Paolo Mastrolilli, La Stampa 22/6/2014, 22 giugno 2014
“BLOCCO DEI TRASFERIMENTI? CI ADEGUIAMO”
Le critiche di Susanna Camusso? «Ce ne faremo una ragione. L’ho detto anche prima, non c’è altro da aggiungere». Così l’amministratore delegato di Fiat Chrysler Automobiles, Sergio Marchionne, ha risposto alle discussioni che lo hanno seguito dall’Italia, mentre veniva premiato come ospite d’onore alla «Bocconi Alumni American Conference 2014», organizzata a New York dall’università milanese.
Il segretario della Cgil aveva definito «pericolosa» la posizione presa dalla Fiat, con il blocco degli straordinari e la sospensione del trasferimento di 500 lavoratori in cassa integrazione da Mirafiori alla Maserati. «Ce ne faremo una ragione», ha commentato Marchionne. Quanto allo stop del trasferimento, il ceo di Fca ha detto di non essere preoccupato: «Produciamo quello che possiamo. Uno blocca gli straordinari, fa altre scelte. Ci adeguiamo. Ma la Fiat sopravvivrà a questo fatto». Marchionne ha ammesso di aver ricevuto una lettera dagli operai della Maserati, ma non sa bene a che titolo: «È arrivata una lettera tecnicamente firmata da alcune persone che non sappiamo nemmeno chi siamo. Non ne so assolutamente niente, non riusciamo ad identificarne le origini». Fino a quando non verrà chiarito questo punto, dunque, la lettera resterà ferma: «Identifichiamo le persone, e poi ne parliamo». Il ceo di Fca ha ribadito anche l’intenzione di procedere con la quotazione in borsa della nuova azienda «entro la fine di ottobre», mentre sul valore attuale del titolo ha detto che «è molto più alto, ma bisogna provarlo nel tempo». Quindi ha confermato anche la determinazione a non chiudere stabilimenti in Italia: «Lo abbiamo già detto a maggio».
Davanti agli ex alunni della Bocconi Marchionne ha fatto un intervento in cui ha raccontato l’operazione per rilanciare la Fiat, che all’epoca del suo arrivo «perdeva 5 milioni al giorno», e fonderla con Chrysler dopo la crisi economica del 2008. Quindi ha parlato delle qualità della leadership, che secondo lui sono soprattutto due: la capacità di innovare a guidare il cambiamento, e quella di selezionare e costruire i leader del futuro.
Rispondendo alle domande del pubblico e dei giornalisti, ha detto che nel risultato delle recenti elezioni europee ha notato soprattutto due elementi: «La classe politica di Bruxelles, impegnata quasi in continuazione a creare sempre nuove regole, non è riuscita a spiegare ai cittadini il vantaggio di avere l’Unione. Nello stesso tempo, con tutto il rispetto per i miei colleghi tedeschi, c’è stato un rigetto del dominio della Germania sulla Ue, che ha spinto molti paesi a politiche innaturali per la loro cultura. Le ambizioni dell’Europa devono essere più grandi di quelle della Germania». Da qui la necessità di individuare presto «una leadership forte», che sappia dare sostanza al progetto europeo, convincendo i cittadini «a riabbracciarlo con fede».
In Italia, a questa reazione antieuropea si è aggiunta anche una «voglia di cambiamento interna», che secondo Marchionne è un segno salutare: «Speriamo di andare avanti così». E’ positivo, infatti, l’impeto che il risultato elettorale ha dato all’agenda riformista del premier: «Lo avevo già detto con Monti e Letta, lo ripeto ora con Renzi: io appoggio qualunque piano che punti a cambiare le regole del gioco, che non sono più competitive. Di Renzi - ha aggiunto il ceo di Fca - mi piace il suo atteggiamento, la gioventù e la freschezza. Gli staremo vicino». Quindi Marchionne esprime un auspicio, per il paese: «Spero che Renzi ce la faccia, non vedo ragioni per cui non dovrebbe. Ha gli istinti buoni e la direzione giusta. Lasciamolo lavorare».
Paolo Mastrolilli, La Stampa 22/6/2014