Fernanda Massarotto, SportWeek 21/6/2014, 21 giugno 2014
PICCOLO DIZIONARIO DEL PEGGIO DEL BRASILE
• A
Autostrade
Sono lente, pericolose e piene di buchi. La BR 101 (4.772,4 km), conosciuta come “autostrada della morte”, è quella messa peggio. Invece a San Paolo, la Rodovia dos Bandeirantes con le sue sei corsie ci fa ricordare il “primo mondo”. Nel ranking di qualità delle strade, tra 144 paesi, il Brasile occupa il 123° posto.
• B
Baracche
O semplicemente “favelas”. Il fenomeno nasce negli Anni 70 con il boom dell’edilizia. Nelle periferie, i “morros” (montagnette) delle grandi città sono stati invasi da migliaia di baracche di mattoni e cartone. Droga, violenza e povertà fanno parte del loro quotidiano. La Rocinha oggi è la più famosa e la più grande favela del Brasile, con circa 150.000 abitanti.
• C
Corruzione
Destra e sinistra, governo e opposizione, monarchia e repubblica. Non si salva nessuno: la corruzione sta nel Dna del Brasile. Uno studio della Federazione delle Industrie di San Paolo rivela che il costo annuo della corruzione nel Paese è tra 1’1,38% e il 2,3% del Pil. Nel sondaggio Cpi (Indice di percezione della corruzione) il Brasile è al 69° posto dietro Cuba, Cile e Uruguay.
• D
Droga
Non è più solo un problema nelle favelas. È arrivata anche nei centri più ricchi e secondo le Nazioni Unite il Paese è oggi il secondo mercato – dopo gli Stati Uniti – nel continente americano. Negli ultimi anni la cocaina e il crack hanno rovinato la vita di migliaia di giovani di tutte le classi sociali. Oggi più di 1,2 milioni di brasiliani hanno una dipendenza da crack e la loro età media è di 13 anni.
• E
Economia
Sì, il Brasile cresce. Per il ministro dell’Economia, Guido Mantega, nel 2015 sarà la quinta economia del mondo. Oggi è la settima. I consumi aumentano, ma il Paese è lontano dallo sradicare la miseria. Lo stipendio minimo è di meno di 200 euro (545 reais), la sanità è precaria e mancano le infrastrutture. Il gigante non si è ancora svegliato.
•F
FAME
Negli ultimi 30 anni il Brasile ha ridotto del 40% il numero di persone che patiscono la fame. Però ancora oggi 13,6 milioni di brasiliani (più del 5% della popolazione) non sanno quando faranno un pasto. Nel 2003, il governo Lula ha creato il programma Fome Zero (fame zero), con aiuti diretti alle famiglie povere, senza molto successo. Ma politicamente gli è valso la rielezione.
• G
Governo
Ex guerrigliera durante la dittatura militare, l’economista Dilma Rousseff è stata la prima donna a diventare presidente del Brasile nel 2010. Il suo governo è stato travolto dagli scandali politici e dalle contestazioni contro le spese per il Mondiale. Nonostante non piaccia alla classe media e alta, Dilma sicuramente verrà rieletta per altri quattro anni. Merito del programma Borsa Famiglia che offre alle famiglie di bassissimo reddito uno stipendio mensile.
• H
Hotel
Il Mondiale è la speranza degli albergatori di tutto il Paese. Ma il calcio e il fascino tropicale non bastano a convincere la gente. I prezzi stratosferici, le manifestazioni e la violenza allontanano i turisti. Senza parlare della scarsa qualità dei servizi in alcune città. Circa il 45% delle camere è ancora vuoto. La percentuale è minore (20%) a Rio, Recife e Natal.
• I
Inflazione
È il peggior nemico dell’economia brasiliana. Le nuove generazioni conoscono l’inflazione a una sola cifra. Nel 1986 arrivò anche all’80% al mese. Tempi lontani, ma gli specialisti avvertono: il Brasile inizia a vivere una bassa crescita e l’inflazione è in aumento. E la vera crisi può arrivare. L’obiettivo per quest’anno è fermarsi a 6,5%.
• L
Lavoro minorile
Molti bambini ancora oggi lasciano la scuola per andare a lavorare nei campi, nelle fabbriche o in case private, spesso senza essere pagati. Più di 5 milioni di bambini e adolescenti vengono sfruttati, soprattutto nel nord; 1,2 milioni hanno da 5 a 13 anni.
