so­stanzialmente invariata, con circa 12mila casi ogni anno, le separazioni dopo i 25 anni di matrimonio sono quasi triplicate, passando dalle 5.912 del 1995 alle 18.515 del 2012.
Il momento più critico per gli sposi è an­cora il fatidico settimo anno, come cer­tifica anche l’Istat, ma non per tutte le coppie. Quelle che si sposano in chiesa tengono di più rispetto a quelle unite con rito soltanto civile.
«Mettendo a confronto i matrimoni del 1995 con quelli del 2005 – si legge nel rap­porto – si osserva come la propensione a separarsi nei matrimoni celebrati con il rito religioso sia molto inferiore e molto più stabile nel tempo rispetto a quella nel­le nozze civili. Dopo sette anni i matri­moni religiosi sopravviventi sono pratica­mente gli stessi per le due coorti di matri­monio considerate (rispettivamente 933 e 935 su 1.000). I matrimoni civili sopravvi­venti scendono a 897 per la coorte del 1995 e a 880 per quella del 2005».
Al di là del rito impiegato, un dato acco­muna la maggioranza delle separazioni e dei divorzi: coinvolgono un numero sem­pre maggiore di figli, anche molto picco­li. Nel 2012, il 73,3% delle separazioni e il 66,2% dei divorzi ha riguardato coppie con figli; 112.253 sono stati quelli coinvolti nel­la separazione e 53.553 nel divorzio dei genitori. In quasi la metà (48,7%) dei casi di separazione, i figli coinvolti erano mi­norenni, così come nel 33% dei divorzi. Nelle separazioni, inoltre, il 54,5% dei fi­gli coinvolti aveva meno di 11 anni, quo­ta che scende al 32,1% nei divorzi, sen­tenza che arriva generalmente quando i fi­gli sono un po’ più grandi. In caso di se­parazione con figli, infine, la modalità più ricorrente (89,9% dei casi) è quella del­l’affido condiviso, previsto dalla legge 54 del 2006, che, commentano dall’Istat, ha segnato una «netta inversione di tenden­za rispetto al passato», quando i figli era­no affidati per oltre l’80% dei casi alla ma­dre. Secondo la legge 54, invece, entram­bi i genitori ex-coniugi conservano la po­testà genitoriale (che prima spettava e­sclusivamente al genitore affidatario) e de­vono provvedere al sostentamento eco­nomico dei figli in misura proporzionale al reddito.