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 2014  giugno 22 Domenica calendario

CULTURA SENZA FONDI


Per una coincidenza che potrebbe rivelarsi positiva, il recente decreto promosso dal ministro Franceschini detto “Art bonus” cade dunque a proposito.
Vedremo già nei prossimi mesi se le deduzioni fiscali fino al 65% per le donazioni a favore di enti e istituti della cultura sarà servita a rianimare un mecenatismo che per ora va ad allungare l’elenco delle voci negative. Il dato in controtendenza è quello relativo al consumo della musica detta classica o “seria”. Sorpresa sì ma fino a un certo punto. Sono significative l’affluenza alle “Lezioni di musica” organizzate presso l’auditorium di Roma e il favore di molte altre iniziative dedicate alla divulgazione musicale. Ciò che tiene insieme questi dati è uno solo: il desiderio abbastanza diffuso di un ascolto finalmente consapevole.
La musica è un linguaggio logico che può anche essere goduto (pienamente goduto) in maniera diciamo “ingenua” ma che si apprezza molto di più quando si disponga di alcune “istruzioni per l’uso”. Se il fenomeno è dunque visibile, la domanda che ci si può fare è da che cosa dipenda. Una possibile risposta potrebbe dipendere dalla combinazione di due elementi: uno negativo e uno positivo. Il primo è la vecchia carenza del nostro sistema scolastico che ignora completamente ogni tipo di educazione musicale. Non parlo di un’ulteriore materia da aggiungere alle altre, date, titoli e nomi da imparare a memoria, intendo la pratica della musica, dall’esecuzione collettiva di brani semplici al canto corale tradizionalmente diffuso nelle società protestanti ma anche in Giappone e nei paesi del Latino-America che hanno adottato il benemerito metodo Abreu. Il risultato per quanto ci riguarda è che si esce dalla scuola completamente digiuni di ogni nozione musicale ma proprio per questo ansiosi di saperne qualcosa quando s’incontrino stimoli adeguati e sufficienti a capire il peso di questa lacuna. Qui s’innesta il tassello finale vale a dire le crescenti opportunità che si vanno diffondendo nel Paese, in particolare nelle grandi città ma non solo. L’iniziativa di associazioni pubbliche e private ha creato occasioni di ascolto, semplice o “informato”, che hanno stimolato l’uso di uno dei più intensi piaceri della spiritualità umana.

Corrado Augias, la Repubblica 22/6/2014