• M
Manifestazioni
I brasiliani sono un popolo pacifico. Ma nell’era di Facebook, Twitter e Instagram sta cambiando anche il modo di manifestare il dissenso. Le nuove generazioni vogliono le riforme e si fanno sentire con più forza. Ma il vero problema sono gli “infiltrati” (baderneiros) che si mettono a fare la lotta armata.
• N
Natura
La Foresta Amazzonica, polmone del mondo, è poco curata e protetta dal governo. La deforestazione è uno dei principali problemi ambientali che affliggono il Brasile. Secondo Greenpeace, tra il 2000 e il 2007 più di 154 mila km² di foresta sono andati perduti per far spazio all’allevamento e alle autostrade: un’area pari alla superficie della Grecia.
• O
Ospedali
Su 201 milioni di brasiliani, 150 dipendono esclusivamente dalla sanità pubblica. Però la qualità degli ospedali nel territorio lascia a desiderare, soprattutto nel nord del Paese. Senza un’assicurazione privata si può anche morire in attesa di prestazioni sanitarie. Da gennaio ad agosto dell’anno scorso, gli ospedali pubblici hanno dismesso 11.576 posti letto, circa 50 al giorno.
• P
Prostituzione
È un problema complesso, che interessa molte famiglie che vivono senza lavoro, senza educazione, senza una politica che pensi a loro. Molte donne lasciate dal marito e ragazzine scappate di casa sono costrette a prostituirsi per pochi soldi per pagarsi da mangiare. Ma anche per assicurarsi la dose di droga quotidiana.
• Q
Quartieri poveri
Vivere e crescere in un quartiere povero di una grande città in Brasile può cambiare il destino di qualsiasi bambino. Con un reddito medio per famiglia di meno di 200 euro, non ci si può aspettare molto. Violenza, mancanza di sicurezza, droga sono i problemi principali, cui si aggiungono la mancanza di ospedali e scuole di buon livello. A Rio nei quartieri poveri più del 60% sono neri o mulatti.
• R
Razzismo
In Brasile il razzismo è velato e non ammesso, ma esiste. Nel 2008 la popolazione nera ha superato quella bianca ma in termini di reddito guadagnerà di più fra 30 anni. Un sondaggio realizzato nel 2005 dalla Fondazione Perseu Abramo rivela che l’87% dei brasiliani ammette che esiste il razzismo nel Paese. Ma solo il 4% si dice razzista. Solo il 6% dei giovani neri accede alle università.
• S
Sicurezza
Nell’ultimo decennio, la questione sicurezza è entrata prepotentemente nei dibattiti della società. Si parla continuamente di aumento della criminalità, mancata riforma del sistema giudiziario, sovraffollamento carcerario, violenza della polizia. La paura della classe alta e media fa volare il mercato delle auto blindate: per le strade brasiliane ne circolano ben 120 mila. La spesa media per blindare un’auto è di 15 mila euro.
• T
Trasporti pubblici
II trasporto pubblico non è sufficiente per i brasiliani che si alzano presto per andare a lavorare. Non solo metropolitane, autobus e treni sono scarsi, anche le stazioni non sono in grado di ospitare i viaggiatori. Prima del Mondiale, lo sciopero della metropolitana di San Paolo, utilizzata da più di 4 milioni di persone al giorno, ha generato 200 km di code nella città.
• U
Uguaglianza
Questa è una parola che non fa parte del vocabolario del Paese del calcio. Nonostante la crescita dell’economia e l’aumento del Pil, l’uguaglianza sociale è ancora un sogno. Il 10% della popolazione brasiliana detiene il 75% della ricchezza del Paese, mentre 20 milioni di persone vivono in povertà quasi assoluta.
• V
Violenza
Libano, Egitto, Ucrania sono Paesi meno violenti del Brasile. Solo nel 2013, più di 50 mila persone sono state uccise in tutto il territorio e la polizia ha registrato più di 556 mila casi di furto di macchine e rapine in banche, negozi e residenze.
• Z
Zanzare
Il Brasile è anche il Paese della dengue. Il virus è trasmesso dalla zanzara Aedes aegypti, che negli ultimi 15 anni è diventata l’incubo della sanità brasiliana provocando quasi 10 milioni di casi. La malattia provoca febbre per 5-6 giorni con temperature anche molto elevate. Povertà, rifiuti per le strade e fognature all’aria aperta aumentano la diffusione della malattia nelle città più a rischio come Natal, Fortaleza, Recife.