Vittorio Sabadin, La Stampa 23/6/2014, 23 giugno 2014
STING: NON LASCIO EREDITÀ. I MIEI SEI FIGLI LAVORERANNO
Il cantante Sting non lascerà nemmeno una sterlina ai sei figli e lo ha detto loro chiaro e tondo: nella vita dovranno lavorare e cavarsela da soli. Sting, che ha guadagnato finora l’equivalente di 220 milioni di euro con dischi e concerti, non è l’unica persona che ha raggiunto l’agiatezza a pensarla così: un recente sondaggio tra le famiglie più facoltose del mondo ha svelato che una delle maggiori paure dei ricchi è che i loro figli crescano senza motivazioni e ambizioni, visto che il denaro ce l’hanno già.
In una lunghissima intervista-confessione al Mail on Sunday, una lettura obbligatoria per i fan del cantante, Sting ammette che buona parte del denaro che ha guadagnato è già sparito e che il restante se ne andrà altrettanto in fretta. Il suo grande circo, perennemente in movimento, ha cento dipendenti che hanno un peso consistente alla voce «uscite».
«Quello che guadagno, spendo – ha detto al Mail on Sunday -. Abbiamo un sacco di costi fissi e i soldi se ne vanno. Non penso mai di mettere da parte qualcosa, tipo un trust per i miei figli. Loro sanno che dovranno lavorare per vivere, non mi chiedono mai nulla e non si aspettano nulla, cosa che apprezzo molto». Sting ha aggiunto di essere ovviamente pronto a intervenire per aiutarli in caso di necessità, «ma dovranno avere successo contando solo sui loro meriti, non sul mio denaro».
Pochi giorni fa anche Nigella Lawson, la famosa cuoca televisiva quasi strangolata al ristorante dall’allora marito Charles Saatchi, aveva detto che non bisogna lasciare troppi soldi ai figli, «perché non guadagnarsi da vivere rovina le persone».
La pensa così la maggior parte dei ricchi, ai quali lo studio Withersworldwide ha chiesto di che cosa avessero paura in un sondaggio che ha coinvolto 1.400 milionari e 16 delle più importanti famiglie europee, asiatiche e nord-americane. Al primo posto c’è la paura di ammalarsi, perché la certezza di vivere sempre in buona salute è una delle poche cose che il denaro non può comprare. Ma al secondo c’è il timore che i figli crescano privi di ambizioni, di stimoli e di obiettivi, pensando che non c’è bisogno di darsi troppo da fare, visto che quasi tutto il lavoro lo hanno già fatto i nonni e i genitori.
La paura che i figli crescano indolenti e scioperati, incapaci di gestire le aziende di famiglia, è più forte di tutte le altre, compresa quella di vedere ridotto il patrimonio a causa di investimenti sbagliati. Ed è più importante persino del divorzio, che per i super-ricchi è sempre fonte di un mare di guai.
Per tenere insieme le famiglie, soprattutto negli Stati Uniti, le classi più agiate ricorrono spesso a progetti caritatevoli, che consentono di avere un obiettivo comune e di dare ai figli una missione da compiere, molto simile a quelle che vengono affidate nel business. Ma questo non cancella le paure: i figli che passano da una vacanza all’altra, da un’auto all’altra e da una ragazza all’altra tolgono il sonno ai padri, che vedono nei loro incubi la fine di tutto quello per il quale hanno tanto faticato. Una delle nonne più ricche d’Inghilterra, la regina Elisabetta, non avrà questo problema: il nipote William, secondo nella linea di successione al trono, ha deciso di trovare un lavoro da 40 mila sterline all’anno, circa 55 mila euro. Farà il pilota dell’East Anglia Air Ambulance, soccorrendo in elicottero feriti e naufraghi.
William ha deciso di non volere più essere un «Royal» a tempo pieno: con Katherine e George andrà a vivere nella tenuta di Elisabetta di Sandringham, nel Norfolk, vicino alla sua base di elicotteri. I laburisti già protestano, domandandosi perché siano stati spesi quattro milioni di sterline per restaurare il Kensington Palace se poi i duchi di Cambridge se ne vanno a vivere nel Norfolk.
Forse, nelle stanze di Kensington gira ancora il fantasma di Diana, che Kate è la sola a vedere. Forse William ha capito che passeranno ancora un bel po’ di anni prima che, dopo suo padre Charles, il trono tocchi a lui. E così invece di dedicarsi alle inaugurazioni e alle visite nel Commonwealth, ha deciso giustamente di lavorare. Kate e George lo aspetteranno a casa, con la cena pronta e una gran voglia di farsi raccontare le sue avventure.
Vittorio Sabadin, La Stampa 23/6/2014